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Eugin Distilleria Indipendente: Genio e follia, maestria e audacia, precisione e creatività

Vanessa Piromallo
November 6, 2020

Un distiller fenomenale, una distilleria eco-friendly, gin di qualità eccelsa: esploriamo insieme Eugin Distilleria Indipendente

Qualche tempo fa sono finalmente riuscita a fare una breve gita in Brianza per visitare Eugin Distilleria Indipendente e assaggiare le creazioni di Eugenio Belli. Chiunque abbia incontrato Eugenio sa quanta passione, quanto studio, quanta competenza e cura mette nel suo lavoro di distillatore ed è impossibile rimanere indifferenti al suo entusiasmo e soprattutto ai suoi gin.

Eugin è Spirito Indipendente. È vapore che si condensa in una goccia di alcool. È una bacca di ginepro, una radice di angelica, un seme di coriandolo, una botanica. Ciascun ingrediente cede qualcosa di se stesso, per diventare insieme qualcosa di unico.

Già la storia di come è riuscito ad aprire Eugin Distilleria Indipendente fa capire la determinazione e l’impegno di Eugenio. La burocrazia per aprire questo tipo di attività infatti è complicata, soprattutto perché gli addetti che dovrebbero occuparsene non ne hanno esperienza, per esempio in Lombardia l’ultima distilleria era stata aperta decenni prima. Eugenio ha dunque dovuto svolgere un lavoro di ricerca e interpretazione delle regolamentazioni per poter arrivare finalmente ad avere tutte le autorizzazioni necessarie.

L’idea nasce nel 2014 e man mano si sviluppa in una vera e propria passione per la distillazione del gin e si trasforma in un vero e proprio progetto grazie all’aiuto del fratello maggiore Niccolò, che apporta le sue competenze di chimica e un buon senso pratico necessari alla definizione dell’azienda. E così, nel 2018, Eugin Distilleria Indipendente apre le porte a Meda, in Brianza, la prima della zona.

Eugenio Belli (Foto: ilGin.it)

Appena i due fratelli sono riusciti in questa impresa, Eugenio si è immediatamente messo all’opera per sviluppare i suoi primi due gin e già con questi primissimi London Dry, Eugin N.7 ed Eugin N.9, è riuscito a dimostrare a tutti la sua bravura. A prescindere dal gusto personale infatti si tratta indiscutibilmente di due gin di immensa qualità e preciso equilibrio, come dimostrano i tanti riconoscimenti raccolti nel giro di poco tempo.

Eugin N.7 ed Eugin N.9 esprimono perfettamente la filosofia che sta dietro alla nascita di questa distilleria: “distillare è cambiare forma, trasformare ciò che è grezzo in ciò che è buono, libertà assoluta secondo le proprie regole.” E già dal primo sorso è evidente la ricerca della materia prima e il lavoro di perfezionamento dell’equilibrio della ricetta durante la distillazione che sta dietro ai due gin. Una vera e propria arte che richiede fantasia, ingegno e una dose di pazzia eppure al contempo rigorosa, proprio come i quadri di Escher – geometrici e impossibili – ai quali il logo della distilleria si ispira. Anche il nome Eugin rappresenta questa filosofia: è un gioco di parole che, letto all’inglese, rappresenta l’unione del nome dell’ideatore del progetto e del prodotto, mentre letto all’italiana con riferimento al greco classico significa “buon gin”, che è l’obiettivo della distilleria.

eugin

(Foto: ilGin.it)

La base da cui Eugenio è partito è la selezione della “sacra triade” del gin: bacche di ginepro toscano (fresche, resinose e balsamiche che caratterizzano il gin); radice di angelica (per i sentori terrosi) e i semi di coriandolo per supportare le note agrumate. Attraverso il sapiente uso delle altre botaniche dà poi vita alle peculiarità dei gin, alle loro sfumature di gusto specifiche.

Eugenio parla spesso dell’artigianalità del suo lavoro e della sua assidua ricerca di ingredienti naturali da utilizzare, rifiutando sempre l’uso di essenze artificiali e di scorciatoie. E credo davvero che i suoi gin siano assoluta dimostrazione delle sue parole. Così come per chiunque lo abbia conosciuto sia chiara anche la sua “indipendenza”, dichiarata nel nome Eugin Distilleria Indipendente: è davvero una persona che non scende a compromessi quando si parla di qualità e per questo motivo davvero si occupa lui stesso della lavorazione di ogni botanica, senza appoggiarsi ad altri produttori, perché è chiaro che la sua missione è ricavare il meglio da ogni ingrediente mettendoci tutta la passione, l’impegno, la creatività e la scrupolosità che lo caratterizzano.

eugin gin

(Foto: ilGin.it)

Un altro aspetto di cui abbiamo parlato a lungo e giustamente motivo di orgoglio per Eugenio è quello ambientale. Ha infatti implementato un processo produttivo che non ricorre a combustibili fossili e il prossimo obiettivo che sta perseguendo è quello di rendere la distilleria del tutto autonoma nella produzione energetica tramite l’installazione di un adeguato impianto fotovoltaico.

L’orgoglio brilla negli occhi di Eugenio anche quando parla di Robert, l’alambicco personalizzato che utilizza per le sue creazioni. Lo ha acquistato da una piccola azienda tedesca, gestita da ormai cinque generazioni dalla famiglia Müller a Oberkirch, un piccolo paese sul limitare della Foresta Nera dove è ancora molto viva la tradizione della distillazione. L’alambicco è stato modellato su richiesta di Eugenio in modo che possa funzionare sia come tradizionale alambicco Pot Still sia come un Carter Head.

