Secondo Liquor.com e altre fonti – e non possiamo che concordare – a trainare la crescita continua del mercato del gin continueranno a essere, come nel 2019, i “flavoured gins”, cioè quelli aromatizzati, in grado attirare anche i consumatori non avvezzi a questo distillato. Per quanto riguarda la categoria dell’aromatizzazione, anche The Difford’s Guide prevede una crescita dei “Botanical Spirits”, cioè distillati di vario tipo con aromatizzazioni particolari, non necessariamente classificabili come gin. Anche noi abbiamo notato un interesse da parte degli esperti internazionali in questo tipo di prodotto, che riserva decisamente sorprese interessanti. A portare avanti la categoria sono principalmente i produttori di vodka, che cercano di recuperare terreno sul gin che l’ha spodestata all’interno dei mercati globali.
Tutti scommettono che tra le aromatizzazioni con cui vedremo sperimentare sempre di più sia a livello di distillati sia come ingredienti nei cocktail ci saranno Cannabis e CBD. L’unico rallentamento in questa tendenza che altrimenti avrebbe ancor di più travolto anche il 2019 è la confusione legislativa che caratterizza la maggior parte dei paesi. Per quanto riguarda gli altri aromi che spopoleranno nel 2020 troviamo diverse ipotesi non sempre del tutto condivise: Difford scommette sul cocco, mentre The Spirits Business scommette sul tè, che verrà utilizzato anche in sciroppi e infusioni home-made nei cocktail, e nei cocktail “sour”, in particolare su questo punto la rivista prevede una ricerca da parte dei bartender di alternative a lime e limone per il gusto acido, ipotizzando una diffusione di preparati anche fatti in casa, di concentrati citrici, shrubs con l’aceto e soprattutto il ritorno dei cordiali, molto apprezzati da Alex Kratena.