Menta Piperita, l’essenza della freschezza

Federico Cremasco
November 5, 2019

Il nuovo episodio di Jerbario, la rubrica di Federico Cremasco che ci svela tutti i segreti delle botaniche più comuni dei gin: ecco a voi, la menta!

La Menta nella mitologia e nella storia della medicina

La mitologia favoleggiava della ninfa Mintha, figlia del dio dei fiumi Cocito, della quale si era invaghito Plutone e che quindi fu poi rapita dalla gelosa Proserpina e trasformata nell’erba profumata che prese il suo nome. Così la mitologia Greca – e poi quella Romana – vollero onorare la fama di questa pianta, in verità non molto bella nell’aspetto, ma dal profumo ineguagliabile e dalle notevoli virtù medicamentose. Già Plinio infatti ne enumerò tutte le proprietà esaltandone il profumo che eccitava l’animo ed il sapore che stimolava l’appetito. Le pozioni a base di menta venivano usate per guarire l’angina tonsillare, gli sputi sanguigni, il singhiozzo, i vomiti e rischiaravano la gola ai cantanti. Oltre a ciò, secondo Plinio, la menta era anche un ottimo vermifugo. Quell’ultima proprietà venne più tardi confermata dalla scuola medica salernitana: “mentitur mentha si fit depellere lenta ventris lumbricos stomachi vermesque nocivos” e anche dal Mattioli: “…ha in sé la menta un certo che d’amarezza con la quale ammazza ella i vermini”.

Nel XVIII secolo Nicolò Lemery, nel suo Trattato delle droghe semplici, espose una sua interpretazione relativa alle presunte virtù eccitanti e toniche della pianta: “Mentina è dedicata a mente perché questa pianta, fortificando il cervello, risveglia i pensieri o la memoria.”

La menta, cos’è e come è fatta

Specie erbacea perenne della famiglia della Lamiaceae (Labiatae); la più pregiata tra le tante varietà è appunto questa, detta “Mentha piperita” risultato dell’incrocio tra la Mentha viridis e quella acquatica, coltivata nei giardini per il suo gradevole profumo, ma presente anche nella ricca flora delle nostre campagne. Essendo un ibrido, i suoi fiori sono sterili, va pertanto moltiplicata per talea di radice. 

La pianta si presenta a stelo eretto, ramoso e vellutato, a sezione quadrangolare, ha foglie acute, seghettate, vellutate inferiormente; fiori azzurri o rossastri, raccolti in spighe. Fiorisce da Giugno a Settembre, ma se ne utilizza tutta la pianta, seccata al  sole e all’aria e conservata al riparo dalla luce e dall’umidità. 

Contiene mentolo e mentone, costituenti di un olio etereo con proprietà toniche, eccitanti, antispasmodiche, antisettiche e calmanti, molto note ed apprezzate dalla medicina popolare e che anche la farmacologia ufficiale riconosce e utilizza in numerosi preparati. Nell’ambito della specie piperita si distinguono due varietà botaniche: la officinalis rubescens Camus, nota sotto il nome di “Italo Mitcham” o “menta nera”, e la officinalis pallescens Camus, detta “menta bianca” o “piemontese”, che fornisce una essenza di qualità migliore.

Tintura e liquore a base di menta

Con le foglie fresche si può facilmente ottenere la tintura: si lasciano 40g di foglie a macerare per 4-5 giorni in 300g di alcool a 60°; si spremono poi si filtra il liquido e si utilizza a gocce (20-30) in poca acqua, sia come digestivo sia come calmante. 

Con la Menta si preparano sciroppi, pastiglie, tisane, aperitivi e liquori vari. Una buona formula è la seguente: 25g di foglie secche poste in 300 g di alcool a 60° per 5-6 giorni; si filtra spremendo bene le foglie, si aggiungono 500g di sciroppo semplice preparato a parte e si lascia riposare in bottiglia ben chiusa. È un liquore gradevole, atto a tutti gli usi.

Julep Sound (foto: Gian Maria Ciardulli)

La menta nei cocktail: Julep Sound by Gian Maria Ciardulli

Ingredienti:

  • London dry gin 6cl
  • Menta 8 germogli
  • Elderflower syrup 2cl
  • Agrumi bitter mix 3 dash
  • Benedictine 0.5 cl
  • Ghiaccio tritato 

Tecnica: build

Garnish: Menta e lemon peel 

Glass: Julep cup

 

Gian Maria Bio: Il mio lavoro sorge dalla passione e da un Martini! Ho iniziato da giovane  nella mia città natale, Roma, lavorando nei locali della movida notturna per divertimento e come lavoro accessorio. Trascorso qualche anno e una piccola parentesi in Spagna ho poi ho scoperto il “Martini” (eseguito da Mauro Lotti) ed “il Barman”. Dà lì ho iniziato a studiare e sviluppare la mia professionalità ed ospitalità in questo fantastico mondo: “il Bar”. Successivamente, per motivi di affettivi, mi sono fermato a lavorare stabilmente in Toscana.

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