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Ginposium 2020: riduzione del rischio, storytelling ed eco-sostenibilità

Vanessa Piromallo
June 17, 2020

Tre esperti ci parlano di argomenti importanti per i produttori di distillati in questa edizione online del Ginposium 2020

Vi presentiamo tre nuovi interventi del Ginposium 2020 tenuti da esperti del mondo dei distillati. Come sapete, quest’anno a causa dell’emergenza Covid l’evento a Londra non ha potuto tenersi, quindi le presentazioni dei relatori sono state registrate a distanza e messe gratuitamente a disposizione di chi voglia vederle a questo link: https://www.theginguild.com/the-ginopedia/gin-guild-films/ginposium-2020/

Per facilitare la comprensione in lingua inglese vi forniamo i nostri riassunti. Ieri abbiamo pubblicato l’intervento di David T. Smith, oggi riassiumiamo altre tre presentazioni e continuate a seguirci per tutte le altre!

Flaming Heck!

Rispetto delle norme di sicurezza; Ridurre i rischi nella lavorazione di distillati ad alta gradazione alcolica.

Professor Scott Allen, Managing Director presso Allen Associates (HPE) Ltd

La Allen Associates è il più grande studio di ingegneri della Scozia, specializzati nel design dei macchinari per le distillerie. Lavorano come consulenti e come progettisti per numerosi produttori di Scotch Whisky e altri distillati, soprattutto in Scozia, ma anche nel resto del mondo.

Perché una distilleria deve essere consapevole dei rischi nel lavorare con distillati ad alta gradazione?

  • Riguarda tutte le distillerie che lavorano con materiali infiammabili
  • La mancata conoscenza dei rischi e delle leggi non è una scusa
  • Le norme coinvolgono anche le piccole distillerie
  • Il costo del rispetto delle norme è inferiore ai costi in caso di incidenti
  • Conviene trovare il tempo per mettere in sicurezza la distilleria piuttosto che dover correre ai ripari in seguito
  • A chiunque può capitare un incidente e può avere come conseguenze la distruzione della propria azienda e, in certi casi, anche la prigione.

Process Safety” è un insieme di soluzioni ingegneristiche e di tecniche manageriali atte a ridurre al minimo i rischi dovuti all’uso di materiali pericolosi. Questi rischi possono coinvolgere la sicurezza delle persone, quella ambientale e anche i costi di gestione, in quanto danni minori significano perdite minori. Gli incidenti di maggiori entità infatti riguardano esplosioni ed incendi, che possono avere diverse cause e verificarsi con modalità e intensità diverse a seconda della situazione, ma possono coinvolgere anche il rilascio di sostanze tossiche. Per ogni distilleria ci sono dunque numerosi requisiti legali da seguire perché il rischio sia ritenuto accettabile. L’esperienza del Professor Allen mostra che molte nuove distillerie artigianali non conoscono bene i requisiti necessari e ciò in certi casi ha portato a gravi conseguenze, quindi è necessario che il progetto venga creato e approvato da professionisti del settore e che le aree di lavoro vengano adeguatamente analizzate per una corretta valutazione del rischio e migliorate il più possibile. L’ideale è che il lavoro sia svolto correttamente già dalla progettazione iniziale. La presentazione prosegue con esempi di metodologie per la valutazione e la prevenzione del rischio.

Isle of Harris Gin

Storytelling, percezione e verità

Ecco come un packaging distintivo e ben fatto può aggiungere valore al tuo brand.

Ivan Bell, Amministratore delegato di Stranger & Stranger

Stranger & Stranger è un’azienda specializzata nel design del packaging e nel branding delle bevande alcoliche in opera sin dal 1994. Hanno sviluppato il packaging di numerosi prodotti, soprattutto quello che viene definito “sexy packaging”, bottiglie che il consumatore vuole tenere esposte Tutti i clienti, grandi e piccoli, hanno bisogno di raccontare una storia con la confezione del loro prodotto, specialmente nel mondo degli alcolici dove il più delle volte la prima vendita è determinata proprio dall’aspetto esteriore. Esso infatti esprime l’idea di un prodotto premium o meno e crea aspettative per quel che riguarda il gusto, nel bene e nel male. Bottiglia ed etichetta devono funzionare in sincronia per raccontare e pubblicizzare il contenuto, inducendo il consumatore all’acquisto.

Stranger & Stranger ha lavorato e sta lavorando con numerosi brand di gin. Ivan Bell,nella sua presentazione, mostra alcuni esempi. Il primo è Harris Gin: quando hanno cominciato a lavorarci la distilleria non esisteva, ma prevedeva la creazione di un’azienda sociale che desse lavoro alla gente del luogo, una piccola e bellissima isola delle Ebridi. L’isola scozzese è famosa per la cordialità dei suoi abitanti e per la produzione tessile del tweed e tutto ciò doveva essere rappresentato sulla bottiglia: “imbottigliare l’isola” era l’obiettivo. Sulla base di ciò è stato progettato ogni minimo dettaglio della bottiglia e dell’etichetta e grazie a ciò il prodotto ha riscosso grande attenzione a livello mondiale.

Il nuovo packaging di Gin N.3

Il secondo esempio è Gin N.3, un brand già noto che ha voluto presentarsi in un nuovo packaging poiché il precedente era ormai datato e non in grado di farsi capire dal pubblico, dunque stava cominciando a sparire dalla circolazione. Il nuovo moderno packaging risalta i numerosi significati che il numero 3 ha per il gin e mette in evidenza nell’etichetta l’artigianalità, la qualità e le botaniche.

