In attesa che qualcuno costruisca questa geniale macchinetta dispensa felicità, ci chiediamo, stimolati dal secondo input di cui dicevamo all’inizio: siamo pronti per i ready to drink? Il mercato evidentemente lo è, specialmente quello dei giovani, che apprezzano bevande come il Bacardi Breezer perché facilmente fruibili. Dall’altra parte, però, ci sono i bartender che non si arrendono all’impacchettamento del loro mestiere. Ecco quindi l’input di cui sopra: proprio stamattina mi salta all’occhio in un gruppo Facebook popolato da bartender il thread lanciato da uno di loro, mettendo in bella vista dei cocktail ready to drink. Il gruppo si chiama Shitty Cocktail e si diverte a scherzare su garnish eccessivi e presentazioni di cocktail diciamo fantasiose (ve lo ricordate il delfino banana? È il protagonista del gruppo). Quindi, aver messo un post con questi drink in brick aveva un intento ridicolizzante. Eppure il buon Alex Frezza, bar manager e patron dell’Antiquario di Napoli, che modera il gruppo, ha subito chiarito di aver voluto autorizzare la pubblicazione del post proprio per stimolare il dibattito: la domanda è non solo se siamo pronti per i ready to drink, ma anche se i bartender hanno capito che il mercato potrebbe essere maturo. “Questi cocktail – afferma Frezza – potrebbero essere la più grande opportunità per promuovere il lavoro di un bar o di un bartender”. Insomma, non l’esortazione ai bartender è di non vederli come nemici da combattere, ma come alleati da sfruttare.