Recensioni

Sorte Gin, la sfida del London Dry italiano con un tocco esotico

Elisabetta Lugli
October 7, 2022

Ginepro, Fava Tonka e passione: da questi ingredienti comincia la storia di Sorte Gin, che oggi vi raccontiamo con il suo creatore, Mattia.

Un London Dry Gin prodotto a regola d’arte, nato dall’alambicco di una delle distillerie più premiate d’Italia, la distilleria toscana Nannoni: questo è stato il progetto finalmente realizzato di un giovanissimo ragazzo emiliano, il venticinquenne Mattia. Così è nato Sorte Gin pochi mesi fa, dopo innumerevoli sperimentazioni, prove e studi nei quali Mattia è stato supportato da un gruppo di suoi affezionati amici. Abbiamo parlato con lui per farci raccontare i dettagli di questo ambizioso progetto.

Mattia, raccontaci come è nato Sorte Gin.

Sorte Gin è nato innanzitutto dalla mia passione per il gin. Sono giovane, questa è la mia prima esperienza nel settore, ma le mie idee sono state chiare fin da subito: volevo un gin dalla forte personalità, dove il protagonista fosse il ginepro ma desideravo anche un tocco in più che rendesse il mio distillato unico. Così è nata l’idea di utilizzare la Fava di Tonka, che è l’unica botanica straniera presente in Sorte Gin. 

sorte gin

Che cos’è la Fava di Tonka?

Si tratta del seme di una pianta originaria del Sud America, un prodotto raro e pregiato. Mi sono imbattuto nella Fava di Tonka per caso, ho visto che viene utilizzata anche in cucina ad alti livelli e documentandomi ho scoperto che esistono pochissimi gin che la comprendono tra le botaniche: tra questi nessun London Dry, soltanto Distilled e Compound. Così, ho deciso di accettare la sfida e creare Sorte, che oltre alla Fava di Tonka comprende 9 botaniche incluso il ginepro, tutte quante certificate italiane e in particolare provenienti dalla Toscana.

Raccontaci di più riguardo alle botaniche di Sorte Gin e alle qualità che conferiscono al tuo distillato.

La Fava di Tonka si sente nel retrogusto: è erbacea e un po’ dolce, in qualche modo assomiglia alla vaniglia anche se ha un gusto più complesso. La Fava rischia di essere invadente, per questo motivo dietro alla nascita di Sorte Gin c’è stato un lungo e complesso lavoro di bilanciamento. Ci tenevo che il protagonista fosse il ginepro, infatti predomina decisamente insieme al cardamomo e al giaggiolo. La Fava di Tonka arriva dopo, con il suo inconfondibile retrogusto. Tra le altre botaniche utilizzate ci sono il gelsomino, la radice di Iris, il coriandolo, il limone e il pepe di Sichuan. Nel complesso Sorte Gin risulta essere un distillato abbastanza secco e ben bilanciato. 

Come viene prodotto Sorte Gin?

Ho scelto la distilleria Nannoni perché è un’eccellenza nel settore: Sorte Gin viene prodotto utilizzando un alambicco di rame a vapore indiretto di piccole dimensioni che è stato costruito apposta su misura per la distilleria. Ogni lotto di Sorte Gin è composto da 1000 bottiglie e la produzione viene ripetuta più volte, proprio a causa delle dimensioni dell’alambicco. Sorte Gin è dunque un distillato davvero artigianale.

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Da dove arriva il nome che hai scelto, Sorte Gin?

La Fava di Tonka in Sudamerica è considerata al pari di un portafortuna, essendo molto rara. Questo è stato lo spunto per arrivare al nome, una sorta di richiamo al buon auspicio, alla buona sorte di un sogno trasformato in realtà.

Raccontaci l’origine dell’etichetta di Sorte Gin.

Ho voluto un’immagine basica: un esagono nero che presenta un gioco geometrico con delle righe verdi. Nella parte bassa dell’etichetta appare la scritta “Imagine”, che rappresenta una sorta di payoff, a richiamare l’idea di un sogno che vuole diventare realtà. 

La bottiglia è prodotta al 100% con vetro riciclato, per gettare le basi di una sostenibilità nella quale credo fortemente, che si rispecchia anche nella scelta delle botaniche che sono naturali, italiane e certificate. Anche per le Fave di Tonka sto ricercando il fornitore in grado di garantirmi la certificazione. 

Quali cocktail consigli con Sorte Gin?

 Il mio consiglio se si vuole preparare un gin tonic è di affidarsi ai propri gusti personali: con una tonica Indian sprigiona al meglio i suoi particolari sentori, con una tonica mediterranea rende altrettanto bene risultando però più dolce. La guarnizione non è necessaria, se proprio si vuole una bacca di ginepro è perfetta.

Hai in cantiere altri distillati in uscita prossimamente?

Più avanti sì, di sicuro. Adesso sono focalizzato su Sorte Gin; quello che verrà dopo dovrà essere  qualcosa di altrettanto unico e originale. Un’altra certezza che ho è la scelta di andare nella direzione della sostenibilità e della garanzia della filiera.

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