D’Annunzio ama il gin e propone agli amici di lanciarsi nella lunga scia dei gin artigianali. Sei mesi di tentativi, assaggi, cene fra amici ed ecco la ricetta perfetta del Giass Milano Dry Gin: 18 botaniche che partono dalle immancabili bacche di ginepro e passano per semi di coriandolo e radice di angelica; mela Golden e scorza di arancia essiccata per le note fruttate; petali di rosa, fiori di camomilla, violetta, arancio e carcadè per le note floreali; foglie di verbena Citrus, semi di cardamomo e foglie di melissa per le note citrate; mandorla di terra, foglie di menta e semi di finocchio per la mineralità e, infine, le note legnose di cassia e timo. La maggior parte delle botaniche proviene dal Nord Italia, in particolare dalla fascia dolomitica. I 18 aromi stanno tre giorni in macerazione prima della distillazione, che avviene usando alcol etilico solitamente di frumento al 96 per cento.
In etichetta si legge Milano Dry Gin, perché si caratterizza come un London Dry Gin, ma nasce nella città della Madonnina. E la stessa bottiglia è un omaggio a Milano: l’etichetta, serigrafata sul vetro, è ispirata ai disegni geometrici della Galleria Vittorio Emanuele, mentre il logo richiama una “vedovella”, le tipiche fontanelle meneghine.
Dopo il primo inizio casalingo, il Giass Milano Dry Gin è stato messo in mano a un master distiller di Bolzano e da lì ha fatto il salto di qualità. Tanto da vincere la medaglia d’argento, al suo debutto, alla San Francisco Wines and Spirits Competition. Per ora la distribuzione è piuttosto limitata, ma i cinque amici giurano che diventerà un fenomeno internazionale.