Nel Pot Still le botaniche vengono messe in soluzione idroalcolica direttamente nella pancia dell’alambicco (caldaia) e col calore diretto avviene la distillazione e dunque l’estrazione degli aromi delle botaniche. E’ il metodo più classico per la distillazione dei London Dry e dà vita a gin decisi. Nel Carter Head invece le botaniche vengono posizionate nel Botanical Basket, un cestello traforato che si trova nelle colonne in cui fluisce il vapore (distillazione a corrente di vapore), sono quindi lontane dal calore e ne vengono estratti i sentori più delicati e volatili, quindi è un metodo indicato per i gin floreali. Robert è un alambicco efficace e atto alla sperimentazione perché permette di sfruttare i due metodi sia separatamente sia in simultanea, dando al master distiller la possibilità di dare al gin l’equilibrio e la struttura desiderati.

eugin distilleria indipendente

L’alambicco Robert, Eugin Distilleria Indipendente (Foto: ilGin.it)

L’attenzione all’ambiente, l’alambicco Robert e due gin eccezionali non sono gli unici orgogli di Eugenio. E’ infatti con un gran sorriso (da parte nostra e sua) che ci fa assaggiare in anteprima i suoi nuovi gin: lo sloe gin e le quattro nuove edizioni limitate stagionali. Eugenio infatti è sempre alla ricerca dei migliori ingredienti possibili e quando non li trova dai fornitori a disposizione sono loro stessi a coltivarli. Questi ultimi sono utilizzati principalmente per le Edizioni Stagionali assieme a ciò che cresce spontaneamente e che lui trova e raccoglie in quel determinato periodo dell’anno.

Tra i gin della degustazione che abbiamo fatto comincio dallo Sloe Gin: ardito e spettacolare è il mio verdetto. Questo liquore della tradizione inglese non è molto conosciuto in Italia, dove abbiamo una tradizione liquoristica a base di infusi di frutta molto vasta e antica, ma io credo che Eugenio sia riuscito splendidamente a unire il gusto, il modo di fare italiano, a quello che è un prodotto puramente britannico. E’ andato personalmente a raccogliere le prugnole nel lato pavese dell’Appennino, un vero “lavoraccio” come ha detto lui, in questi luoghi dove la raccolte delle prugnole fa parte della tradizione. Ha poi eseguito l’infusione nel gin come nella procedura inglese, però ha scelto di non aggiungere zuccheri. Il risultato è uno sloe gin a tutti gli effetti, con le incredibili sensazioni fruttate e “nutty” (di noce, di nocciolo) che le prugnole emanano, ma bello secco, non quindi facile e beverino che chiunque, rivolto a un pubblico specifico che ama i sapori complessi e secchi che in fondo fanno parte della nostra tradizione dei liquoristi e dei grappaioli.

(Foto: ilGin.it)

Arriviamo alle Edizioni Stagionali. Genio, follia e maestria è come le descriverei nel loro complesso, ma vediamole una per una. Eugin Primavera Edition doveva avere i sentori del bosco e della campagna, non luoghi generici, ma quelli “dei miei ricordi”, dice Eugenio. Ha dunque raccolto primule e borragine per i sentori floreali e le primule hanno dato al gin sensazioni dolci, come di miele. Il risultato è indescrivibile, unico: sensazioni floreali, finale speziato, dolcezza non invasiva, un gusto pienissimo che ricorda davvero le campagne a primavera, il tutto con un equilibrio pazzesco che solo una grande maestria può realizzare. A proposito di equilibrio, in questo caso parliamo di bilanciamento tra sapori erbacei e speziatura: Eugin Estate Edition è un altro esempio di maestria, distillata con ortica e borragine, due piante che evolvono in maniera incredibile dopo il processo di distillazione e che lasciano sensazioni uniche, mai provate prima in un gin. Il tocco finale è dato dai fiori di sambuco, smorzato dal limone, il quale lascia anche un delizioso finale speziato. Eugenio consiglia di provarlo nel Tea Punch al posto del rum.

Per Eugin Autunno Edition come ingrediente principale Eugenio ha scelto le castagne, un altro elemento niente affatto comune in distillazione. La castagna dà una sensazione di affumicato che fa sì che al naso il gin possa ricordare il profumo dei camini accesi nei paesi, mentre al palato si percepisce una sensazione dolce come quella delle caldarroste. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un gin audace, unico, non per tutti, ma realizzato con ingegno e bravura, un gin che può sostituire il rum o il mezcal in miscelazione, ma che è più difficile da utilizzare in un Gin Tonic. Eugenio racconta che da bambino passava l’estate in Italia e dava una mano nell’orto e tutti questi luoghi, il bosco e l’orto, sono posti in cui si sente a suo agio, in cui si sente a casa. Per questo motivo per lui è una missione così importante valorizzare gli ingredienti raccolti nel bosco o coltivati nell’orto.

(Foto: ilGin.it)

Ho tenuto per ultimo Eugin Inverno Edition perché mi ha lasciata a bocca aperta. La versione 2019 non era ardita e non era prodotta con gli ingredienti raccolti da Eugenio perché si basava sugli agrumi, in particolare mandarini e bergamotto verde. La versione 2020 ha “il sapore del bosco quando non cresce niente”. Così Eugenio la descrive e questo era l’obiettivo che da principio voleva ottenere. Ancora non capisco come abbia fatto, ma è riuscito nel suo intento, trovando il modo di distillare il muschio ed estraendone tutte quelle sensazioni difficili da spiegare perché non le immagineresti in un gin, quei sapori di legno e terra umidi, di aria pulita e fresca del bosco, di roccia e foglie cadute ormai da tempo. Provare per credere!

Enjoy and God Save the Gin!

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