Ora, il quadro è in bianco e nero e non so se gli occhi di Sylvius fossero del colore del mare (possibile, visto che era olandese), allegri non saprei definirli (fra guerre e carestie non c’era molto da essere allegri nell’Olanda del Seicento), ma di sicuro erano indomiti. Me lo immagino fra gli alambicchi, mentre prende gli appunti con la sua penna d’oca, fra i boschi a raccogliere erbe medicamentose, mentre fa i suffumigi con l’olio di ginepro. Penso che ogni volta che guardo quel quadro lui mi punti addosso i suoi occhi e mi chieda: “Lo sai che nel tuo drink c’è la mia medicina?”.
Per i non addetti ai lavori: è anche grazie a uomini come Sylvius che si può parlare del gin. Senza di questi antichi speziali niente Gin&Tonic, Martini e Negroni. Nella sua Olanda piena di mercanti con la gotta, Sylvius lavorava sulle proprietà diuretiche e digestive del ginepro. Per questo viene considerato –non senza qualche forzatura storica – l’inventore del Jenever, come gli olandesi chiamano appunto il ginepro. In breve tempo il Jenever, o Gin per gli amici, è diventato il Dutch Courage, il coraggio olandese. Lo bevevano i soldati inglesi prima delle battaglie della Guerra dei Trent’anni.
Beh, se riusciva a dare coraggio ai soldati… perché non berne un goccio prima di un appuntamento? Anzi, magari prima di una cena con lei, portatela a bere un Gin&Tonic o un Martini. Ma senza esagerare, mi raccomando, perché dal coraggio all’euforia etilica è un attimo.