River Mentana Gin colpisce anche per la bellissima bottiglia; come avete sviluppato il packaging?
L’etichetta è stata creata da un nostro amico art director, che è rimasto affascinato dal racconto del nostro percorso che omaggia Venezia e così lo ha riproposto sotto forma di “racconto grafico”. Venezia è una città da sogno e così l’etichetta è onirica per rendere grazia alla sua bellezza. I colori dello sfondo riprendono quelli della laguna, quasi psichedelici, ipnotici. Le parti in oro si rifanno alla Venezia di Marco Polo, del Palazzo Ducale, dei soffitti di San Marco, all’oro antico di Venezia. La forma in alto riprende invece la specchiera veneziana.
Le tre icone dorate spiegano cosa si trova nel prodotto: puro ginepro, grani antichi RIver Mentana e “distilled” che richiama al processo produttivo. Nella parte centrale troviamo i seguenti elementi:
- Dea Cerere: è quella raffigurata nell’icona in alto, la Dea romana delle messi, emblema del grano Mentana.
- River: richiama al colore trasparente, quasi azzurro, del diamante River, puro come il gin;
- Mentana: è il nome del grano antico;
- Venetian Dry Gin: richiama al Veneto, la regione da cui proviene il gin; si tratta di un London Dry, ma nella denominazione abbiamo preferito dare risalto a Venezia;
- Craft Distillers: “craft” perché si tratta di una produzione davvero artigianale; “distillers” per via della tradizione di famiglia.
La grafica si rifà allo stile anni ‘20-‘30 perché il Mentana è una delle “sementi elette” di
grano tenero create dal famoso agronomo Nazareno Strampelli tra gli anni ‘30 e ‘40. In quel
periodo crea anche il cultivar di grano Senatore Cappelli che tra l’inizio del ‘900 e gli anni ’60 ha rappresentato la base del miglioramento genetico del frumento duro ed è infatti presente nel patrimonio genetico di quasi tutte le cultivar di grano duro oggi coltivate in Italia e di numerose altre a livello internazionale.
Qual è il tuo perfect serve per River Mentana Gin?
Nella nostra famiglia siamo tutti abituati a degustare gli alcolici in purezza, quindi anche nel Gin Tonic preferisco che il gin non venga troppo diluito. Penso sia un drink piacevole, che associo all’estate e alla primavera. Facendo degustazioni con alcuni barman, tra cui Lucas Kelm, ho capito che per me l’ideale è con non più di due parti di tonica e una di gin ed essa deve essere molto basica.
Avendo io un palato preparato, ho una passione per il Martini in versione Hemingway: il vermouth viene usato solo per bagnare il ghiaccio, così il gin è degustato quasi in purezza, però viene comunque lavorato ed esaltato. Poiché l’alcol di cereali è corposo e morbido, River Mentana funziona molto bene in questo cocktail.