Come avete scelto il nome Vhagin e le altre caratteristiche del brand?
Abbiamo scelto il nome Vhagin perché ci piace giocare con questo nome, che è impossibile da dimenticare. Sta per “Verona Handcrafted Gin”, ma strizza anche l’occhiolino al pubblico femminile, al quale vogliamo rivolgerci come target principale: è un gin per le donne, ma non è il solito gin dolce e fruttato, è per le donne che amano i sapori intensi e secchi!
Per quanto riguarda il brand abbiamo due ragazze che collaborano con noi per quel che riguarda la grafica e la comunicazione. Abbiamo scelto un’etichetta semplice, ben chiara, dove è evidente il nome del gin e il suo stemma, uno scudo che dà riconoscibilità immediata alla bottiglia. Abbiamo scelto il formato da un litro, meno comune rispetto a quello da 0,70, perché ci piaceva l’idea di differenziarci e di far durare Vhagin più a lungo.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Il primo lotto di Vhagin è arrivato il 17 gennaio, poi è cominciata la quarantena e solo ora stiamo iniziando a farci conoscere nei bar. Il nostro punto di forza è che conosciamo bene il prodotto e si tratta di un London Dry di alta qualità e artigianale. Siamo partiti dal gin perché è il distillato più divertente con cui sperimentare oltre ad essere quello che ci piace di più, ma forse in futuro proveremo a fare anche qualcos’altro, chi lo sa…