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Negli USA scarseggia l’alcol di fascia alta e va razionato

Vanessa Piromallo
October 11, 2021

La pandemia ha causato scarsità di autotrasportatori, vetro e alluminio e ha cambiato le abitudini di consumo e ora scarseggiano gli alcolici...

In questi giorni si sta parlando molto del fatto che nel Regno Unito la benzina e molte varietà di cibi scarseggiano e non sono di facile reperibilità e c’è chi incolpa la pandemia, chi la Brexit. Ma anche gli Stati Uniti stanno andando incontro a un problema simile e a noi vicino: la scarsità di alcuni prodotti alcolici, la cui distribuzione sta dunque venendo divisa tra i diversi Stati.

A causa della pandemia, anche negli USA i bar e i ristoranti sono stati costretti alla chiusura e i consumatori hanno aumentato il consumo di vino, birra e distillati a casa. Ciò a creato problemi ad alcuni produttori, per esempio Brown-Forman ha faticato a venire incontro all’improvvisa crescita dei ready-to-drink a base Jack Daniel’s. I produttori, oltre a trovarsi di fronte a minori profitti, hanno dovuto cambiare la catena distributiva per adattarla alla crescita del consumo privato. Sette Stati hanno addirittura tolto il divieto alla vendita diretta ai consumatori, anche se New York e Montana la hanno già ristabilita.

Adesso che bar e ristoranti hanno riaperto, la domanda da parte dei privati non è tornata agli stessi livelli di prima della pandemia e per questo motivo, negli Stati dove vige il three-tier system, si sono trovati di fronte a una mancanza di alcolici nei supermercati e rivenditori. Infatti questo sistema prevede che importatori e produttori possono vendere gli alcolici unicamente ai distributori, i quali possono venderli ai rivenditori (negozi e supermercati) e solo questi ultimi possono vendere le bottiglie di alcolici ai consumatori.

La situazione è aggravata dal fatto che durante la pandemia moltissimi autotrasportatori rimasti senza lavoro non sono poi tornati a fare questo mestiere e quindi non ce ne sono abbastanza per avere copertura capillare sul territorio. Lo stesso problema ha colpito il Regno Unito dove, oltre al problema della pandemia, anche la Brexit ha fatto sì che molti di essi, provenienti dalla UE, lasciassero il paese senza fare ritorno.

Vi sembra grave? Beh, sappiate che c’è anche un altro motivo per cui scarseggiano gli alcolici negli USA: la scarsità di vetro per fare le bottiglie e di alluminio per produrre le lattine, in quanto i produttori non erano preparati a un tale incremento della domanda di RTDs (cocktail pronti in lattina).

Lo Stato più colpito è la Pennsylvania, dove è stato imposto un limite di due bottiglie a persona al giorno per molti brand premium e super-premium, che si applica anche ai proprietari di bar e ristoranti. I brand razionati sono 41, tra i quali Moët & Chandon e Veuve Cliquot Champagnes, Hennessy Cognac, Jack Daniel’s, Don Julio Tequila, Buffalo Trace Bourbon e Patrón Tequila, che costituivano il 2% delle vendite totali nello stato.

Altri sono stati colpiti, per esempio in North Carolina moltissimi distillati sono esauriti negli scaffali. In Vermont invece Wendy Knight, deputy commissioner del Department of Liquor and Lottery, dice che non pensa sia problematico il fatto che molti brand siano esauriti poiché in questo modo è incentivata la vendita dei distillati del luogo: “anche se non c’è Bacardi, abbiamo 21 altri rum, alcuni di distillatori locali”. E’ certamente vero, ma non rende certo felici i brand che hanno investito molto nella brand awareness e nella fedeltà dei clienti…

Ad ogni modo, va forse peggio al Regno Unito, dove adesso in molti stanno riscontrando seri problemi d’esportazione e tanti brand stanno già avvertendo che non sono certi di poter fornire a sufficienza i supermercati in tempo per le festività natalizie. Da una parte ci sono problemi di costi, per esempio l’invio di un container di vino dal Cile all’UK è passato da un costo di 2.000 Sterline a 7.000, dall’altro (come dicevamo) c’è mancanza di autotrasportatori e in più si stanno verificando forti rallentamenti alle dogane a causa della Brexit, per esempio un produttore della Loira ha detto di aver impiegato addirittura tre mesi per riuscire a far arrivare la propria merce, mentre uno in Sud Africa ha dichiarato che non c’è modo di sapere quando arriverà una spedizione. Che dire… per fortuna che noi di gin ne abbiamo e gli scaffali sono ancora pieni!

 

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