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Come il il whisky è diventato il distillato più letterario di tutti

labarbaalbar
November 2, 2022

Quali sono le differenze fra le tipologie di whisky, whiskey e bourbon? Come si fa il whisky? Cosa è la "parte degli Angeli"? Breve introduzione a questo distillato

Se esiste un distillato legato all’iconografia popolare della vita notturna e turbolenta, dei gangster e degli scrittori questo è sicuramente il whisky. Ma andiamo con ordine. La paternità di questo delizioso distillato è contesa tra Irlanda e Scozia, anche se la prima testimonianza scritta dell’esistenza della bevanda compare negli Annali di Clonmacnoise (Irlanda), dove nel 1405 si racconta di una morte per intossicazione dovuta alla bevanda. Ironicamente la parola whisky o whiskey è un’anglicizzazione del termine gaelico irlandese uisce o gaelico scozzese uisge che significa acqua ed in effetti il whisky a quelle latitudini è consumato quasi come uscisse da ogni rubinetto. La denominazione latina dell’alcol distillato aqua vitae venne a sua volta tradotta in “uisce beatha” o “uisge beatha”, ovvero “acqua viva” o “acqua della vita”.

Di questo distillato esistono moltissime varietà basate sulla provenienza e sul cereale utilizzato per la produzione. Scotch whisky fa riferimento a quelli prodotti in Scozia come il Whiskey irlandese e il Canadian whisky. Bourbon è un termine con il quale si identifica il whiskey prodotto negli Stati Uniti per fermentazione e distillazione di granoturco, segale e malto d’orzo e che deve il nome alla contea omonima del Kentucky, dove storicamente ne fu iniziata la produzione.

Il più famoso e pregiato è comunque considerato quello scozzese dove esistono tre varietà di prodotto, il Single malt, whisky di malto ricavato dalla distillazione di solo malto d’orzo , il Blended whisky, ottenuto dalla miscelazione di whisky di cereali con whisky di malto; e il Single grain, ottenuto dalla distillazione di cereali diversi dall’orzo, come il frumento ed il mais e prodotto da una sola distilleria.

Uno degli elementi che lo rende amatissimo dai bevitori di tutto il mondo è sicuramente l’utilizzo della torba in fase di produzione. La maltazione dell’orzo infatti, cioè il processo di tostatura del cereale, avviene utilizzando la torba come combustibile. La torba è un deposito composto da resti vegetali sprofondati e impregnati d’acqua che, a causa dell’acidità dell’ambiente, non riescono a decomporsi interamente e le cui caratteristiche aromatiche derivanti dalla composizione, come sale, conchiglie, erbe e fiori, donano al malto un sapore affumicato assolutamente unico che ritroviamo intatto nel prodotto finito.

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Discorso a parte merita il  bourbon. Questo prodotto è profondamente legato alla storia americana ed è di fatto il distillato autoctono degli Stati Uniti. Può essere distillato in tutti gli USA, ma i maggiori produttori sono Kentucky, California, Illinois, Pennsylvania, Indiana e Georgia. É il Kentucky a fare la parte del leone con la maggior concentrazione di storiche e grandi distillerie. La base è il cereale che identifica maggiormente il continente americano, il mais che qui a differenza dell’orzo ha le condizioni climatiche perfette per prosperare.

Il governo è sempre stato estremamente protezionista sul proprio distillato e ha stabilito da subito delle regole molto precise sulla produzione:

  • deve essere ottenuto da una miscela costituita da mais per almeno il 51%
  • deve essere distillato non oltre l’80% di alcol in volume;
  • deve essere naturale al 100%. Alla miscela può essere aggiunta solo acqua;
  • deve essere invecchiato in botti di quercia, nuove e tostate internamente per facilitare la penetrazione del distillato nel legno;
  • deve essere messo in botte con non più del 62,5% di alcol in volume.

Il prodotto è così parte della vita americana che ogni grande autore ha almeno una citazione di questo distillato nelle proprie opere ed interviste, da Mark Twain a William Faulkner, da Hemingway all’immancabile Charles Bukowski che sul bancone ha improntato la maggior parte della propria poetica. Ma di banconi è pieno anche il cinema americano, a partire da quelli dei saloon dove il whisky dissetava le gole riarse dopo una lunga cavalcata.

Ovviamente, come per tutti i distillati invecchiati, fondamentale importanza riveste il passaggio in botte, che determina il profilo aromatico finale e su cui ogni produttore investe tempo e denaro.

Far sentire le stagioni al prodotto è parte fondamentale della sua maturazione. Il cosiddetto Angel Share o parte degli angeli, la percentuale del whisky andato perduto è molto alto, nel primo anno, nel clima umido e caldo del Kentucky ad esempio si raggiunge anche il 10%. Al contrario lo Scotch whisky riposa in condizioni di umidità e temperatura più costanti e perde “soltanto” il 2% di massa.

Il whiskey è oggi prodotto in tutto il mondo, con alterne fortune. Da notare è sicuramente il whiskey giapponese che negli ultimi anni è salito per costanza e qualità sul tetto del mondo. Questi whiskey dalla storia oramai centenaria, sono frutto della raffinata tecnica giapponese, che in primis studia i metodi di produzione esteri e li fa propri perfezionandoli, con esempi lampanti nell’industria motociclistica, elettronica e nella cucina.

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