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Un ricettario di cocktail del ‘47 cambia la cronostoria del Negroni

Vanessa Piromallo
April 24, 2019

tavole di Ettore Sottsass

Quest’anno festeggiamo il centenario del Negroni, il cocktail favoloso nato nel 1919 e che miscela in parti uguali gin, Campari e vermouth rosso, con garnish d’arancia: nella sua semplicità ha saputo conquistare il mondo e continua ad essere tra i più bevuti dopo un secolo. La sua nascita si deve all’Italia, in particolare al Conte Camillo Negroni e al suo bartender fiorentino di fiducia Fosco Scarselli (vedi articolo). Il recente ritrovamento di un ricettario italiano del 1947 non cambia le sue origini né la ricetta, ma getta nuova luce sulla storia e la diffusione di questo cocktail.

100 anni di Negroni

Il ritrovamento si deve a Paolo Ponzo, bartender di Firenze e studioso della storia del bartending. Le sue ricerche negli archivi e nelle biblioteche italiani gli hanno fatto permesso di riportare alla luce due volumi sconosciuti. Il primo è una piccola raccolta di ricette scritta da Elio Cavallari. La scoperta lo ha spinto ad approfondire la storia di questo bartender toscano ed è così riuscito a recuperare Cocktail Portfolio che ha presentato ad Aperitivi&Co. a Milano. L’opera del bartender Amedeo Gandiglio fu pubblicata a Torino nel 1947 da “Orma” Tipografia Artistica Nazionale ed era stata del tutto dimenticata.

Una delle tavole di Ettore Sottsass

Paolo Ponzo ha ricostruito quel poco che si sa di Gandiglio: ha cominciato la carriera in una città termale della Savoia dove ha servito diversi personaggi illustri fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Ha poi lavorato all’estero fino al 1939, quando fu assunto al Casinò di San Remo, ma il locale ha chiuso l’anno successivo per via dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Secondo Ponzo il suo Cocktail Portfolio è il più bel ricettario mai stato scritto per via della sua ricercatezza artistica, di gran lunga superiore rispetto agli altri libri di cocktail conosciuti. Il testo è infatti impreziosito dalle tavole di Ettore Sottsass, uno dei più famosi designer italiani degli anni ‘50 e ‘60, le quali sono un perfetto specchio del cambiamento dei costumi tra l’800 e il ‘900. Del resto il dualismo tra passato e innovazione è il leitmotiv di Cocktail Portfolio, dove nell’introduzione si legge: “Il cocktail è un prodotto del nostro secolo, ma che fece la sua apparizione nel secolo precedente”.

Fra le 325 ricette presenti nel testo, ben due sono dedicate al Negroni. Perché ciò è così rilevante? Beh, perché il primo ricettario dove viene riportata la ricetta del Negroni risale al 1939, proviene da Cuba ed è stato curato da Costante Ribailagua, mentre in Europa la ricetta viene riportata solo nel 1949 nel libro El Bar dello spagnolo Jacinto Sanfeliu Brucart. Ma ora non più, perché la prima citazione in Europa di questa ricetta è quella di Cocktail Portfolio, di due anni precedente.

Inoltre nel libro di Gandiglio, oltre alla ricetta classica compare quella di una variante chiamata “Asmara Negroni” (con riferimento alle imprese del regime fascista, come d’uso comune all’epoca): si prepara nel mixing glass con qualche goccia di bitter Campari, Gordon’s Gin e Vermouth Grassotti Bianco, con garnish di scorza d’arancia.

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