L’esperimento, spiegano i ricercatori, è stato condotto su un campione di mille persone, a cui sono stati sottoposti sia dei test sulla personalità, che delle schede sulle preferenze dei cibi e delle bevande, da quelli più dolci a quelli più amari. Incrociando le analisi è venuto fuori che amaro=psicopatico. Ma non abbattetevi, cari amici del gin tonic: un altro studio dello psicologo Kevin Dutton dell’Università di Oxford, dimostra come gli psicopatici abbiano maggiori probabilità di essere intelligenti e capaci di lavorare sotto pressione. In pratica dei leader naturali.
Veniamo poi ai benefici del gin tonic. Abbiamo ripercorso spesso la storia del gin e della tonica e sappiamo che la loro diffusione è strettamente correlata alla medicina. Ecco quindi sei buoni motivi per bere il gin tonic. Non una panacea di tutti i mali, ma almeno un piacevole rimedio per qualche malanno.
- Allevia i dolori articolari
Un antico rimedio popolare dei paesi anglosassoni prescrive di mettere a bagno nel gin dell’uvetta e mangiarne non meno di nove acini al giorno. Non ci sono evidenze scientifiche dell’effettiva riuscita di questo esperimento, tuttavia nelle vecchie storie c’è sempre un fondo di verità.
- Aiuta contro il raffreddore
Le bacche di ginepro sono a tutti gli effetti considerate un superfood dai salutisti, che le utilizzano come rimedio naturale contro il raffreddore. D’altra parte sono effettivamente piene di vitamina C e antiossidanti. Beh, prima di ricorrere a un’aspirina, magari provate con un gin tonic.
Questo è una delle proprietà maggiormente riconosciute del ginepro. D’altra parte il gin nasce come rimedio contro la gotta e appunto come diuretico. Mai scappati in bagno dopo un gin tonic?
- Mantiene la pelle giovane
Anche se l’alcol è additato come un nemico della pelle, in compenso il nostro amico ginepro contiene vitamine, flavonoidi e antiossidanti e per questo aiuta nel mantenerci giovani. Provare per credere.
Last but not least, è un toccasana per la digestione. Meglio del bicarbonato e dell’antiacido, dicono alcuni. Anche in questo caso, provare per credere.