First (gin) Ladies: le donne al potere paragonate al gin

The Gin Lady
July 21, 2016

Se fosse un gin? Il vecchio gioco di Raffaella Carrà "Se fosse" applicato a quattro nomi femminili della politica internazionale

Ricordate il gioco che faceva Raffaella Carrà negli anni Novanta, il “Se fosse”? A vedere tutte queste donne che diventano leader politici e guidano nazioni, mi è venuta in mente questa domanda: “Se fosse un gin?”. In ordine di apparizione, sono partita da Theresa May, la neopremier britannica che ha sostituito David Cameron dopo il referendum sulla Brexit. A leggerne la carriera politica appare una donna estremamente determinata e per questo non ho potuto non pensare al Bulldog Gin: inglese come lei, grande carattere, bottiglia nera elegante, un nome da mastino che a quanto pare le si addice. Non ha mollato la preda e alla fine ha sbaragliato la concorrenza dei suoi avversari politici e colleghi di partito, compreso quel rosso di Boris Johnson, dai tratti talmente british che l’avrei visto bene sulla bottiglia del Beefeater.

Angela Merkel, una donna dalle mille sfaccettature, come Monkey 47

Se tu fossi un gin, quale sceglieresti nella bottigliera?

Dicono che la May sia la Merkel inglese… A proposito, alla Cancelliera tedesca che gin abbiniamo? Il primo pensiero corre al germanico più famoso, il Monkey 47. Lungi da me, però, in questo caso paragonare la povera Angela a una scimmietta. Ricorderete che già il nostro ex premier Silvio Berlusconi fu davvero poco gentile nei suoi confronti e non vorrei proseguire nell’incidente diplomatico, peraltro dopo che i tedeschi ci hanno battuto ai rigori all’Europeo. Sarebbe davvero poco elegante per una lady come me! L’ispirazione per il gin mi è venuta semplicemente per la complessità di questo gin, distillato appunto con 47 differenti botaniche. Per detenere il potere da così tanto tempo e per tenere le fila di una grande nazione e di gran parte dell’Europa, la nostra Angela deve essere appunto così: con tante sfaccettature e capace di adattarsi a mille situazioni.

Ancora non è presidente, ma anche la rodata Hillary Clinton ne deve avere di sfaccettature. Per lei tuttavia ho scelto il gin Bluecoat Gin. È il primo gin di Philadelphia, città dove sono nati gli Stati Uniti, ma l’ispirazione questa volta mi è venuta dal nome e dall’abbigliamento della ex first lady candidata a tornare alla Casa Bianca da inquilina principale. Blu è la giacca con cui la ricordo in una famosa fotografia. Blu era il vestito utilizzato come prova da Monica Lewinski (che l’aveva conservato nel frigorifero per non disperdere il prezioso DNA presidenziale, orrore!), che causò l’impeachment del marito Bill. Una situazione scottante da cui – devo ammettere – la nostra Hillary è uscita con grande eleganza. Altra coincidenza: i gradi dichiarati di questo gin sono 47, come l’anno in cui è nata la Clinton. Lo so, alle signore l’età non si chiede, ma se è scritto su Wikipedia…

Last but not least, guardiamo al nostro piccolo giardino, dove per adesso i papaveri sono prevalentemente maschietti. Il premier infatti è un uomo, tuttavia di politiche donne si è parlato parecchio nelle ultime elezioni amministrative. Qui a Roma abbiamo una nuova sindaca: Virginia Raggi. Per lei non ho avuto dubbi: il VII Hills. Gin inglese ispirato chiaramente a Roma e ai suoi Sette Colli, da cui provengono le sue botaniche. La Raggi ora siede nel suo ufficio in Campidoglio, che è appunto uno dei sette colli. Una chicca, poi, viene dalla società che lo distribuisce: la Onestigroup. Una coincidenza perfetta per la sindaca di un partito – pardon, movimento – che ha in “Onestà, Onestà” il suo mantra.

Theresa May, un mastino, come Bulldog Gin

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