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Gin Vagin è ironia e sensualità, il risveglio dei sensi con un tocco pepato

Vanessa Piromallo
February 4, 2021

Gin Vagin, il pepato che scalda il palato, è qui per provocarci e stimolare i nostri sensi: ecco la sua storia e le sue caratteristiche

Forse altri scherzosamente ci avevano pensato, ma Tiziano Ballardini e Francesca Fiumana lo hanno fatto davvero: hanno creato il gin dal nome Vagin! Ma il loro progetto non è una mera provocazione, è il frutto di un lavoro consapevole e mirato per creare un gin equilibrato e versatile in miscelazione che fosse in grado di portare avanti messaggi importanti come l’amore per se stessi, la denuncia del maschilismo che ancora imperversa nel mondo del bar e la liberazione sessuale. Ve lo raccontiamo assieme a loro sorseggiando un Vagin Tonic.

vagin gin

Come nasce il Gin Vagin?

Tiziano: L’idea di fare un gin mi è venuta in mente un paio di anni fa: adesso ho cambiato settore, ma ho lavorato come barman per 15 anni e ho sempre avuto la passione per i distillati e per il gin in particolare. Desideravo fare qualcosa legato al mondo del cocktail e soprattutto del gin. In uno dei bar in cui ho lavorato a Bologna avevamo oltre 50 etichette in un’epoca in cui se ne trovavano ancora pochi in giro.

Quando ho iniziato a sviluppare l’idea e la ricetta ho cercato un distillatore che potesse realizzare la mia idea e abbracciasse il progetto. Mi è piaciuto lui come persona e mi sono piaciuti i suoi prodotti quindi l’ho scelto fra i vari a con cui ho parlato.

Ho depositato il marchio a maggio 2019 e il 18 Dicembre sono arrivate le prime bottiglie di Vagin.

Francesca: Io ho studiato Comunicazione e Semiotica e ho sempre lavorato nei locali. Io e Tiziano ci siamo conosciuti lavorando al bar del Mambo, il Museo di Arte Moderna di Bologna. Successivamente abbiamo lavorato assieme in altri locali e mi sono avvicinata sempre più a questo mondo, quindi per me è stata una bella opportunità affiancarmi a Tiziano nel suo progetto per poter applicare i miei studi alla costruzione di un brand di gin.

Come è stata sviluppata la ricetta del Gin Vagin?

Tiziano: La ricetta che ho sempre avuto in mente è vicina ai gin classici: un distillato secco, pulito, con ginepro dominante; un gin di qualità premium senza troppi fronzoli, popolare e non elitario. L’idea era quella di un gin classico con un tocco pepato e l’ingrediente che unisce il tutto è il pepe rosa. Nel periodo del lockdown ho sviluppato la ricetta e con il distillatore abbiamo fatto tre diverse prove con ginepro, più una sola botanica (il pepe rosa), quattro botaniche e dodici botaniche. Quella che ho preferito è stata quella con quattro: pepe rosa, ireos, genziana e arancia. A partire da questi ingredienti abbiamo fatto altre prove per trovare il bilanciamento perfetto tra loro. Ci è voluto un annetto circa per arrivare al punto finale.

Francesca: Ho ancora tutte le scatole a casa con le prove e i punteggi che abbiamo assegnato!

Tiziano: Per quello che riguarda il metodo di produzione, Vagin è un distilled compound perché è il metodo che ha preferito utilizzare il distillatore a cui mi sono affidato. Sono davvero soddisfatto del risultato che abbiamo ottenuto!

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Foto di @giulia_gerosa_

Come avete scelto il nome Vagin e come avete costruito il brand, così audace e riconoscibile?

Francesca: L’idea da cui parte lo stile del brand era un po’ vaga e l’ho costruita man mano ispirandomi a personaggi e artisti che ci piacciono e ai concetti che volevamo trasmettere, utilizzando le metodologie che ho appreso durante i miei studi di Semiotica all’Università di Bologna per creare un’immagine coerente. Inizialmente avevamo stabilito che a questo gin abbastanza classico nel gusto, senza ingredienti assurdi o altre cose strane, volevamo abbinare uno stile giocoso, non sostenuto o elitario. Un gin che si adattasse alle atmosfere uniche e alla mano che trasmettono luoghi come l’Osteria dell’Orsa dove entrambi abbiamo lavorato, un’osteria conviviale, con tavoloni condivisi, un’aria di festa ma dove vengono servite cose buone della tradizione emiliana. La mia tesi di laurea si basava proprio su questo locale.

