Recensioni

Vhagin - Verona Handcrafted Gin: carattere da scoprire

Vanessa Piromallo
July 17, 2020

Per chi cerca un London Dry unico, intenso, sincero ecco a voi Vhagin, London Gin italiano con botaniche del veronese e tanto gusto!

Oggi abbiamo scelto di parlarvi di un nuovo gin italiano che ci ha colpiti per la sua piacevole intensità: Vhagin – Verona Handcrafted Gin. Un perfetto London Dry, moderno, dal carattere riconoscibile. Ve lo raccontiamo assieme a Davide Casari, ideatore di Vhagin con Matteo Lugo, due giovani veronesi che dopo aver vissuto all’estero sono tornati con una passione incontenibile per il gin.

vhagin

Ciao Davide, cominciamo con la vostra storia e la nascita di Vhagin – Verona Handcrafted Gin!

Io e Matteo siamo amici di infanzia. Entrambi abbiamo lasciato la nostra Verona per un certo periodo: io sono partito per il Sud America per lavoro, mentre Matteo è stato a Madrid e a Londra per studio. Nessuno di noi due aveva mai avuto a che fare con la distillazione, ma tutti e due siamo tornati nel veronese nel 2010 con una nuova, fortissima passione per il gin. Non ci accontentavamo di berlo semplicemente, volevamo imparare come venisse prodotto. Così abbiamo avuto l’idea di comprare un alambicco per capire davvero cosa volesse dire distillare. Le famiglie di entrambi hanno aziende agricole ortofrutticole quindi siamo partiti dalla frutta, facendola anche fermentare per creare noi stessi l’alcol di base. Negli anni abbiamo dunque creato vodka, grappa e distillati di frutta, abbiamo studiato moltissimi libri sulla produzione del gin e abbiamo sperimentato tutti i metodi possibili. Alla fine abbiamo deciso che il metodo in grado di dare risultati più vicini al nostro gusto era quello del London Dry, seguendo il disciplinare con estrema precisione.

Abbiamo sviluppato la nostra ricetta con sette botaniche, ma questo nostro gin era solo per noi e per le feste con gli amici. Non abbiamo pensato di rivolgerci a un distillatore per metterlo sul mercato fino a due anni fa, quando gli amici ci hanno convinti a produrre Vhagin per il grande pubblico.

Davide e Matteo

Come avete trovato un distillatore che producesse Vhagin?

Non è stato facile trovare un distillatore, ma alla fine del 2019 ci siamo rivolti ad Antiche Distillerie Mantovani, fra Rovigo e Verona. All’incontro abbiamo portato il nostro prodotto e a loro è piaciuto il fatto che avessimo già il nostro gin pronto, fatto con la nostra ricetta. Assieme al distiller Paolo Mantovani abbiamo sistemato i bilanciamenti, ci ha dato ottimi consigli per migliorare ulteriormente la ricetta che già ci piaceva. Durante la produzione abbiamo la possibilità di lavorare tutti e tre insieme, seguendo direttamente il processo produttivo che avviene negli alambicchi messi a nostra disposizione da Paolo.

Come è prodotto esattamente Vhagin?

Per la nostra ricetta abbiamo selezionato sette botaniche. Seguiamo il metodo London Dry, quindi esse vengono messe insieme all’interno dell’alambicco a bagnomaria e si ha un’unica distillazione al termine della quale al gin viene aggiunta solamente l’acqua per portarlo a gradazione e nient’altro. La distillazione avviene in otto ore, poi il gin viene lasciato riposare in bottiglia per quindici giorni in modo che i sapori si assestino a dovere.

La particolarità è che, mentre spesso le botaniche vengono lasciate in infusione nell’alcol per una notte, noi le lasciamo macerare per un mese e mezzo. In questo modo i sapori risultano più intensi. Abbiamo sperimentato per anni lasciando gli ingredienti in infusione per periodi diversi e questa quantità di tempo è quella che abbiamo riscontrato essere la migliore per ottenere il risultato che volevamo.

