Veniamo ora agli stand. Quest’anno molti dei partecipanti degli anni passati non erano presenti, fra i volti noti c’erano soprattutto i grandi distributori. In generale ci è parso ci fossero meno stand rispetto agli anni passati e forse questo, per chi ha pagato il biglietto d’ingresso, non ha colpito positivamente. Non sono comunque mancate le novità interessanti tra i gin. Non erano molti i nuovi brand provenienti dall’estero, ma abbiamo assaggiato un po’ di neonati gin italiani. Il panorama del gin italiano continua ad ampliarsi e non possiamo che compiacerci di ciò. Vi abbiamo già recensito Gin Acqueverdi, dal profumo di bosco montano, Tabar Gin, dalla bassa modenese, e Gin David, il gin toscano che omaggia arte, cultura, cucina e la filosofia del bello. Approfondiremo poi altri gin che ci sono piaciuti come Gin Puro e Gin Barmaster, presentati dalla distilleria Bonaventura Maschio e dedicati rispettivamento alle origini del gin e ai bartender; la romanticissima coppia di Gin Mì e Tì, creati con amore per accontentare sia gli amanti del Martini sia gli amanti del Gin Tonic; Giass Gin, il primo Milano Dry Gin, creato da cinque amici con 18 botaniche più una: la diciannovesima è il gusto unico di ognuno di noi; Bacur Distilled Dry Gin, di Bottega, il gin della distilleria storica che all’estero non è una novità ma che in Italia ancora non veniva molto distribuito; Ginepraio, gin biologico toscano; Gin Aqva Lvce e tanti altri.
Avremmo voluto fare un sondaggio fra il pubblico presente al Gin Day per approfondire le idee che hanno i consumatori sul gin e sulla produzione italiana, ma non ci è stato permesso. Continuate però a seguirci perché presto vi coinvolgeremo nei nuovi progetti de ilGin.it! God Save the Gin!