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Ginposium 2023: di cosa si è parlato alla conferenza del gin? Parte 2: post-pandemia, tendenze e mercati asiatici

Vanessa Piromallo
June 29, 2023

Tasting guidati, la situazione della Gindustry e i mercati asiatici tra gli argomenti affrontati al Ginposium 2023 di Londra

Il Ginposium è una delle più importanti conferenze a tema gin del mondo. Organizzato da The Gin Guild, vede protagonisti i maggiori esponenti a ogni titolo di questo settore, sia tra gli speaker sia tra gli spettatori. Questa è la seconda parte del riassunto di quello di cui si è discusso durante l’edizione 2023, che si è tenuta il 9 giugno a Londra.

Ginposium 2023, Chris Pitcher (Foto: ilGin.it)

Chris Pitcher, di Redburn, ha parlato della “situazione della Gindustry”, illustrando alcuni dati relativi alla situazione del mercato del gin in alcuni paesi pre e post pandemia dal 2000 al 2022 tratti da fonti come Redburn, IWSR e HMRC. Innanzitutto il mercato del gin, nonostante l’emergenza sanitaria mondiale, ha continuato a crescere nel mondo sia in termini di volume sia di valore grazie alla continua premiumizzazione del settore. Interessante notare che tra i paesi in maggiore crescita ci sono gran parte dell’Asia (ma non l’India e paesi limitrofi), dell’Africa, del Sud America e l’Australia. In Europa l’Italia è ancora in crescita mentre l’Inghilterra no. In Uk infatti da una parte è aumentato il consumo di alcolici dopo la pandemia, ma il gin ha perso terreno (rimane comunque il paese europeo con maggiore consumo pro-capite, con alti quantitativi di export e il numero di distillerie UK continua a crescere).

Un mercato in cui la moderna Gin Craze ancora non è arrivata è quello statunitense, con un consumo piuttosto basso e mediamente stabile sin dagli anni ‘60. Negli USA è infatti la vodka il distillato dalla crescita maggiore, che ha raggiunto la parità con il whisky. Seguono la tequila che ha avuto un recente picco, il rum e solo in ultimo il gin (di cui negli ultimi due anni i super premium sono arrivati a comprendere il 6% della categoria).

Sia nel mercato UK sia in quello USA, la tipologia di prodotti che è cresciuta verticalmente tra il 2020 e il 2022 è quella degli RTD, ma, mentre in UK è il gin a trainare questa tendenza, cio non vale per gli USA. In crescita in UK anche il mercato dei low e no alcohol, ma trainato principalmente dalla birra, seguita dal vino.

Chris conclude illustrando le maggiori acquisizioni avvenute negli ultimi tempi: Brown-Forman ha investito in Gin Mare (Spagna) e Ford’s Gin (Inghilterra); Diageo in Aviation Gin (USA) e Chase (Inghilterra); Pernod Ricard in Malfy (Italia), Monkey 47 (Germania), Ki No Bi (Giappone) e Inverroche Gin (Sudafrica); Remy Cointreau in The Botanist (Scozia); infine Campari in Bulldog Gin (Inghilterra).

Ginposium 2023, Anand Virmani(Foto: ilGin.it)

Anand Virmani, Chairman di NAO Spirits (India), ha presentato il quadro del mercato del gin nei paesi asiatici. Si tratta di mercati interessanti in quanto vasti, popolosi e con una sempre crescente scena del bartending internazionale (basta pensare a quanti bar dell’Asia sono entrati nei World’s 50 Best, scalzando quelli inglesi). Secondo i dati IWSR, il CAGR dei volumi del gin 2020-2022 è del 10,6%. I massimi volumi si riscontrano nelle FIlippine, ma, poiché fanno un po’ mercato a sé in quanto produzione e consumi sono principalmente interni e stabili, i dati diventano più interessanti se non si considera questo paese. Il CAGR 20-22 dell’Asia diventa dunque interessante (28,8%) e i volumi più alti si riscontrano proprio in India. Dividendo poi i volumi totali per categoria si riscontra che a crescere nel mercato asiatico sono soprattutto i gin premium.

La presentazione di Anand si è conclusa con una degustazione di alcuni esempi di gin premium provenienti da diversi paesi asiatici che denotano la ricchezza e il valore dei prodotti provenienti da queste parti del mondo.

Ginposium 2023, David T Smith (Foto: ilGin.it)

Come ogni anno l’autore David T. Smith ha illustrato con alcuni esempi le novità e i prodotti insoliti dal mondo del gin.

La prima parte si è concentrata sui “revival”, cioè gin che alcune aziende producevano nel passato e che hanno reimmesso nel mercato con tanto di etichette vintage: El-Bart London Dry Gin (UK, 40% – cremoso, con note floreali e fruttate e un finale appena speziato), Booth’s Finest Old Dry Gin (Inghilterra, 43% – finito in botti ex sherry) e, ancora una volta sul mercato in una nuova ed elegante veste, Beefeater Crown Jewel (UK, 50% – elegante e classico con le sue note di pompelmo e ginepro).

Nella seconda parte abbiamo assaggiato due gin in edizione speciale: Hayman’s Singapore Airlines Dry Gin (UK, 41,2% – disponibile solo sui voli della Singapore Airlines, si distingue per il gusto elegante, complesso, dalle fresche note agrumate) e Broken Bat Gin (India, 47% – caratterizzato dai toni legnosi dati dall’infusione di legno di salice del Kashmir).

Infine sono arrivati i gin nati dalla collaborazione tra la distilleria inglese Warner’s e quella australiana Four Pillars: Harrington Shiraz Gin (UK, 40% – le botaniche classiche inglesi si uniscono a quelle australiane: strawberry gum e succo di uve Shiraz) e Green Apple e Rhubarb Gin (Australia, 41,8% – la dolcezza acide delle mele australiane incontra il gusto amaricante e terroso del rabarbaro inglese).

La degustazione si è conclusa con Hernö Slow Sloe Gin (Svezia, 40% – affinato nelle botti di ginepro che avevano precedentemente ospitato il delizioso Hernö Juniper Cask Gin).

Leggi qui la parte 1: si parla di ginepro e di sostenibilità

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