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Chase Distillery: un viaggio tra le campagne inglesi alla scoperta dei fantastici gin Chase

Vanessa Piromallo
November 2, 2018

Tutti i segreti della produzione dei gin Chase a partire dalla coltivazione delle patate fino all'imbottigliamento: viaggio alla Chase Distillery

Ci è stata offerta un’opportunità bellissima: visitare la Chase Distillery e scoprire nel dettaglio tutto il processo produttivo dei gin e della vodka Chase, dalla coltivazione dei campi di patate e dei meli alla creazione della base alcolica fino all’imbottigliamento. Un’esperienza unica che vogliamo condividere con voi, sicuri che vi entusiasmerà e divertirà come è stato per noi de ilGin.it!

“Sono cresciuto nel Herfordshire e mi sento davvero fortunato per aver vissuto in questa bellissima parte del mondo.” William Chase

La storia di William Chase e della Chase Distillery

William Chase è nato e cresciuto nelle meravigliose campagne del Herefordshire, in Inghilterra, vicino al confine est del Galles, tra gli alberi di mele e i campi di patate. E’ infatti la quarta generazione di una famiglia di coltivatori di patate e negli anni ‘80 ha ereditato dal padre la gestione dell’azienda. Ha sempre amato la tranquillità e la bellezza delle campagne inglesi dove tutt’ora si estende la tenuta Chase, ma per mantenere fiorente l’attività ha dovuto saper far evolvere il suo lavoro. Infatti negli anni ‘90, con l’avvento dei grandi supermercati, sono cominciati i guai, poiché essi esigono prezzi bassi e selezionano solo le patate dall’aspetto più bello. La prima mossa attuata per contrastare questo problema è stata quella di avviare la produzione di patatine in sacchetto, le famose Tyrell’s, tra le più amate nel Regno Unito. La seconda è stata quella di aprire la distilleria.

Lorna Chase nel meleto

I campi di patate di Chase

Fu durante un viaggio in Pennsylvania che ebbe la grande illuminazione. Qui infatti conobbe un produttore di vodka e scoprì in che modo ricavare alcol dalle patate. Dopo un po’ di tempo decise dunque di dedicarsi alla distillazione della vodka e di vendere il brand Tyrell’s e, a giugno 2008, lanciò la sua William Chase Vodka. Un grande orgoglio tutt’ora per la Chase Distillery, poiché con le sue patate è riuscita a creare una delle migliori vodke attualmente in commercio. E’ con emozione che ci mostrano le medaglie vinte tra cui due Double Gold e una Gold ottenute ai prestigiosi San francisco Spirits Awards (il primo Double Gold risale al 2010). Siamo nel Regno Unito e il passaggio dalla vodka al gin era solo questione di tempo…

La jeep per muoverci tra i campi della tenuta Chase

Il bar mobile della Chase Distillery

La distilleria

La William Chase Distillery è una “single estate distillery”: producono loro gran parte delle materie prime utilizzate e producono l’alcol base usato per i distillati e le patate con cui viene fatto. Ci hanno mostrato l’intero processo produttivo, a partire dai campi fino all’imbottigliamento. Persino l’acqua utilizzata proviene da un pozzo di 40m che la attinge dalle Mavon Hills, visibili all’orizzonte nella tenuta.

