Oltre mille ingressi, con un’età media di 30-35 e un buon 40% di partecipazione femminile, con un occhio speciale rivolto alle aziende emergenti e meno conosciute. Sono numeri e tendenze emerse in occasione della Whisky Week di Como (terminata questo 9 ottobre), che aiutano a tratteggiare l’identikit dell’appassionato italiano del distillato.
Dopo i pionieri negli anni ’80 e i “nerd” di inizio millennio, la terza generazione degli amanti del whisky mostra una comunità giovane, aperta alle novità e – novità assoluta – sempre più femminile. Se secondo gli organizzatori della kermesse comasca oggi un consumatore di whisky su tre è donna, alla manifestazione andata in scena a Villa Geno tra masterclass e approfondimenti la presenza femminile ha raggiunto il 40% delle presenze totali.
A dir la verità io personalmente me lo aspettavo o per lo meno lo auspicavo: in questi anni in cui ho partecipato a numerose giurie internazionali ho conosciuto più donne esperte di whisky, bourbon e cognac che uomini, specialmente proprio tra la generazione che va dai 30 ai 45 anni. In questo settore, specialmente quando si parla di whisky, per troppo tempo considerato prevalentemente maschile, non dovrebbe più stupire una forte presenza femminile, anzi, questi nasi e palati allenati dovrebbero sempre più essere presi in considerazione quando si parla del futuro di tutti i distillati.