Il Gin, la sua storia, la sua avventura

Marco Bertoncini
April 16, 2015

Se parliamo di gin dobbiamo parlare di una storia di coraggio, di amore, di sofferenze e di calamità.Se parliamo di gin parliamo di una storia di medicina, politica e società, e di innovazione, di mode e di intuizioni geniali. La storia del gin non è una storia come tutte le altre.

Provate a vivere con l’immaginazione la strada che il gin ha percorso fino ad arrivare oggi ai vostri bicchieri. Provate a pensare alla storia del gin come ad un romanzo che intreccia la vita di milioni di persone, di tutte le classi sociali e in differenti periodi storici. Venite a scoprire come il gin ha cambiato il mondo…

Quando parliamo di gin dobbiamo parlare di ginepro.

esistono ben 65 tipi diversi di ginepro

La pianta di ginepro, con le caratteristiche bacche

La pianta di ginepro, con le caratteristiche bacche

Il ginepro è una conifera che cresce in un clima temperato freddo, preferibilmente montano. E’ diffuso in tutto il mondo e ne esistono ben 65 tipi diversi. E’ conosciuto per le sue doti medicamentose ed è molto apprezzato in cucina.

I primitivi si nutrivano delle sue bacche, gli Egizi lo utilizzavano per l’imbalsamatura, nel Medioevo si conoscevano già le sue doti curative per lo stomaco e in Italia nell’XI secolo si produceva già un cordiale a base di acquavite e di ginepro nelle scuole di medicina monastica.

E’ infatti italiano il primo proto-gin di cui si hanno notizie nella letteratura. Nelle colline intorno a Salerno crescevano rigogliose piante di ginepro che venivano utilizzate negli alambicchi di monaci e farmacisti. In una raccolta di trattati del 1055, il Compendium Salernita, si parla di un distillato di vino, infuso con bacche di ginepro.

Nella metà del 1200, Pedro Julião, successivamente Papa Giovanni XXI, descrisse in un trattato sulla cura degli occhi, il Liber de Oculis, un altro tipo di proto-gin definito “acqua degli occhi”, un cordiale fatto con diversi “botanicals”.

E proprio in questo periodo i monasteri iniziarono a produrre in proprio dei cordiali caratteristici, con miscele di erbe e spezie locali, e questi diedero poi vita a ricette che troviamo ancora oggi in commercio, come per esempio il cordiale Bénédictine prodotto per la prima volta nell’abbazia di Fécamp, in Normandia, da un monaco benedettino di Venezia, Bernardo Vincelli.

Nel 1055, all’ interno del Compendium Salernita, si parla di un distillato di vino, infuso con bacche di ginepro

Una pagina de "Der naturen bloeme volkeren" di Jacob Van Maerlant

Una pagina de “Der naturen bloeme volkeren” di Jacob Van Maerlant

La diffusione dei primi veri e propri distillati avverrà proprio a cavallo tra il 1200 e il 1300. Arnaldo da Villanova, medico catalano, fu il primo a utilizzare il termine aqua vitae (acqua della vita) e a consigliare l’uso di questo liquido anche al di fuori dall’ambito medicale. Successivamente un suo pupillo, Ramon llull, introdusse i primi concetti riguardanti le distillazioni multiple per rendere il distillato più puro.

Il concetto di acquavite al ginepro in quanto tonico ed energizzante prese sempre più piede e il consumo dei cordiali, dal latino cordis, “cuore”, era un medicinale diffusissimo durante la Peste nera a metà del XIV secolo.

La maggiore diffusione delle bacche di ginepro ad uso medicinale la troviamo nei Paesi Bassi, (Belgio e Olanda). Già nel 1269 nel volume enciclopedico Der Naturen Bloeme Volkeren il dottor Jacob Van Maerlant raccontò gli effetti benefici di un decotto di bacche di ginepro e vino usato per curare i crampi e i dolori di stomaco. Un secolo dopo Jan van Aalter descrsse in un’altra pubblicazione gli inebrianti effetti del jenever.

La prima menzione della bevanda in quanto “gin” risale al medico di Anversa Philippus Hermanni. Nel suo libro A Constelijck Distileerboec dal 1552 menzionò l’Aqua juniperi ben 98 anni prima del collega olandese Franciscus Sylvius con il suo genoa, da molti considerato l’inventore del gin.

Una svolta importante avvenne con la caduta di Anversa nel 1585. Circa la metà della popolazione fuggì dalla città, portando con sè il proprio gin. L’Inghilterra inviò una spedizione tentando invano di salvare la città, ma non riuscì a invertire la tendenza. Fu così che gli inglesi impararono a conoscere il gin, che chiamarono Dutch Courage, il goccetto che dava coraggio ai soldati olandesi. L’introduzione di questa bevanda in Inghilterra portò alla creazione dei gin in stile inglese che conosciamo oggi ed è qui che venne attribuito il nome gin al distillato.

“prolunga lo stato di buona salute, disperde gli umori superflui, rianima il cuore e mantiene giovani” – Arnaldo da Villanova sull’Aqua vitae

alla prossima puntata….

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