Il giro della distilleria comincia dalla “fermentation room”, la sala di fermentazione delle patate. Esse provengono, come abbiamo detto, dalle loro coltivazioni. I campi sono molto estesi, in quanto per la crescita del tubero ci vogliono cinque anni e quindi c’è bisogno di vaste aree per avere ogni anno il prodotto disponibile. Utilizzano tre diverse varietà, ma questa differenziazione non influisce sul distillato finale. Le patate vengono conservate in un’apposita stanza al freddo (tra i 3 e i 6°C) al buio in modo che non germoglino. Vengono poi disidratate e messe nell’apposito container di metallo per la fermentazione. Ne servono 16 tonnellate per 1.500 litri di distillato (in pratica per uno shottino di vodka ci vogliono sei patate). Una macchina le priva della buccia (le bucce vengono riutilizzate come fertilizzante nei campi). Le patate così sbucciate e spaccate vengono messe nel “masher” e il vapore caldo a 90°C le trasforma in una purea cremosa. C’è un primo passaggio nel “cooling vessel” a 17°C e un secondo a 14°C per raffreddare il purè. Questo sistema fa sì che si attivino gli enzimi che tirano fuori dalle patate gli zuccheri necessari alla fermentazione, la quale avviene in un’apposita cisterna dove rimangono per 48-36 ore. Ci saremmo aspettati che la purea fermentata avesse cattivo odore, invece ha un profumo buono e dolciastro, che ricorda quasi la banana!

Il processo di distillazione

Dalla purea fermentata viene estratto un alcol a 80% vol. tramite la colonna di distillazione soprannominata affettuosamente “Patricia the Stripper”, che ha cinque sezioni per un totale di 18 piatti. La purea che rimane sul fondo viene riutilizzata come fertilizzante oppure data da mangiare alle mucche, il che è molto divertente poiché essendo un pochino alcolica le vacche diventano particolarmente allegre! Il processo richiede in tutto quattro giorni.

Per arrivare all’alcol base a 96% vol. utilizzano la colonna di rettificazione soprannominata “Maximus”, alta circa 22 metri, fino a qualche tempo fa la più alta del Regno Unito, e composta da 48 piatti di rame. In questa fase il controllo della temperatura è fondamentale per tagliare via correttamente la cosiddetta “testa”, cioè la prima parte di liquido che fuoriesce dall’alambicco e ricca di metanolo, altamente nocivo (anch’esso viene qui riutilizzato per farne solventi per unghie, liquidi anti-gelo e altro). Il cuore del distillato, con l’etanolo, viene tenuto nella reservoir e controllato ogni 20 minuti tramite l’assaggio.

Per produrre la vodka utilizzano un alambicco soprannominato “Fat Betty”. Esso è in grado di produrre 600-700 litri in sei ore. E’ dotato di un “carbon filter” per evitare residui di metanolo. La coda rimane nel lotto successivo in modo da dargli una spinta in più e in modo da evitare quel sapore metallico che talvolta può essere trasmesso al distillato se l’ultima parte non viene tagliata correttamente. L’alcol a 96% vol. che risulta da questo processo di distillazione è incredibilmente morbido considerando la gradazione! Con l’aggiunta di acqua viene portato a 40% vol. e la vodka è fatta, senza bisogno di altro!

La colonna di rettificazione Maximus

L’alambicco Fat Betty

La produzione di gin invece è partita nel 2010 con l’introduzione del piccolo alambicco di rame soprannominato “Ginny”. Ginny svolge egregiamente il suo lavoro, ma stanno pensando di acquistare un alambicco più grande per aumentare la produzione. William Chase GB Gin viene prodotto con la stessa base d’alcol di patate della vodka, Chase Elegant Gin viene distillato a partire dall’alcol di mele. Nella tenuta di Chase infatti hanno anche un grande meleto dove coltivano molti tipi di mele differenti, utilizzate anche per produrre sidro. Esse vengono lasciate a terra per un paio di settimane e raccolte solo quando hanno già iniziato a marcire. Alcuni dei loro meli hanno anche 200 anni e tutta la coltivazione è biologica (abbiamo potuto staccarle dall’albero e morderle senza bisogno di lavarle, anche se quelle usate per il sidro sono piuttosto aspre). Per fare il distillato di mele usato come base per Chase Elegant Gin vengono utilizzati 48 tipi di mele.

