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Palladium Gin, l’affascinante architettura di un distillato speciale

Elisabetta Lugli
July 28, 2023

Un gin che ci racconta le Ville Palladiane nel Veneto, l'arte della profumeria, il sapore dell'Osmanto... Ecco a voi Palladium Gin

Definire Palladium Gin semplicemente un gin sarebbe riduttivo. Il suo creatore, Damiano Urbani, lo ha concepito basandosi su concetti molto più ampi della semplice distillazione, e che pure la comprendono, e sono i seguenti: cultura, architettura, dialogo, conoscenza e valorizzazione. Una ricchezza di contenuti tutta da esplorare, cosa che abbiamo fatto parlando proprio con Damiano, che ci ha raccontato tutta la storia che ha dato vita a Palladium Gin. 

Damiano, partiamo dall’inizio. Com’è nato Palladium Gin?

Possiamo dire così: io ho voluto interpretare il prodotto – il gin – collegandolo ad altri mondi. In particolare ho creato un forte collegamento con le Ville Venete, che sono concentrate nella zona di Vicenza, la mia terra, e rappresentano una realtà unica al mondo che si è sviluppata grazie al lavoro dell’architetto Andrea Palladio attorno alla metà del Cinquecento. Il mio non vuole essere un discorso circoscritto, ho l’ambizione di andare ben oltre la semplice impresa, agendo con l’obiettivo di far conoscere e valorizzare un patrimonio unico al mondo, un fenomeno caratteristico che ha avuto anche un forte legame con l’agricoltura: quello delle ville palladiane per l’appunto.

palladium gin

Tu sei architetto e ami profondamente le ville palladiane. Raccontaci di più riguardo a questo prezioso patrimonio artistico e al legame che ha con Palladium Gin.

Le ville palladiane risalgono al Cinquecento. Il lavoro di Palladio è stato così particolare e unico che tutte le ville sorte in zona successivamente rimandano sempre a lui e al suo stile. Come modello, la villa ha sempre un giardino ornamentale, affacciato sulla facciata principale, mentre sul retro si trova il brolo, uno spazio agricolo nel quale venivano coltivati alberi da frutto e ortaggi: una sorta di orto e frutteto, in grado di “addomesticare” la campagna e fare da filtro tra la villa e la campagna vera e propria. Infatti una delle particolarità della villa palladiana era quella di nascere come azienda agricola, non limitata a mostrare soltanto il potere e il prestigio della famiglia alla quale apparteneva, ma anche la capacità produttiva. Lo sfoggio di cultura, invece, aveva come teatro il giardino principale che incorniciava la villa, dove facevano bella mostra di sé botaniche rare e preziose, come l’Osmanto, che è la botanica protagonista di Palladium Gin.

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Raccontaci di più riguardo a questa botanica così particolare.

L’Osmanto, o Olea Fragrans, è una pianta rara, simile al gelsomino ma con foglie più larghe, e il colore dei sui minuscoli e numerosi fiori può essere bianco crema, giallo o arancione. I fiori gialli e arancioni sono i più profumati, perciò sono quelli che ho scelto di distillare per Palladium Gin. Li faccio arrivare dalla Cina e dal Giappone, che sono i Paesi originari di questa pianta. In Oriente i fiori di Osmanto venivano anticamente usati nella macerazione nel vino, ancora oggi lì vengono utilizzati per preparare il thé e in alcune macerazioni. Sotto forma di distillato per creare un prodotto da bere, mi risulta di essere l’unico ad averlo utilizzato. Si tratta di una materia prima che ho “rubato” all’alta profumeria: esistono profumi preparati con l’Osmanto, ma sono rari ed estremamente costosi. A tal proposito, il “dialogo” al quale ho dato vita creando Palladium Gin investe anche il mondo della profumeria: come architetto, ho studiato a fondo l’architettura delle profumerie di lusso – uno studio che passa attraverso l’approfondimento dei loghi e degli stemmi – e ho trovato un nesso con il mondo del gin. 

A proposito di loghi e stemmi, ci puoi raccontare qualcosa riguardo all’elegante etichetta di Palladium Gin?

