Come hai sviluppato la ricetta di The Kingfisher Gin?
Innanzitutto è stato molto importante avere una distilleria dedicata solo al mio gin. Abbiamo creato un London Dry con note balsamiche, con botaniche spiccate, strutturato e morbido così che non si senta l’impatto dell’alcol nonostante i suoi 40°. Abbiamo selezionato appositamente undici ingredienti che smorzassero la forza alcolica e di altissima qualità infatti si lavorano molto bene in distillazione.
La ricetta nasce dalla mia passione e quindi doveva essere un gin con caratteristiche distintive. La scelta delle botaniche si è basata sul sentore che avevo già in mente di dare e cioè alpino ed erbaceo. A ciò si sono aggiunti l’acqua pura di montagna e il grano dai colli di Cuneo biologico per avere una base qualitativamente alta. Lavorando fianco a fianco con il master distiller abbiamo selezionato le botaniche e trovato il giusto equilibrio perché il gin ha sentori di bosco, ma non è troppo balsamico.
Abbiamo scelto il genepy, il timo serpillo e l’achillea millefoglie come botaniche principali assieme ad altre tipiche degli amari di montagna. Abbiamo aggiunto il rabarbaro, non tipico degli amari, ma per mantenere un sapore amarognolo smorzando i sentori molto forti delle erbe alpine. La salvia serve a rendere il distillato più morbido e a mitigare la forza del timo. Ci sono poi anche genzianella e melissa: tutte erbe che crescono tra i 1000 e i 2000 metri, tipiche della zona e ampiamente coltivate, infatti è necessaria la licenza da parte della Regione per raccogliere la maggior parte di queste erbe. Anche il ginepro proviene dalla zona in quanto vi cresce in abbondanza ed è quindi facile da reperire, oltre a essere particolarmente aromatico.
Non è stato facile trovare il bilanciamento perfetto, ma siamo riusciti a ottenere un gin che fosse espressione della Val di Susa, delle Alpi. Ottenere il sentore dell’abete è difficile ed è stato fondamentale trovare la proporzione giusta in cui miscelare gli ingredienti.
Dopo diverse prove abbiamo scelto il metodo classico London Dry per la produzione e ne sono stato felice perché è garanzia del rispetto della mia filosofia aziendale in quanto in questa tipologia di gin non possono essere aggiunti aromi. Questo metodo garantisce la qualità e l’equilibrio del gin e anche la sua omogeneità, non facendo perdere le caratteristiche che volevo.
Avevo già la visione del gin che doveva venire fuori dalla distillazione, sia come gusto sia come tipologia di prodotto, quindi non è stato un esperimento che partiva da una vaga idea. In questo senso lo sviluppo della ricetta è stato facile.