Per l’infusione delle botaniche usano diverse tecniche. Alcune essenze infatti vengono estratte meglio a vapore tramite il carter head Ginny, altre invece tramite infusione. Una cosa buffa è che per l’infusione delle botaniche utilizzano come fossero “bustine da tè” le federe dei cuscini IKEA!

L’alambicco Ginny

La fermentazione delle patate

I gin: William Chase Elegant Gin e William Chase GB Gin

Tutte le botaniche utilizzate provengono da zone vicine alla Chase Distillery, tranne il ginepro che arriva dalla Macedonia, in quanto migliore di quello inglese. Il primo gin della distilleria, nato nel 2010, è il Chase Elegant Gin (leggi la scheda), creato con in testa l’idea di un gin da bere in compagnia nel week end assieme alla famiglia e agli amici. Nel 2014 poi è nato Chase GB Gin (leggi la scheda), con base di patate e dieci botaniche, extra secco con un gusto più vicino ai classici London Dry. E’ subito diventato il loro best seller, superando anche le vendite della pluri-premiata vodka!

Di recente Chase ha lanciato anche alcuni flavoured gin: uno con arance di Siviglia e una con pomelo e pompelmo rosa. In arrivo anche i gin “Pink Elderflower” e “Rhubarb & Bramley Apple”.

Stanno sperimentando per creare una vodka aromatizzata. Hanno provato a distillare la vodka con la marmellata d’arance della LIDL, ma poi pulire l’alambicco è stato un disastro. Il risultato però non era male quindi hanno acquistato un macchinario apposito per le marmellate e infondono nel distillato le scorze d’arancia tramite la già citata federa dell’IKEA per dare colore. Hanno anche lanciato una vodka al caffè, perfetta per gli Espresso Martini tanto in voga ora e stanno sperimentando con l’invecchiamento della vodka in diversi tipi di barili: di whisky, brandy, oak, smoked, cherry. Tra i loro prodotti figurano anche alcuni vini.

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Chase GB Gin e Chase Elegant Gin

Varianti aromatizzate dei gin Chase

Altri fan facts:

Inizialmente il nome doveva essere Tyrell’s vodka (come le patatine), poi è stato scelto Williams, ma – a differenza di quello che molti pensano – esso non deriva dal nome del fondatore della distilleria ma dal cognome da nubile di sua madre!

Adesso stanno ribrandizzando tutti i prodotti e stanno togliendo “Williams” lasciando solo chase nel nome dei distillati. Sembra che all’estero Chase sia più facile da pronunciare rispetto a Williams…

Producono anche un gin e una vodka per la catena di supermercati inglese Waitrose e visto che sotto Natale erano andati esauriti in breve tempo hanno dovuto lavorare tutti i week end per produrre una quantità extra in tempo per le feste.

Oggi a lavorare alla Chase Distillery ci sono i due figli di William: Harry che si occupa dei campi e James, responsabile del marketing e del branding. Parte del tour in distilleria ci è stato fatto da Lorna, moglie di Harry e global marketing manager. Ci ha portati nei campi a zappare le patate e raccogliere le mele con la jeep, di cui una versione in miniatura viene usata durante gli eventi per distribuire gadget come i famosi papillon con la bandiera inglese che adornano il collo della bottiglia di Chase GB Gin.

In distilleria hanno anche i macchinari per l’imbottigliamento, ma alcune cose vengono comunque fatte a mano, per esempio mettere la cera sui tappi e i papillon. Anche l’inscatolamento è manuale.

Le bottiglie sono stampate con una tecnica particolare che non è facile da realizzare e fino a qualche tempo fa le facevano stampare in Francia, ma ora viene fatto fare a Leeds coerentemente con l’idea del brand di mantenere il più possibile tutte le forniture vicine alla distilleria.

Non solo tutte le coltivazioni sono biologiche e ogni tipo di scarto viene riciclato, ma inoltre tutta la distilleria funziona tramite energia rinnovabile: più green di così non si può!

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E per concludere: assaggi! Enjoy and God Save the Gin!

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