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La Corte UE vieta l’uso della parola “gin” sulle bevande analcoliche

Vanessa Piromallo
December 3, 2025

La conferma a quello che abbiamo sempre detto: se non ci sono almeno 37,5 gradi alcolici non si può usare la parola gin in etichetta!

La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che le bevande senza alcol non possono essere chiamate “gin”, neanche se l’etichetta riporta in modo chiaro la dicitura “analcolico”. La decisione, pubblicata il 13 novembre, arriva dopo una disputa tra l’associazione tedesca per la concorrenza Verband Sozialer Wettbewerb e l’azienda PB Vi Goods, produttrice del “Virgin Gin Alkoholfrei”.

La causa è nata in Germania, dove l’associazione ha contestato il nome del prodotto sostenendo che viola la normativa europea. Secondo le regole UE, infatti, il gin deve avere una gradazione alcolica minima del 37,5% vol. Un requisito che le versioni zero alcol non possono soddisfare. Il tribunale tedesco ha quindi chiesto chiarimenti alla Corte europea.

La risposta è stata netta. Per i giudici del Lussemburgo esiste un “divieto chiaro” nell’uso del termine “gin” per bevande che non contengono alcol. Specificare che si tratta di un prodotto “non alcolico” non cambia la sostanza. La Corte ha però precisato che i prodotti interessati potranno continuare a essere venduti, a patto di rinunciare alla parola incriminata.

La decisione mette ordine in un mercato cresciuto in modo rapido, nel quale diversi marchi hanno lanciato versioni zero alcol ispirate al gin tradizionale. Tra questi ci sono anche grandi player come Tanqueray 0.0. Altri, come Lyre’s, avevano già intuito la direzione e hanno scelto soluzioni alternative. L’azienda ha recentemente ribattezzato il suo “Dry London Spirit” come “Gin Alternative”, definizione che ora appare più prudente che mai.

Il verdetto dà sostegno ai produttori di gin classico, che negli ultimi anni hanno criticato le aziende low e no alcol per l’uso di un termine ritenuto fuorviante. La Gin Guild, che rappresenta i distillatori di tutto il mondo, ha avviato più volte azioni contro prodotti giudicati “inaccettabili”. È successo con il “Belvoir Alcohol Free Gin & Tonic” e con due articoli della Pentone Family, Red Storm e Ocean Storm, etichettati come gin nonostante avessero una gradazione del 29%. Dopo le contestazioni, ogni riferimento al gin è stato eliminato dalle etichette. Anche CleanCo, fondata dal volto televisivo Spencer Matthews, ha dovuto adeguarsi. Il suo “Clean Gin” è diventato “Clean G”.

Con questa sentenza, la Corte UE mette un punto fermo: il gin, per definizione, deve essere alcolico. Le bevande che vogliono proporre un’alternativa dovranno trovare altre parole per dirlo.

 

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