IL PERIODO DI LOCKDOWN
Con il periodo forzato di lockdown anche bar, ristoranti e locali hanno dovuto sospendere momentaneamente la loro attività commerciale. La grande quantità di tempo libero ha concesso ai bartender di prendersi una pausa dalla routine quotidiana che è stata sfruttata da ognuno di loro in diversi modi: alcuni hanno approfittato per fare formazione e pianificare la riapertura tenendo monitorato costantemente l’evolversi della situazione, altri invece hanno deciso di mostrare le loro competenze e doti artistiche realizzando live di mixology su Instagram.
“Sono partito con le dirette IG quasi subito perché volevo fare qualcosa che non facessero tutti” spiega Matteo Melara – “e, con questa filosofia le ho portate avanti finché non sono diventate esageratamente inflazionate. Ho iniziato a marzo, fino alla prima settimana di aprile. Ci ho dedicato molto tempo ed energie”.
E tra gli italiani c’è chi, come Flavio Angiolillo, ha utilizzato il tempo libero per fare cose che nella vita frenetica di tutti i giorni non si riuscivano a fare: “Ho vissuto molto bene la quarantena, le mie giornate erano piene, ne ho approfittato per fare tutte le cose che non riesco a fare: leggere, cercare nuova musica, dormire, mangiare bene, chiamare amici che non sentivo da tanto, pensare a nuovi progetti, nuove ricette”.
Il servizio di delivery è stato fondamentale per il Gruppo Alajmo per far sentire la propria vicinanza alla città di Padova, dove abita lo chef Massimiliano Alajmo, e a Venezia, dove il Gruppo gestisce cinque attività: “Da buoni italiani abbiamo saputo reinventarci, nessuno avrebbe mai pensato che uno chef stellato iniziasse a cucinare piatti tipici della cucina veneta destinati al delivery” spiega Lucas Kelm.