Il logo di Palladium Gin presenta ai lati le mie iniziali, D e U, utilizzate secondo l’impostazione rinascimentale. Le iniziali incorniciano una serliana, che è un elemento architettonico molto utilizzato da Palladio e altri architetti dell’epoca, composto da un arco a tutto sesto affiancato simmetricamente da due aperture sormontate da un architrave. Ai fianchi sono visibili due statue: una rappresenta Bacco, ed è dunque un rimando al distillato, l’altra è Sofia, la dea della saggezza, che vuole esprimere l’idea di una guida filosofica. L’etichetta è materica: c’è un po’ di cotone mescolato alla carta, nell’intento di richiamare la superficie delle ville venete, grazie all’effetto  particolare di chiaroscuro, luci e ombre che muovono la facciata delle ville come la superficie dell’etichetta. Un dettaglio che vuole creare emozione.

Prova Palladium Gin

Parliamo ora di Palladium Gin, quali sono le sue caratteristiche?

Palladium Gin è un Distilled Gin. L’Osmanto è sicuramente una botanica che gli dona un gusto caratteristico. Le altre botaniche sono il cardamomo – un’altra pianta orientale – che costituisce la componente balsamica in grado di equilibrare la potenza dell’Osmanto. Poi ci sono, oltre alla base di ginepro, le bacche di rosa canina, il coriandolo e l’angelica. Il focus di Palladium Gin non è sul ginepro, che rappresenta un pretesto per raccontare un’altra storia. Palladium è un gin più fruttato che floreale. I primi sorsi sono decisi, poi si apre ed è una sorpresa per il palato, si percepisce la dolcezza dell’Osmanto, che è piacevole, non stanca ed evoca i fiori e l’ambiente del giardino. Palladium non va solo degustato, va anche interpretato, perché è collegato ad altri mondi. A riprova di ciò a breve sarà pronta una mappa interattiva, che permetterà a chi si trova in zona di individuare sia le ville sia i cocktail bar più vicini nei quali gustare Palladium Gin. Infatti, sempre tornando al tema del dialogo, la comunicazione di Palladium Gin è continua sia con i cocktail bar che con le ville, crea una sorta di trait d’union tra le due realtà. La mappa sarà una specie di Gran Tour, come quelli che andavano di moda nell’Ottocento. Si potrà accedere all’applicazione tramite Instagram o tramite il sito, a partire da settembre: il mese in cui fiorisce l’Osmanto.

Come consigli di gustare Palladium Gin?

Per preparare il gin tonic ideale con Palladium Gin l’abbinamento perfetto è quello con l’acqua brillante Recoaro, che è prodotta in questa zona e rappresenta un bene storico. L’acqua brillante è una bevanda semplice, in grado di non alterare il gusto del gin, e le dosi che consiglio sono 5 cl di gin e 20 cl di acqua brillante. Come garnish va benissimo qualche grano di pepe di Sichuan, che ha una componente agrumata capace di sposarsi perfettamente con Palladium, in più arriva dalla Cina come l’osmanto e così chiudiamo il cerchio, per così dire. Non consiglio invece il limone. Il gin tonic con Palladium Gin si può degustare in abbinamento con frutta dolce, come pesche e albicocche, per esempio.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Al momento le mie priorità sono due: evolvere la bottiglia dotandola di un tappo caratteristico e arrivare ad utilizzare fiori d’Osmanto della mia proprietà di famiglia, creando una miscela tra i vari colori: a quel punto la ricetta sarà del tutto personale. Si tratta di un progetto in grande scala, se si pensa che per ottenere un chilo di olio essenziale servono tre tonnellate di fiori secchi. Un giorno spero di essere io quello che è riuscito nell’impresa di ottenere queste quantità, aggiungendo un tassello importante al discorso ampio che si snoda lungo il progetto di Palladium Gin e che parla -tra le altre cose – di valorizzazione e cultura. Cosa può esserci di meglio per celebrare i giardini delle ville palladiane che dedicarsi ai preziosi fiori d’Osmanto?

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