Come dicevo prima, avevamo comprato un alambicco per sperimentare a casa, ma soprattutto per capire la pratica vera e propria della distillazione; capire cosa è la vodka, la grappa, il distillato di frutta e infine cosa è il gin. Durante questi esperimenti abbiamo parlato con molti distillatori che ci hanno insegnato moltissimo, al punto che abbiamo iniziato a creare noi stessi la base alcolica a partire dalla frutta. Per la produzione vera e propria di Vhagin invece abbiamo preferito avere la certezza di un alcol di base puro e neutro, quindi lavoriamo a partire da un distillato di grano.

Quali sono le botaniche di Vhagin e qual è il suo profilo organolettico?

Abbiamo provato tantissime combinazioni differenti prima di giungere alla selezione delle nostre sette botaniche. Assaggiando altri gin abbiamo capito che non amavamo i gin floreali e che preferiamo quelli con meno ingredienti. Prendendo ispirazione dai nostri gin preferiti abbiamo provato a distillare spezie che permettessero di ottenere un gin dry, secco e senza tanti fronzoli. E infatti Vhagin è secco e pulito in bocca.

Tra i sette ingredienti abbiamo ginepro italiano, in parte proveniente dalla Toscana, in parte dalla Sardegna per avere sempre le bacche migliori. Poi per la parte agrumata abbiamo i limoni siciliani e per quella speziata il coriandolo. Le altre quattro botaniche non le vogliamo svelare, ma provengono tutte dal Veneto. E’ la nostra sfida: provate a scoprire quali sono!

Alle note agrumate si aggiungono i sentori balsamici di queste botaniche segrete, ma il protagonista indiscusso è il ginepro. Vhagin ha un gusto intenso e bilanciato, proprio grazie al mese e mezzo di macerazione delle botaniche. Risulta quindi piacevolmente complesso perché in fondo è anche semplice!

Scheda tecnica

Come avete scelto il nome Vhagin e le altre caratteristiche del brand?

Abbiamo scelto il nome Vhagin perché ci piace giocare con questo nome, che è impossibile da dimenticare. Sta per “Verona Handcrafted Gin”, ma strizza anche l’occhiolino al pubblico femminile, al quale vogliamo rivolgerci come target principale: è un gin per le donne, ma non è il solito gin dolce e fruttato, è per le donne che amano i sapori intensi e secchi!

Per quanto riguarda il brand abbiamo due ragazze che collaborano con noi per quel che riguarda la grafica e la comunicazione. Abbiamo scelto un’etichetta semplice, ben chiara, dove è evidente il nome del gin e il suo stemma, uno scudo che dà riconoscibilità immediata alla bottiglia. Abbiamo scelto il formato da un litro, meno comune rispetto a quello da 0,70, perché ci piaceva l’idea di differenziarci e di far durare Vhagin più a lungo. 

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Il primo lotto di Vhagin è arrivato il 17 gennaio, poi è cominciata la quarantena e solo ora stiamo iniziando a farci conoscere nei bar. Il nostro punto di forza è che conosciamo bene il prodotto e si tratta di un London Dry di alta qualità e artigianale. Siamo partiti dal gin perché è il distillato più divertente con cui sperimentare oltre ad essere quello che ci piace di più, ma forse in futuro proveremo a fare anche qualcos’altro, chi lo sa…

Concludiamo con i consigli di miscelazione: quali sono i vostri cocktail preferiti con Vhagin?

Sicuramente il Gin Tonic, che secondo me è un cocktail da aperitivo! Un bel G&T classico si beve sempre alla grandissima! Poi consiglio anche il White Lady e il Red Snapper, ci piacciono moltissimo tutti e tre, sono da provare!

Naturalmente suggerisco anche il Negroni perché essendo Vhagin bello secco, dà quel tocco importante in questo cocktail. Infine in tantissimi mi dicono che è davvero buono bevuto liscio con ghiaccio, è molto morbido e piace davvero tanto anche così, nonostante i suoi 47,5 gradi alcolici!

 

Per maggiori info e per acquistare Vhagin: https://www.vhagin.com/

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