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Scriptorium Gin, l’antica arte dei monaci rivive nelle Marche

Elisabetta Lugli
December 28, 2022

Scriptorium Gin, profondamente legato al suo territorio, le Marche, riporta in vita la tradizione dei monaci liquoristi: ce lo racconta Lorenzo Castricini, il suo creatore

Lorenzo Castricini è un giovane marchigiano che anni fa si è trasferito a Londra. Lì, lavorando come barman in vari ambienti compresi i grandi ristoranti internazionali, ha avuto modo di vedere il mondo e l’industria dei cocktail da una visuale privilegiata. Con uno sguardo attento lanciato dall’altra parte del palcoscenico, ha assistito all’esplosione del gin. E così, ha deciso di tornare a casa e di fare la sua parte. Voleva produrre un suo distillato, con un grande valore aggiunto: rappresentare la sua terra – le Marche – riprendendo la sapienza antica dei monaci. Dopo otto anni trascorsi a Londra Lorenzo è tornato, nel maggio del 2018, e si è messo subito al lavoro su una ricetta, affiancato da un agronomo esperto ed ispirato dagli appunti dei monaci. Ha tolto e aggiunto fino a trovare l’equilibrio perfetto dal quale è nato Scriptorium Gin. Abbiamo parlato con lui per conoscere tutta la storia di questo gin marchigiano molto speciale.

Lorenzo, Scriptorium Gin si ispira all’antica sapienza dei monaci: raccontaci di più.

Quando sono tornato a casa dopo il lungo periodo trascorso in Inghilterra avevo le idee molto chiare: volevo dare vita ad un gin territoriale, ispirato agli appunti dei monaci, capace di racchiudere l’identità sfaccettata del mio territorio. Infatti Scriptorium ha in sé una parte balsamica che si richiama alla montagna, una floreale tipica della collina e una fresca che rispecchia l’identità del mare. Ho voluto catturare tutte le anime della mia regione, prendendo spunto dalla storia, non dalla leggenda. Infatti i monaci nel passato coltivavano le erbe officinali a scopi curativi e in seguito hanno dato l’avvio alla liquoristica.

scriptorium gin

Anche il nome, Scriptorium, è ispirato al mondo dei monasteri.

Sì. Lo scriptorium è infatti quell’ambiente dei monasteri nel quale gli amanuensi scrivevano, prima dell’avvento della stampa. Un luogo di silenzio e dedizione, dove il sapere veniva custodito e grazie al quale è arrivato fino ai giorni nostri.

La bottiglia di Scriptorium Gin è molto particolare, come anche l’etichetta.

La bottiglia di Scriptorium Gin è di forma quadrata: anche questo, come il nome, è un richiamo al passato. Infatti le prime bottiglie realizzate per affrontare viaggi erano quadrate per poter essere sistemate in maniera ottimale nelle casse di legno, evitando che si rompessero. Sull’etichetta si vede rappresentata una grande lettera S, con la pianta di ginepro che ci si arrampica sopra. Si tratta di un richiamo alle miniature di inizio pagina che i monaci con tanta cura riproducevano sui loro manoscritti.

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Che tipo di gin è Scriptorium?

Scriptorium è un Distilled, prodotto tramite infusione a freddo di tutte le botaniche nello stesso momento. Le botaniche vengono messe nella cisterna, si aggiunge l’alcool, si lascia macerare per alcuni giorni, poi si tolgono le botaniche e l’alcool fa il suo passaggio nell’alambicco. Le botaniche che utilizzo per Scriptorium sono 18: curiosamente la lettera S dell’alfabeto latino corrisponde proprio al numero 18. Non sono tutte dichiarate, ma posso dirti che ci sono elicriso, fiori di tiglio, foglie d’ulivo, e la verbena che dona una nota agrumata. Scriptorium contiene altre piante officinali in quantità ridotta che servono per tirare fuori la parte balsamica.

Come consigli di gustare Scriptorium Gin?

Scriptorium è un distillato perfetto da gustare liscio, a fine pasto, come fosse un digestivo. Suggerisco di utilizzare un bicchiere freddo di freezer al posto del ghiaccio, così si possono percepire bene i profumi e man mano che la temperatura sale escono fuori le note più fresche, quelle della costiera. Se si vuole preparare un gin tonic consiglio di utilizzare una tonica neutra e a basso contenuti di zuccheri, ben fredda, oppure l’acqua brillante. Meglio se il bicchiere – che deve essere pieno di ghiaccio – non è troppo grande, ma calibrato. Per esempio, un bicchiere da vino bianco senza gambo a mio parere è il migliore per gustare Scriptorium. Come garnish va benissimo una fetta di pompelmo rosa, che non impatta come il limone ma arricchisce la leggera nota amara della tonica.

Hai nuovi progetti per il futuro?

Sto lavorando a un’altra ricetta: sarà una monobotanica. Però il ginepro sarà trasformato in un modo tutto naturale, ma anche tutto nuovo, che potrebbe aprire un nuovo ventaglio di sapori e odori. Per ora i dettagli rimangono top secret. Inoltre mantengo l’attenzione sul mio giardino botanico, dal quale proviene il 70% delle botaniche che utilizzo per produrre Scriptorium Gin. Il giardino è il luogo al quale mi sono dedicato durante il lockdown, quando Scriptorium era appena uscito e poi tutto si è fermato.

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