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Le bottiglie di gin più strane del mondo

Vanessa Piromallo
October 5, 2021

Una selezione delle bottiglie di gin più insolite del mondo, di cui molti italiani: ma secondo voi quali sono le più strane?

Sul blog di The Gin Guide è uscita un’interessante classifica delle bottiglie di gin più strane del mondo e ben tre sono di gin italiani! Sicuramente il nostro paese ama stupire non solo con i sapori, ma anche con il design e lo facciamo bene. Vediamo ora le bottiglie selezionate da The Gin Guide:

Le bottiglie di gin più insolite del mondo

Prodotto alla Pocketful of Stones distillery, Dr Squid Gin colpisce prima per il packaging: una specie di latta in rame scintillante, con incise scene della natura e del folklore della Cornovaglia, che riprende i colori dei classici alambicchi, poi colpisce per il gin stesso, dal colore scuro non solo per l’infusione di Butterfly Pea Flower ma anche per l’aggiunta di nero di seppia, che diventa viola-rosato con l’acqua tonica.

Anche Zing 72 Gin ha una bottiglia che ricorda gli alambicci, a forma di cono e in rame scintillante. Prodotto in Provenza con botaniche quali lavanda, rosmarino, timo, erba cipollina, camomilla e mora, il nome si riferisce alle 72 ore di macerazione di queste prima della distillazione.

La bottiglia di Adamus Gin è stata votata come la preferita anche dai lettori di The Gin Guide e cattura davvero l’occhio con la sua forma rettangolare, il grande tappo in sughero portoghese e il corpo in ceramica bianca.

Ma secondo noi in questa classifica manca un’altra bottiglia dal Portogallo davvero unica: quella di Vermuiz Gin, dalla strana forma concava con motivi dorati e il tappo sempre in sughero portoghese.

Forse rispetto ad altre può sembrare meno originale come bottiglia, ma quella di Procera Gin – fatta in Kenya – è in vetro soffiato, prodotto in modo realmente artigianale, con un tappo in legno di ginepro intagliato, e quindi ognuna è un pezzo unico. Non c’è etichetta, ma solo una macchia di colore, diverso per ogni variante del gin, e attorno al collo è avvolta una fascia di pelle con attaccata una boccetta contenente sale.

Cantium Gin è il primo al mondo a essere imbottigliato in una fiasca riutilizzabile, di quelle che mantengono la temperatura e quindi adatta sia alle bevande calde che fredde. Molto di moda e attento all’ambiente, ci piace!

Jam Jar Gin, come dice il nome, è imbottigliato in un barattolo come quelli per le confetture! Un’idea sicuramente originale e che ben trasmette l’artigianalità del prodotto, rafforzata dai sentori del gin, caratterizzati dagli agrumi e dalle foglie di lampone. Il dubbio che rimane è quanto sia funzionale il barattolo per versare il gin…

In Inghilterra, nello Staffordshire, si trova la città di Stoke-on-Trent, nata nel 1910 dall’unione di sei villaggi specializzati in terracotta e ceramiche: da qui il nome Sixtowns Gin e la sua particolare bottiglia che riproduce la forma delle fornaci storiche utilizzate per la produzione della terracotta.

JCB Gin invece è il gin di Jean-Charles Boisset, famoso per i suoi vini, e la bottiglia si ispira alla sua collezione di decanter del XVII secolo. Il rapporto del gin col vino è rafforzato dalla base distillata a partire da Pinot Noir e Chardonnay, infusa con ben 44 botaniche, molte floreali.

La bottiglia blu, alta e rettangolare di One Key Gin è particolare, ma la vera unicità è data dalla chiave che si trova nel fondo, necessaria per aprire il tappo: da qui il nome del gin. Se si parla di bottiglie squadrate e particolari infatti noi avremmo menzionato in questa classifica anche i gin Cubical, con la sua forma che ricorda i profumi, e la testa del Buddha incisa sul vetro.

Morus LXIV Gin è imbottigliato in un bellissimo vaso di porcellana bianca, fatto a mano, ma forse quello che colpisce di più del gin è prezzo record: 4.000 Sterline a bottiglia (quasi 4.700 Euro)!

Vediamo ora i tre gin italiani nella classifica: il primo è Gin David e come non rimanere colpiti dalla sua bottiglia? Una riproduzione in vetro della testa della famosa statua in marmo, il David di Michelangelo. Un vero omaggio al Rinascimento in Toscana dal packaging alle botaniche selezionate per la ricetta del gin.

Ispirato in tutto e per tutto all’isola di capri, Caprisius Gin ha ben pensato di lanciare un’edizione in una bottiglia davvero unica al mondo, che riproduce la forma dei famosi Faraglioni, gli scogli visibili dalla costa che formano un arco. Il gin contiene botaniche dell’isola come timo, maggiorana e limoni, ma ha anche una deliziosa aggiunta di sale marino.

Anche Engine Gin si fa notare e lo abbiamo tutti ben presente: è il gin italiano imbottigliato in una latta simile anche per lo stile dell’etichetta a quelle dell’olio per motori un po’ retrò. Esistono altri prodotti che hanno scelto soluzione simili, come per esempio l’olandese Kever Genever.

Tre gin italiani, ma quando The Gin Guide ha chiesto ai suoi lettori di votare la loro bottiglia preferita solo uno è salito sul podio: Caprisius Gin al terzo posto con 90 voti, mentre è stato Adamus Gin a vincere a mani basse, con ben 446 voti, seguito da Sixtowns Gin con 200 voti.

Dicevamo che gli italiani sanno distinguersi per il design e infatti noi ne avremmo inclusi altri in questa classifica. Sicuramente Gin Geometrie Cividat con la sua incredibile bottiglia tonda, ma anche Gin Venice, con i suoi inserti in vetro di murato aggiunti a mano, e Volcano Gin, con il suo tappo in pietra lavica che nella versione Volcano Rosè è stato fatto diventare bianco grazie a una lunga e particolare tecnica. Anche la bottiglia di Volcano si nota ed è uno stile che piace, che era già in precedenza stato scelto in modo simile da Gin Aqva Lvce, anch’esso con un particolarissimo tappo a forma di bomba acquatica, e poi da altri.

E voi quali altre bottiglie di gin includereste nella classifica delle più strane del mondo?

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