Angelica - L’Erba dell’Arcangelo Gabriele

Federico Cremasco
May 3, 2019

L'Angelica, una pianta magica, sacra, esoterica: in questa seconda puntata di Jerbario la sua storia, le sue proprietà e i suoi usi anche nei cocktail

L’Angelica come pianta curativa

August Quirinus Bachman (Rivínus), medico a Lipsia nel secolo XVII, volle con il nome Angelica immortalare una pianta che, secondo lui, “l’Arcangelo Gabriele aveva fatto conoscere all’umanità.” Non a caso tutte le specie di Angelica vennero considerate piante medicamentose dalle miracolose e magiche virtù. Si pensava che essa agisse contro ogni veleno, debellasse la peste e fosse in grado di prolungare di molti anni la vita dell’uomo. “Dissolve il sangue appreso,” diceva Durante; “Libera dai morsi dei cani rabbiosi e parimente delle serpi,” affermava Mattioli. Linneo si limitò a conservarne il nome, attribuendo le celebri proprietà medicamentose alla varietà Archangelica forse in virtù del fatto che quest’ultima emana un profumo delicato e piacevole. Fu per questa ragione che la specie Archangelica fu molto più studiata dal punto di vista farmacologico della congenere Silvestris peraltro più comune, ma pare comunque che le due piante abbiano delle proprietà pressoché analoghe.

Al di là di tutte le chimere raccontate intorno at miracoli dell’Angelica possiamo sicuramente dire che essa gode di un’ottima considerazione sotto l’aspetto medicinale proprio in virtù del suo olio essenziale (angelicina) che fa della pianta un buon tonico, digestivo, stomachico e aperitivo.

Lo sapevi che… l’olio essenziale di Angelica ha aromi simili a quelli delle bacche di ginepro?

Diffusione, aspetto e coltivazione

In Italia è presente nell’arco alpino, dove nel passato era raccolta allo stato spontaneo. E’ preferibile la raccolta nell’autunno del primo anno, prima della formazione dello scapo fiorale, per evitare che la fruttificazione provochi l’esaurimento della radice e la perdita di sostanze di riserva. La pianta presenta una radice fittonante e carnosa; il fusto è eretto, alto 1-2 metri, glabro rossiccio, molto ramificato; foglie basali lungamente picconate con guaina avvolgente. I fiori, piccoli, bianco-verdognoli, sono portati in ombrelle terminali composte, grandi ed emisferiche, di 20-30 raggi. I principi attivi sono contenuti in tutti gli organi della pianta.

Radice di Angelica

Usi della radice e dei semi di Angelica in liquoristica

Nella radice di angelica è contenuto un olio essenziale il cui componente è un composto a struttura cumarinica, di nome angelicina, che svolge un’azione sedativa e spasmolitica che trova impiego nelle dispepsie digestive. La radice è dunque un digestivo di notevole interesse farmacologico perché, oltre ad agire come tonico e stimolante, migliora i processi digestivi favorendo le secrezioni gastriche e pancreatiche. Ma la radice, così come i semi, trovano ampio uso anche nella liquoristica. Il suo olio essenziale è infatti uno dei componenti fondamentali del Gin e di molti liquori alpestri, perché ha un aroma simile a quello delle bacche di ginepro. I semi e la radice sono inoltre utilizzati per la preparazione di Bitter, liquori, anisette, vermouth, Benedectine, chartreuse e altri prodotti.

Infusi, decotti ed elisir a base di Angelica per il benessere del corpo

L’infuso di Angelica (gr.5 in una tazza di acqua bollente a modo di tisana) facilita la digestione e viene adoperato anche contro l’isterismo e il rachitismo. Dioscoride lo consigliava per liberarsi dalla tosse, “per sputare li humori grossi dal petto.”

L’infuso di Angelica silvestre libera i polmoni da catarro, toglie il bruciore di stomaco ed è efficacissimo per purificare il corpo da cibi malsani eventualmente ingeriti. Purga il sangue da umori cattivi, per cui viene indicata allo scopo di risolvere le congestioni. Nell’antica farmacopea, la radice di Angelica, veniva chiamata “radice pettorale” per la spiccata proprietà di sanare i disturbi della respirazione e della circolazione.

Un vino digestivo si prepara con radice e semi di Angelica gr.35, cannella gr.4, noce moscata gr.3 in un litro di marsala, da filtrare dopo 8 giorni.

Un elisir d’Angelica si ottiene con gr.35 semi di Angelica, gr4,5 di steli freschi, gr60 di mandorle amare e gr.2000 di zucchero in 2,5 litri di alcool a 60° e 1 litro d”acqua. Si pongono a macerare prima le parti in alcool, si scioglie a caldo lo zucchero nell’acqua, si mescolano le parti, si filtra e si lascia riposare per qualche giorno. E’ un ottimo espettorante e un corroborante di tutto l’apparato digestivo.

Un ratafià si prepara con gr.30 di semi di Angelica, gr.20 di semi di anice, gr.20 di semi di finocchio selvatico, posti a macero per 10 giorni in mezzo litro di alcool a 60°, si sciolgono poi 1000gr di zucchero a caldo in 250gr di acqua, si amalgama bene il tutto, si filtra e si lascia riposare in bottiglia.

Per i disturbi e le coliche intestinali, come pure per tutti gli usi esterni in piaghe e contusioni, è preferibile il decotto, preparato con radice di Angelica silvestre gr.100 da bollire in gr.500 di acqua per 10 minuti, preso poi a bicchierini, filtrato, o applicato a modo di linimento.

Lux Fero by Anna De Vita

E per concludere… un cocktail con l’Angelica firmato Anna de Vita!

Lux Fero

The Morning Star fell like lightning from Heaven

  • 25ml Assenzio SAMAELE ; @distiller_noah (con radice di angelica)
  • 45ml gin (con radice di angelica)
  • 25ml Infuso freddo di radice e semi d’angelica; homemade
  • 45ml succo di mela e mirtillo
  • cannella
  • scorza di limone

Questo cocktail rappresenta l’incontro tra Assenzio, distillato del Diavolo, e l’Angelica, l’erba degli Angeli; questa botanica era considerata un’erba “scacciadiavoli”, capace di liberare i luoghi e le persone da influenze demoniache; ha mantenuto nei secoli un alone di magia su cui mi sono basata per la creazione di questo drink un po’ esoterico.

Mentre l’assenzio infiamma nel bicchiere, il Gin e l’infuso freddo di radice di Angelica, si miscelano all’interno del boston senza ghiacchio (tecnica del Mix&Pour). La fiamma si spegne con l’aggiunta di ghiaccio. Si versi poi il contenuto miscelato e si lasci per ultimo il succo di mela e mirtillo che, versato per ultimo, cadrà dall’apice del bicchiere verso la sua parte inferiore, così come cadde Lucifero dal Paradiso agli Inferi. Si osservi il cambiamento di colore nel bicchiere successivo all’aggiunta del succo. Top di cannella e scorza di limone all’interno.

Autrice del Cocktail: Anna de Vita (Tipografia Alimentare, Milano)

JERBARIO

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