Giner

Hendrick's Orbium Gin: la recensione

Paolo Topa
May 13, 2020

La recensione del nostro Paolo Topa dell'edizione speciale Hendrick's Orbium Gin, degustato liscio, nel Gin Tonic, nel martini e nel Negroni...

Hendrick’s Orbium Gin è ormai sul mercato internazionale da un po’ di tempo, ma solo da qualche mese circola con una certa facilità in Italia, nelle enoteche così come negli store on line. Al contrario siamo ancora in attesa di entrare in possesso della seconda edizione limitata di Hendrick’s (quella chiamata Lunar, da poco annunciata), mentre sarà piuttosto difficile, viste le difficoltà negli spostamenti, dare un’occhiata da vicino alla versione “Amazonia”, disponibile purtroppo solo nei duty free degli aeroporti. Ma andiamo con ordine: questa volta è il turno di “Orbium”.

Hendrick’s Orbium, a quininated gin

PACKAGING: La bottiglia riprende l’immaginario Hendrick’s, spingendolo ulteriormente nella dimensione mistica, quasi vicino al mondo dell’occultismo. L’etichetta evidenzia le tre botaniche che caratterizzano questa produzione: l’assenzio romano, i fiori di loto blu e ovviamente – su tutto – il chinino. Anche il colore del vetro della bottiglia è diverso e permette, rispetto all’edizione originale, di individuare il livello del gin all’interno della bottiglia. Sembra un dettaglio, ma per molti non lo è trattandosi di un elemento che nell’utilizzo quotidiano può avere i suoi vantaggi. La gradazione è di 43.4%, come l’edizione limitata Hendrick’s Midsummer Solstice Gin e leggermente inferiore rispetto alla produzione ordinaria.
FORMATO: 70 Cl
GRADAZIONE: 43,4% (media)

Foto: Paolo Topa

DEGUSTAZIONE:

NEAT DRINK
La bevuta liscia non ci sembra particolarmente significativa. Si percepiscono leggere note floreali, probabilmente legate ai fiori di loto blu, ma le percezione non sono incisive. Un po’ meglio al palato dove una punta di “amertume” (per dirla alla francese) si evidenzia in bocca accanto alla consueta secchezza. Sembra che Orbium sia un gin prettamente da miscelazione ed è su questo campo che lo metteremo alla prova.
PRESCINDIBILE

GIN TONIC
Misceliamo l’Orbium con una tonica secca tradizionale e appoggiamo il naso sul bicchiere: si percepiscono sentori floreali piuttosto marcati che ricordano il Midsummer Solstice, oltre che note di frutta gialla e in particolare di banana. Al palato una delle sorprese più rilevanti: si sentono in maniera distinta quattro dei cinque sapori principali: in ordine di apparizione compaiono l’acidità, il secco, l’amaro e in retrogusto la dolcezza. In particolare è davvero stimolante il passaggio di consegne tra l’amaro (dato presumibilmente dal chinino) e la dolcezza (data in questo caso dai fiori di loto blu) che si manifesta in maniera chiara e brillante, dando un’efficace sensazione di freschezza (e qui l’assenzio romano potrebbe aver giocato il suo ruolo). Insomma, l’Orbium se la cava davvero bene nel G&T dando vita a un long drink originale e stimolante.
SORPRENDENTE

Foto: Paolo Topa

DRY MARTINI
Molto positiva anche l’esperienza dell’Orbium nel più classico dei cocktail. In questo caso il tratto distintivo è dato dal chinino che è presente naturalmente nella tonica, ma non nel vermouth. Da qui un carattere particolarmente maschio e austero del nostro Martini, comunque fortemente caratterizzato da questo Hendrick’s, molto più rispetto alla versione ordinaria. Le sensazioni dry sembrano accentuate, così come le sfumature amaricanti che paiono dare nuova linfa e una rinnovata prospettiva a questo cocktail.
ALTERNATIVO

NEGRONI
Solitamente è difficile trovare un gin che emerga con forza in questo cocktail, probabilmente perché l’equilibrio con gli altri partner sintonizza le percezioni in modo tale da creare un mix in cui spesso il gin non emerge in maniera prepotente. In questo caso specifico, al contrario, la presenza dell’Orbium si nota in maniera quanto mai efficace, facendo spiccare le sue particolari doti aromatiche come pochi Gin ho visto fare. Elegante e concreto, si presta quasi a una bevuta meditativa, di certo non improvvisata.
COMPLETO

Foto: Paolo Topa

In definitiva non possiamo che essere soddisfatti dei risultati raggiunti in miscelazione dall’Hendrick’s “Orbium”. Si tratta di una bottiglia fortemente orientata al bartending di qualità, con prerogative aromatiche di tutto rispetto. Ma è l’intreccio dei sapori ad aver stupito, una sorta di giusto connubio tra amaro e dolce che si affranca con personalità alle immancabili sensazioni dry, rendendo il tutto molto stimolante. Se il “Midsummer Solstice” si proponeva come Gin dai toni più dolci, orientato al mondo femminile, questo “Orbium” sembra invece propenso a strizzare l’occhio alla parte più virile dei consumatori.
A questo punto non vediamo l’ora di provare anche Hendrick’s “Lunar” Gin…

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