Il nome Vagin è nato per gag, per scherzo e abbiamo deciso di adottarlo perché ci permetteva di portare avanti alcuni concetti a cui teniamo molto, trasformando il gioco in un discorso più ampio che comprendesse sia un lato più artistico sia uno più femminista. Ci tengo a mettere in risalto le ragazze che lavorano dietro il bancone del bar perché ci sono passata anche io e, non nascondiamocelo, c’è ancora tanta misoginia in questo ambiente. Spesso per una donna è più difficile essere considerata alla pari dei colleghi uomini e ottenere ruoli importanti sia per l’atteggiamento di alcuni proprietari sia per quello di alcuni clienti: il maschilismo da bar esiste e vogliamo superarlo.

Foto di @giulia_gerosa_

Tiziano: Francesca ha creato tutta la parte visiva del brand lavorando con un grafico, una giovane illustratrice e una fotografa. Non è stato facile mettere insieme il team giusto che capisse il tipo di progetto che volevamo costruire e abbracciasse il nostro stile, ma ce l’abbiamo fatta! Per noi era molto importante perché il tipo di persone a cui ci rivolgiamo sono ironiche, libertine, d’avanguardia…

Francesca: I colori che ho scelto si ispirano ai K-way degli anni ’80, alla moto Honda Africa Twin degli anni ‘80 ed edizione limitata degli anni ‘90. Ho preso diversi artisti come punto di riferimento: tra questi Tom Wesselmann, famoso per i suoi ritratti di donne molto colorati, e la Drag Queen RuPaul (durante la quarantena ci siamo fissati con la sua trasmissione su Netflix!). Penso che RuPaul sia una grande fonte di ispirazione e in particolare mi piace il concetto che porta sempre avanti secondo il quale “bisogna amare se stessi per poter amare gli altri”.

Ho cercato di mettere anche a livello visivo e verbale molti riferimenti ai sensi, come si vede sul sito web di Vagin, ho cercato di fare richiami alla possibilità di annusare e gustare il gin anche se ovviamente online non è possibile. Un altro elemento importante che ho scelto è stato quello di far parlare del gin di sé in prima persona; è Vagin a presentarsi usando le persone “io” e “tu” e descrivendosi come fosse una persona; è un maschio, ma è una personalità fluida e inoltre l’uso delle prime due persone singolari permette di non rivolgersi agli altri e a sé specificando il genere e diventando così un linguaggio più universale.

Illustrazione di @bembembastala

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Vagin ha richiami espliciti alla sessualità…

Francesca: Sì, non volevamo utilizzare nudi espliciti ed essere volgari, ma abbiamo voluto mettere richiami evidenti – alcuni per tutti, altri solo per chi conosce i riferimenti -. Sul sito e sull’etichetta vediamo questi giochi di corpi che compaiono man mano che la bottiglia si svuota. Compaiono inoltre nella nostra comunicazione alcuni sex toys che non ne hanno l’aspetto e quindi solo chi sa di cosa si tratta capisce il riferimento altrimenti sembrano animaletti di gomma o cose del genere…

Tiziano: Ci sono poi riferimenti più giocosi come la goccia nel logo di Vagin e il bicchiere di Negroni con le due dita. Sono immagini che ha sviluppato il grafico e che ci sono piaciute, rispecchiano lo stile ironico che vogliamo portare avanti.

Quali sono i vostri cocktail preferiti con Vagin?

Francesca: Sembrerà una risposta strana, ma il mio preferito è l’Aromatic Collins. E’ una ricetta antica che mi ha insegnato Tiziano e che nessuno fa più perché è un cocktail costoso visto che vuole quasi mezza bottiglietta di Angostura! Si fa con ¾ di oncia di gin e ¾ di oncia di Angostura, con una stecca di cannella come garnish. Per me è molto buono e bilanciato.

Tiziano: Io invece sarà banale, ma il mio preferito è il Martini “alla Churchill”: freddo ghiacciato, senza guarnizioni e nient’altro.

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Tiziano: Siamo appena partiti ma abbiamo già molte idee che stiamo sviluppando, dalla creazione di toniche da abbinare al gin alla creazione di gadget di vario genere. Stiamo inoltre ampliando il lato artistico e poi in futuro ci piacerebbe anche ampliare la gamma dei prodotti.

Francesca: Sì, dal punto di vista artistico sto intraprendendo diverse collaborazioni con artisti di vario genere, illustratori, fumettisti, artigiani, fotografi… Conosciamo tante persone interessanti con cui sviluppare questo aspetto e ho molte idee che mi piacerebbe realizzare!

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