Ci sono bottiglie che è davvero difficile reperire sul mercato, in funzione di una produzione limitata a qualche migliaio di esemplari. In altri casi le difficoltà di acquisto derivano dalla distribuzione tutt’altro che capillare, oppure da un inaspettato successo del prodotto che ha reso la ricerca molto difficile. Il “Crown Jewel” di Beefeater risponde a tutte queste situazioni, tant’è che ad oggi è considerato uno dei gin più ricercati (e costosi) in circolazione. La conseguenza? Da qualche anno questa bottiglia si è elevata al rango di “desiderio proibito” di molti appassionati di Gin e i prezzi si sono elevati ben oltre la soglia psicologica dei 100 euro. Cerchiamo ora di capire se vale veramente la pena acquistare questa bottiglia e in che modo si comporta nei tre principali cocktail a base di Gin.
L’edizione limitata che ha fatto impazzire il mondo
STORIA: La produzione di questo Gin è iniziata nel 1993 ed è terminata ufficialmente nel 2009 con l’introduzione di “Beefeater 24” nel portfolio dell’azienda. La richiesta degli appassionati è stata talmente pressante da indurre però il marchio inglese a riproporre il “Crown Jewel” nell’autunno del 2015, questa volta in edizione limitatissima “One Shot”. La bottiglia che stiamo valutando proviene da quest’ultima produzione.
PACKAGING: Il confezionamento è imponente. La bottiglia è squadrata, di fattura geometrica. Ai lati sono evidenziate le dieci botaniche utilizzate mentre sul retro è indicato il numero della bottiglia. Campeggia sul fronte la scritta “Peerless Premium Gin”, una sorta di “avvertimento” sulle qualità straordinarie di questo distillato.
FORMATO: 100 Cl
GRADAZIONE: 50% (molto elevata)
DEGUSTAZIONE:
NEAT DRINK
La bevuta liscia evidenzia la grossa personalità di questo Gin: gli equilibri e le dosi delle singole botaniche sono le stesse del Beefeater, ma in questo caso è percepibile in maniera netta la presenza del pompelmo fresco, la vera novità a livello aromatico. La gradazione è molto impegnativa, tanto da poter dire che il “neat drink” non è in questo caso la migliore soluzione possibile per bere questo Gin.
ESUBERANTE
GIN TONIC
Il G&T è il modo migliore di godersi il Jewel Crown. Il ginepro letteralmente “esplode” nel bicchiere, contornato da una acidità che sorprende per finezza e portata. E’ comunque un long drink classico, che convincerà (e forse sbalordirà) soprattutto chi apprezza un Gin Tonic di stampo tradizionale. Ovviamente il tasso alcolico spinge la qualità di questo G&T verso lidi che altri Gin difficilmente potrebbero raggiungere. Ma ricordiamoci che non è sufficiente alzare il livello dell’alcol, se alla base non c’è una distillazione lenta e chirurgica. E nel caso specifico di questo Gin… c’è tutto!
EFFERVESCENTE
NEGRONI
In questa dimensione il Jewel Crown è portentoso: sviluppa una sontuoso equilibrio con i compagni di banco (il Bitter e il Vermouth rosso) che per l’occasione devono avere caratteristiche aromatiche di qualità superiore rispetto ai consueti canoni: utilizzate quindi prodotti top tralasciando i marchi standard, almeno per questa volta. Il Negroni che ne risulta è deciso, forte e allo stesso tempo scolpito nella pietra negli aromi e nei sapori, con un ginepro che svetta senza esagerare. Consigliamo di berne non oltre un paio a serata, il terzo bicchiere sembrerebbe “off limits” per quasi tutti…
IRRUENTO
DRY MARTINI
Nel “classico dei classici” il Jewel Crown si distingue per una sottile punteggiatura vegetale, tant’è che in questo caso l’oliva verde è più indicata rispetto alla scorza di limone. Al palato si dimostra completo, ampio nella portata e di forte impatto alcolico. Grande carattere, sostanza e struttura per un Dry Martini destinato a chi è avvezzo, non certo per neofiti ed improvvisati che potrebbe non sentirsi a loro agio.
VIRILE
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