Gli analcolici. Da tenere sempre uno sciroppo uno a due di acqua e zucchero, che si può preparare anche da soli: mezzo litro d’acqua e un chilo di zucchero lasciati ridurre sulla fiamma. Poi non possono mancare la granatina e l’orzata e per quanto riguarda il capitolo sciroppi la fantasia non ha limiti e bisogna tenere presenti un po’ i propri gusti. Ancora non deve mancare l’acqua gassata, possibilmente in bottiglia di vetro per un buon americano o un whiskey&soda e naturalmente le nostre toniche per il gin tonic. In questo caso Massimo consiglia di andare sul classico, con la Schweppes o la Fever Tree, a meno che non si sia particolarmente bravi negli abbinamenti dei botanical.
La bottigliera. Qui l’affare si complica, perché per Massimo ci vogliono non meno di una trentina di bottiglie. Si comincia con un paio di vermouth, uno rosso e uno extradry; quindi si passa ai bitter, con un classico Campari e un aperitivo leggero come un Aperol come minimo. Passiamo agli amari, da assortire almeno in due versioni: uno più liquoroso e con un basso contenuto zuccherino, come il Montenegro, e uno più secco come lo Jaegermeister, l’Unicum o il Petrus. Poi ci vuole una vodka non aromatizzata di buona qualità, che sia più o meno sui 40°. Analogo discorso per il rum, che deve esser presente in triplice copia: bianco, scuro e un agricolo invecchiato, naturalmente di buona qualità e da poter bere anche lisci. Nella lista della spesa anche un Pisco, una grappa bianca friulana, un cognac che sia buono sia da bere liscio che da miscelare e una tequila 100% agave. Rinunciate al Mezcal, che è troppo difficile da miscelare. Per quanto riguarda il capitolo whiskey, ci vuole come minimo uno Scotch, un Single Malt, un Rye americano, un Bourbon morbido, volendo un giapponese e un irlandese potrebbero essere un buon completamento. E arriviamo finalmente ai nostri amati gin: non ne volete assortire almeno una bella cinquina nel vostro bel bar? Per cominciare un classico London Dry (Gordon’s o Beefeater per esempio), poi un più agrumato Plymouth (l’unico con la docg, ricorda D’Addezio), un Old Tom con una maggiore presenza zuccherina, un Jenever per avere un po’ di storia e uno Sloe Gin per l’aromaticità del prugnolo. In questo caso, vale la pena andare in base al gusto, pescando fra i botanical che più vi piacciono, scegliendo quelli che vi sembrano più profumati.