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Fai bene o fai male: per le nonne è sempre uguale. Così nasce Disonesto, gin pugliese con dna veneto

Elisabetta Lugli
July 29, 2022

I ricordi di una famiglia, la tradizione veneta, l'unione con la Puglia: tutto questo è Gin Disonesto e questa è la sua storia...

La storia di Disonesto Gin non è facile da raccontare, perché percorre generazioni, storie e reminiscenze d’infanzia. Parliamo della famiglia Panegos, emblema di un’immigrazione, per così dire, al contrario: i bisnonni dell’attuale proprietario della distilleria sono arrivati dal Veneto in Puglia durante la riforma agraria. Da lì è iniziata una contaminazione sapiente che ha dato vita ad un gin davvero speciale: si chiama, appunto, Disonesto. Abbiamo chiesto ad Angelo Panegos, il creatore di questo distillato, che ci raccontasse tutta la storia fin dall’inizio.

Un omaggio ai nonni, un gin d’eccezione

Angelo, la storia di Disonesto Gin affonda le radici nel passato: cominciamo dal nome!

Il nome Disonesto è un omaggio a mia nonna, una mia reminiscenza d’infanzia. Che facessi marachelle o no, nel dubbio mi dava sempre del disonesto! Ma nel senso buono e affettivo del termine. Mi pareva un ottimo nome, perfetto per battezzare il mio gin.

A tal proposito, raccontaci come sei arrivato a distillare.

La mia famiglia è arrivata in Puglia dal Veneto tanti anni fa: si è portata dietro usanze e culture di quella terra, che pian piano, venendo a mancare le generazioni più vecchie, si stavano perdendo. Per questo motivo ho deciso di riprendere in mano le redini di questa sapienza che faceva parte della mia famiglia da sempre. Con mia nonna e le mie vecchie zie ci siamo messi a vendemmiare, io e i miei cugini. Ci siamo sporcati le mani e immersi in queste tradizioni che fanno parte del nostro dna. Dopo il vino, è arrivato il momento della grappa, e mia nonna (94 anni, ndr) ha detto: la grappa la fanno i Panegos. Ecco da dove è arrivata la spinta per iniziare a distillare. Da lì alla creazione di Disonesto Gin è passato del tempo: la ricetta l’ho provata e riprovata, c’è voluto del tempo per metterla a punto. Poi, al momento di distillare, sono stato invaso da mille ricordi d’infanzia: mio nonno faceva la grappa e io da bambino lo assistevo nelle varie fasi. Erano cose che avevo dimenticato, ma mi sono tornate subito alla memoria quando è stato il momento di distillare Disonesto.

Angelo, avevi già esperienza nel settore quando hai deciso di creare Disonesto Gin?

Tolta la storia di famiglia, dove la grappa si è sempre distillata e questa sapienza è stata tramandata, c’è da dire che io lavoro da tanti anni nel mondo dei locali: creare un distillato è stato per me un percorso naturale.

Disonesto è un gin declinato in più varianti: c’è il London Dry, il Navy Strength, ma hai anche già prodotto uno Sloe e un Old Tom.

Sì, e intendo ampliare la gamma con una vodka e un amaro. Per adesso però sono concentrato sul London Dry e sul Navy Strength. Nell’ideare il London Dry, ho voluto rifarmi alla tradizione: Disonesto London Dry è un distillato pulito e lineare, che si può bere liscio e miscelato a seconda dei gusti, non è né agrumato né fruttato come suggerisce la moda di oggi: è proprio un gin tradizionale, come volevo io.

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Cosa ci racconti invece di Disonesto Navy Strength?

Parliamo di nuovo di ricordi, di storie di famiglia. Nella mia memoria c’è mio nonno che aveva un modo tutto suo di valutare i gradi della grappa mentre la produceva. La sua tecnica era obsoleta, ma mi ha ispirato per creare questo Navy Strength da bere assolutamente liscio. Si tratta di un gin molto forte, ovviamente: fa 58 gradi. Ma è molto rotondo.

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Sull’etichetta di Disonesto è rappresentato un uomo, raccontaci come mai!

Ho affidato la mia idea a un artista pugliese, che l’ha rappresentata benissimo: volevo dare un volto a questo famoso disonesto che è archetipo della nostra storia di famiglia. Mi rendo conto che sia difficile da spiegare, ma il modo affettuoso con cui mia nonna apostrofava i nipoti come disonesti, è un ricordo al quale sono legatissimo

Come consigli di gustare Disonesto London Dry?

Disonesto London Dry è perfetto liscio, ma se si vuole gustare in un Gin Tonic consiglio di miscelarlo con una tonica neutra, guarnito con una scorza di limone.

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