Perfect serve vol.2: le 5 regole per il Gin&Tonic perfetto

The Gin Lady
June 1, 2016

Le regole per un perfect serve, cinque consigli per fare un Gin Tonic perfetto, degno di una vera e propria Gin Lady... o Lord!

Mi capita talvolta di andare in altri bar ed è ormai diventata consuetudine per me ordinare un Gin&Tonic. Mi piace vedere come lo servono gli altri e spero sempre di imparare qualche nuova dritta dai più bravi, da riferire ai nostri ragazzi. Quel gin che ci mancava, quella tonica gustosa da ordinare, quella macchina del ghiaccio che fa dei cubetti favolosi…

Non sempre, però, l’esperienza è un successo. Il Gin&Tonic e il Martini, per la loro apparente semplicità, sono la cartina tornasole di un buon servizio in un qualsiasi locale. Le regole, infatti, sono poche, ma vanno assolutamente rispettate, per evitare di servire una medicina (conoscete i poteri medicamentosi del ginepro e del chinino!) piuttosto che un buon drink.

“Mi piace osservare gli altri per imparare cose nuove”

The making of a G&T

1.Il Ghiaccio: i bartender che sono saliti in cattedra nelle nostre The Gin Master Class non si sono stancati di ripeterlo, il ghiaccio è il migliore amico del Gin&Tonic. Più ne metti e più è pieno, meno velocemente si scioglierà e annacquerà la bevanda. È fondamentale cominciare con il raffreddamento del bicchiere aiutandosi con lo spoon, quindi scolare l’acqua in eccesso con lo strainer e solo allora mettere il gin. Lo so che per alcuni sembrerò pedante, ma ho constatato con i miei occhi che non è affatto scontato che si seguano queste semplici regolette di servizio.

2. Il Gin: quando si hanno più di 100 gin in bottigliera decidersi è difficile. Abbiamo già detto di come il barman deve essere capace di descrivere le etichette che ha a disposizione e orientare il cliente nella scelta. Raramente, però, ci si trova davanti a una varietà così ampia ed è giusto che sia così: noi siamo un bar tematico, è normale che chi non lo è limiti sensibilmente il suo bouquet di gin. Tuttavia, mi permetto di dare una quota minima di etichette, per potersi dire attrezzati a servire Gin&Tonic: un minimo di 10 varietà di gin in bottigliera secondo me ci devono essere, con 15/20 cominciamo a ragionare. Per quanto riguarda invece la quantità da versare nel bicchiere, aiutatevi con il jigger o se volete, con il tappo del Gin Mare, che ha il dosaggio perfetto secondo la scuola spagnola: sui 7 cl è una quantità salomonica, ma capiterà sempre chi ve lo chiede più o meno forte.

3. Il Garnish: ovvero la guarnizione. Non mettetela a caso, per favore. Non è che il limone ci sta bene su tutto. Se proprio volete avere una spezia che non vi induca in errore, tenete sempre da parte un barattolo di bacche di ginepro: di sicuro non vi sbaglierete, visto che il ginepro è in tutti i gin per legge! Altro errore comune è fare una specie di insalata nel bicchiere, con tutte le aromatiche che vi vengono in mente, qualche volta anche con qualche ortaggio. No, poche spezie ma buone, ben abbinate ai gin (se ne avete pochi, non sarà difficile farvi qualche piccola scheda dei botanical!) e le cruditè servitele a parte come accompagnamento da stuzzicare.

4. La Tonica: giù le mani dalla mia tonica! La cosa che detesto di più è che qualcuno versi la tonica al mio posto. Amo decidere quanta ne berrò, quanto voglio allungare il mio gin, quanto lo voglio rendere frizzante. Il gioco più divertente? Far colare la tonica lungo lo stirrer, ma mi raccomando, non agitatelo, il vostro G&T ringrazierà.

5. Il Servizio: last but not least, il servizio deve essere sempre al top. Non eccessivamente affettato, ma neanche troppo amichevole se non si conoscono i propri clienti da una vita. E, mi raccomando, servite sempre prima le signore!

Non mettete guarnizioni a caso, per favore!

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