iG: Ora parlaci di te, della tua carriera come barman
TM: Io sono cresciuto nei bar! Mio papà era un barman. Ho lavorato a Roma, dove ho imparato il mestiere in molti bar importanti, poi ho viaggiato in Europa. Ho lavorato soprattutto nei bar di Hotel a cinque stelle, specializzandomi negli ambienti di lusso.
Sono stato tanti anni in AIBES e ho partecipato attivamente a corsi, eventi e concorsi di bar classico della scuola di cucina Tessieri di Firenze. E qui a Firenze è arrivata per me l’occasione di diventare barman all’Harry’s Bar, un posto più piccolo e di nicchia rispetto a quello in cui lavoravo prima, cioè il bar dell’Hotel Principe di Piemonte, a Viareggio.
iG: Per concludere: qual è il segreto per un Martini cocktail perfetto?
TM: Per il Martini non utilizzate il ghiaccio ma tenete tutto in congelatore. Usate solo prodotti di gamma alta. E infine servitevi di un nebulizzatore così non dovete dosare il vermouth.
iG: E qual è un Martini cocktail un po’ diverso che consiglieresti?
TM: Martini con Tanqueray Gin, ovviamente, e lo Sherry al posto del Vermouth dry. Garnish con smoking twist al posto del twist di limone.
iG: La nostra classica domanda finale: qual è il tuo Gin Tonic preferito?
TM: Tanqueray Gin con Fever Tree e pepe rosa.