Aaron cita il Manifesto di James Hayman contro i “fake gin” dove si condanna coloro che producono gin in cui il gusto di ginepro è minimo o addirittura nulla in quanto minano il lavoro degli altri distillatori e confondono i consumatori. Tutto giusto, ciò che è forse più difficile da stabilire è quale sia la linea oltre la quale non è più possibile chiamare un distillato “gin”.
Stephen Gould spiega che le leggi in Europa e negli Stati Uniti sono differenti, ma storicamente il ginepro è predominante nel gin e così deve essere. Ciò non significa che non ci sia spazio per l’innovazione, però se in un distillato il ginepro scompare in favore delle altre botaniche allora non è gin. C’è però un’area in cui le opinioni possono divergere, per esempio Stephen dice che nelle giurie ha provato molti gin che secondo lui avevano troppo giaggiolo e poco ginepro, mentre secondo gli altri distiller non era così. Sono opinioni personali, ma il ginepro deve esserci.
Concorda Maggie Campbell, riconoscendo che esistono distillati assolutamente eccezionali e meravigliosi ma che, nonostante in etichetta scrivano diversamente, non sono gin. Lee Kantric rincara dicendo che soprattutto negli USA vengono prodotti Contemporary Gin, ma è fondamentale rimanere fedeli al gin e alla sua storia, come loro stessi cercano sempre di fare, perché se il ginepro è la quarta o quinta botanica è già difficile poter parlare di gin.
Jason Barrett aggiunge inoltre che ciò è importante dal punto di vista del consumatore, perché se si prepara o ordina un classico cocktail a base gin si aspetta sicuramente determinati sapori. Esistono però prodotti che sono al limite della definizione di gin e non esiste una buona e chiara definizione per questi prodotti in modo da poter dar loro un nome specifico. Speriamo che in futuro vengano ben definiti anche questi distillati.
Aaron aggiunge che il ginepro è fondamentale nel gin e fa parte della sua stessa definizione, però il bello del gin è proprio il fatto che sia definito anche da altri ingredienti e da molti possibili metodi produttivi: ciò lo differenzia dagli altri spiriti. Inoltre la definizione di gin si basa sul “gusto” e il gusto è una cosa soggettiva e non oggettiva.