Uno studio condotto dall’International Centre for Brewing and Distilling (ICBD) della Heriot-Watt University lancia un allarme per il futuro del gin: i mutamenti climatici stanno già influenzando la composizione aromatica delle bacche di ginepro, ingrediente essenziale nella produzione di questo distillato.
Ginepro e terroir: il sapore nasce dalla terra
I produttori di gin selezionano con cura le regioni da cui proviene il ginepro, proprio come accade nel mondo del vino. Lo studio, pubblicato sul Journal of the Institute of Brewing e intitolato Sources of variance in the volatile contribution of juniper to gin, ha analizzato bacche provenienti da sette aree europee: Albania, Bosnia, Macedonia, Montenegro, Serbia, Kosovo e Italia.
Secondo Matthew Pauley, docente presso l’ICBD, le bacche di ginepro sviluppano profili chimici distinti a seconda della zona di origine. Queste differenze si riflettono direttamente sugli aromi finali del gin – note legnose, resinose, agrumate o floreali – che possono variare sensibilmente.
Un dato emerso dallo studio è particolarmente significativo: in un anno di raccolto piovoso, il contenuto di composti volatili nelle bacche può ridursi fino al 12% rispetto a un anno secco. Questo si traduce in un impatto diretto sul bouquet che caratterizza il gin.