Nella borsa ho messo anche tutti i principali tool necessari per comporre un buon gin&tonic: il jigger, lo spoon, lo strainer, decine di stirrer di plastica, bicchieri formato balloon per tutti. Questa volta li ho presi di vetro, attingendo direttamente alla mia collezione personale, però per motivi di sicurezza in barca solitamente si evitano materiali frangibili, quindi mi sto attrezzando con un servizio in plastica dura per la prossima volta. Ah, dimenticavo, ovviamente chili e chili di ghiaccio pieno!
Per non parlare del look. Ai miei ospiti non potevo non portare le magliette del The Gin Corner, io invece per fare i drink ho indossato il cappellino il paglia con il logo del bar, che hanno realizzato in esclusiva per noi le mie amiche di MadHats.
Appena arrivati in baia a Giannutri, meravigliosa isola a due passi dall’Argentario e dal Giglio, è partito il momento gin&tonic, con relativo arrembaggio – pacifico – da parte delle barche vicine. Tutti a chiedere un rinfrescante bicchiere di gin&tonic, che dopo una nuotata ci sta veramente bene! E tutti innamorati del gesto di versare la tonica facendola scorrere lungo lo stirrer. Gli uomini presenti hanno commentato di trovare questo gesto davvero sensuale.
Da tutti gli ospiti devo ammettere che è stato particolarmente apprezzato il Gin Mare. Saranno i suoi botanical mediterranei, sarà il nome coerente con il luogo, sarà l’accattivante bottiglia del colore appunto del mare, con tanto di tappo dosatore, particolarmente comodo anche per fare i cocktail in pochi centimetri quadrati. Insomma, per ora il vincitore della minigara dei botanical fra le onde è stato il gin spagnolo.
Per la prossima volta mi hanno chiesto di portare un po’ di ginger beer. Perché no: anche un buon Italian Mule, come quello che ci ha portato Roby Marton’s nella serata che abbiamo fatto al The Gin Corner (5 cl di gin Roby Marton’s; 12 cl di ginger beer; 0,5 cl di lime fresco) in barca ha il suo perché.