Bell continua con il branding di Italicus – Rosolio di Bergamotto di giuseppe Gallo, incentrato sull’eleganza e la storia dell’Italia e sul frutto del bergamotto. Il successo del prodotto è stato clamoroso e dopo solo 3 anni Pernod Ricard ha deciso di investire in esso. Conclude con il rinnovo dell’immagine di Aberfeldy Whisky e con la creazione del brand di The Kraken Rum, entrambi ottimi esempi di quanto un packaging e un brand coerenti e ben progettati abbiano fatto la differenza nel dare valore aggiunto ai prodotti e nelle vendite.

3 azioni per il tuo packaging:

  • dovresti farti notare sugli scaffali di negozi e bar
  • non avere paura di esagerare
  • fai in modo che si parli di te

NON ADATTARTI AGLI ALTRI, DISTINGUITI.

Italicus Rosolio di Bergamotto

Beyond the soundbite

Eco-sostenibilità nella tua distilleria.

Will Edge, fondatore e distiller di Greensand Ridge Distillery

Dopo la laurea in Brewing & Distilling, nel 2015 Will Edge fondò la Greensand Ridge Distillery (Kent, UK) e, essendo un appassionato ambientalista, ha focalizzato la progettazione sull’eco-sostenibilità, vincendo i Distillery Sustainability Award di The Spirits Business nel 2019 e altri riconoscimenti. Dal punto di vista del marketing la sostenibilità è molto importante, così come l’autenticità, poiché i consumatori sono sempre più sensibili verso questi temi e più intolleranti verso i sotterfugi e gli inganni. Dunque è importante, se si dà un messaggio ambientalista, assicurarsi di rispettarlo realmente.

La piccola distilleria di Will Edge opera solo in modo sostenibile, quindi questo concetto incide nei processi decisionali dell’azienda. Per questo motivo hanno dato una definizione di sostenibilità in tre punti:

  • Avere il minore impatto ambientale possibile sul territorio;
  • Avere un impatto positivo sulla propria comunità (usando prodotti di scarto per la fermentazione);
  • Essere portatori di cambiamento per il settore e per i consumatori.

Un esempio dell’ultimo punto è dare la possibilità ai clienti di riempire nuovamente le proprie bottiglie. Dal punto di vista dell’impatto ambientale non è un’iniziativa che incide di molto sui numeri, ma ha un forte impatto sulla mentalità dei consumatori.

Una difficoltà nello sviluppo del pensiero ambientalista nel settore industriale è che le azioni dal maggiore impatto positivo sono quelle più difficili da implementare, per esempio la cosa più difficile è realizzare impianti a energia pulita, ma è ciò che più incide nell’impatto ambientale, mentre usare cose come cannucce biodegradabili è più semplice da realizzare e da raccontare, anche se i benefici sono minimi al confronto. Si tratta comunque di elementi importanti, ma il focus, secondo Bell, dovrebbe essere la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Will Edge, greensand Ridge Distillery

L’obiettivo della Greensand Ridge Distillery è quello di utilizzare al 100% energia rinnovabile. Consigliano la ricerca di fornitori “green”, ne esistono di diversi tipi a seconda delle proprie esigenze, e di preferire fonti rinnovabili.

Il secondo punto riguarda invece i materiali per la produzione dell’alcol, preferendo materiali di scarto o sottoprodotti. L’obiettivo è utilizzare unicamente prodotti alimentari di scarto per la fermentazione per la produzione della base di alcol neutro. Un ottimo punto di partenza è almeno la scelta di fornitori green, magari che utilizzano grano coltivato localmente e, se possibile, biologico, ma questa non è sempre una scelta adatta alle esigenze produttive.

Uno degli aspetti in cui è più difficile essere sostenibili è quello della distribuzione. L’obiettivo è quello di avere al 100% una distribuzione che usi energia rinnovabile, ma essendo frammentata non è facile avere controllo su ogni distributore nei diversi paesi. Una cosa che si può fare è incentivare i clienti a farsi spedire i prodotti dai corrieri più sostenibili anche se costa qualche centesimo di più.

Il quarto punto riguarda la scelta di un packaging in materiali riciclati e riciclabili o biodegradabili. Per fortuna il vetro è riciclabile! Ma poi bisogna fare attenzioni a pezzi in plastica, a scegliere tappi in sughero naturale etc.

Importante è poi evitare gli sprechi di acqua. Bisogna mettersi nell’ottica che si tratta di un elemento di valore. Esistono sistemi che riducono significativo l’uso, decisamente abbondante, che si fa dell’acqua in una distilleria, soprattutto per gli impianti di raffreddamento degli alambicchi.

La distilleria non utilizza sostanze chimiche nemmeno per la pulizia degli spazi e degli alambicchi. Infine l’ultimo elemento riguarda l’eliminazione ove possibile delle cose usa-e-getta e soprattutto l’eliminazione totale della plastica. Tutto deve essere riciclato e riciclabile e compostabile.

La presentazione si conclude con consigli su come parlare dell’eco-sostenibilità nel marketing aziendale. Consiglia il libro di Michael Mazlansky sul linguaggio della fiducia nell’ambiente delle vendite. Raccontare una storia è meglio di semplici dichiarazioni su ciò che si fa in termini ambientali, coinvolgere i clienti nelle problematiche affrontate o da affrontare e nei propri successi, trasportandoli in un viaggio e comunicando loro i risultati. L’engagement sarà molto più grande. Inoltre è fondamentale anche educare i consumatori, questa è una responsabilità di chi opera nel settore.

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