Curiosità

Consigli spiritosi (rigorosamente non richiesti): L’Old Fashioned

Alexia Quagliotti
April 6, 2023

Parliamo di uno dei cocktail più famosi a base di whisky: l’intramontabile (seppur con qualche periodo buio) Old Fashioned.

Cominciamo subito con una nota: per favore pronunciamolo bene, con la D alla fine (old fesciond per capirci)!

Il nome fu coniato agli inizi dell’Ottocento, quando sulla scena della Mixology britannica dell’epoca cominciarono a prendere piede cocktails composti da uno spirito di base e liquori complementari unitamente a frutta  e altri ingredienti. I più tradizionalisti, contrari a questa visione moderna, chiedevano un old fashioned riferendosi alle preparazioni di stile più antico, risalente al 1700, composte prevalentemente da zucchero, acqua e bitters miscelati con uno spirito a scelta (come in tutte le rivoluzioni c’è sempre chi grida:”O tempora! O mores!”).

Fu solo verso il 1880 che in America la denominazione venne associata alla sua preparazione più frequente con bourbon o rye. L’effettiva paternità dell’attuale ricetta dell’Old Fashioned – e quindi il suo luogo d’origine – è un tema dibattuto: c’è chi la assegna alla città di Louisville, nel Kentucky, che ne ha addirittura fatto il suo cocktail ufficiale (ma solo nel 2015) e chi invece sostiene sia nato al Waldorf Astoria di New York.

Oggigiorno la sua preparazione prevede innumerevoli varianti, ma l’elemento sempre più diffuso è la sostituzione della zolletta di zucchero e acqua con sciroppo di zucchero. Per chi di voi sta già arricciando il naso ecco una notizia bomba: lo sciroppo di zucchero è effettivamente composto da zucchero e acqua…

Quando si tratta di Old Fashioned, l’uso di uno sciroppo invece della zolletta risulterà in un drink più omogeneo. Lo zucchero infatti non si scioglie bene nell’alcool o quando è freddo, con il rischio di ritrovarsi i  granelli  sul fondo del bicchiere. Se, invece, si prepara lo sciroppo per tempo, usando 2 parti di zucchero e 1 parte di acqua, questo si miscelerà più facilmente con il whisky e il bitter producendo una bevanda molto più consistente.

Altre varianti molto apprezzate prevedono il taglio con whisky diversi  (molto interessante il rye con un torbato) o con altri spiriti (provate un taglio con il Mezcal se amate il sentore di affumicato), ma anche l’utilizzo di sciroppi fruttati (quello d’ananas ad esempio è molto indicato) o zuccheri dalla personalità più incisiva (sciroppo al caramello o, meglio ancora, di zucchero Demerara).

Elemento che invece sembra resistere alle mode del momento è quello della scorza d’arancia, non più pestata ma “spruzzata” sul bicchiere per irrorarne il contenuto con i suoi olii essenziali e poi aggiunta come garnish.

E il bitter? Beh, è difficile spodestare un’icona senza tempo come Angostura, ma qualche tentativo (anche ben riuscito) è stato fatto per conferire un profilo più speziato o agrumato a seconda del contesto gustativo che si è voluto dare.

A chi desidera cimentarsi con questo cocktail il consiglio è sempre quello di trovare la variante che più vi assomiglia perché, parafrasando il detto del buon Virgilio, non è “buono” ciò che è “buono” ma è “buono” ciò che piace!

Salute!

 

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