Interviste

Gin Insulae: tante anime, profumo di Sicilia

Vanessa Piromallo
May 22, 2020

Botaniche siciliane, profumo di gelsomino, freschezza di agrumi, balsamicità di frutta secca... scopriamo Gin Insulae, il distilled gin siciliano

Due ragazzi siciliani, Alfredo Mineo e Marco Nicosia, hanno saputo rappresentare il territorio siciliano nel loro gin: Gin Insulae. Un profumo unico, un equilibrio raffinato, un prodotto ottimo per la miscelazione. Abbiamo chiesto ad Alfredo di raccontarci i segreti del loro gin, la sua storia, le botaniche e i drink da provare assolutamente!

“Insulae, il primo Distilled Gin Siciliano – Bedda Sicilia, fida Madri mia…”

Come nasce la passione tua e di marco per il gin e come ha portato alla nascita di Gin Insulae?

Finito il liceo, io e Marco ci siamo trasferiti dalla Sicilia a Milano per studiare, poi siamo rimasti per lavoro. Lui ha studiato Ingegneria, io invece Economia e Marketing alla Bocconi. Dai nostri studi si evince come il nostro approccio alle cose sia analitico, anche nei confronti del gin! A Milano siamo diventati assidui frequentatori di GinO12, il primo Gin Bar della città, e grazie alla grande preparazione del loro personale possiamo dire di aver intrapreso un vero e proprio percorso di formazione per conoscere il gin, le botaniche e tutto questo mondo. Mi sono così appassionato ed ero talmente curioso di imparare che durante i viaggi di piacere cercavo sempre di andare in luoghi dove ci fosse una distilleria da visitare. Ed è così, per caso e grazie a uno sconosciuto, è giunta l’epifania che ha portato alla nascita di Gin Insulae.

gin insulae

Mi trovavo a Londra, da un amico che abitava proprio sopra la City Of London Distillery. Il loro bar manager è di Trapani, quindi mi ha spiegato il loro lavoro in italiano e poi mi ha detto: “I tempi sono maturi per fare tuo mio gin”. Al mio ritorno proposi a Marco il progetto e inizialmente rimase spiazzato, ma abbiamo fatto le opportune ricerche di mercato, raccolto dati e creato il nostro business plan e a metà 2017 siamo partiti con la sua realizzazione.

Come avete trovato il distillatore che facesse al vostro caso?

Avevamo deciso che il nostro progetto doveva avere un legame con la Sicilia per raccontare una parte di noi e la nostra terra, ma al tempo stesso doveva avere un linguaggio trasversale e universale. Doveva parlare di tutto il territorio, con la sua complessità, ma come fare per non cadere nei soliti stereotipi? Nello scegliere il partner produttivo ci siamo posti alcuni criteri come la territorialità e l’esperienza nell’uso di determinate botaniche, ma in Sicilia non abbiamo trovato il tipo di accordo che volevamo. Dopo aver girato quattro o cinque distillerie nel resto d’Italia abbiamo scelto Bordiga, un sito produttivo bellissimo con una lunga storia e un meraviglioso alambicco a fiamma viva del ‘700. Hanno subito sposato il nostro progetto e abbiamo cominciato a lavorare per la realizzazione di Gin Insulae. Con Bordiga si è instaurato un bel feeling e fiducia reciproca, un’esperienza molto bella.

Come avete sviluppato la ricetta di Gin Insulae?

Inizialmente avevamo l’idea di fare due gin diversi, uno più secco, “masculo” come si dice da noi, e uno più gentile, “femmena”, ma alla fine abbiamo preferito scegliere una strada diversa. Abbiamo cercato botaniche che provenissero da ogni parte dell’isola e che esaltassero il territorio, tutte selezionate da presidi e IGP. Per trovare partner e fornitori ci ha aiutati Saro Gugliotta, presidente di Slow Food Sicilia.

Volevamo che il gin avesse complessità e ricchezza di odori e sapori caratterizzanti, mantenendo i sentori tipici del gin. Il metodo ideale che abbiamo individuato era quello del “distilled gin”.

Il master distiller di Bordiga, Nicola Serra, non aveva mai lavorato con alcuni degli ingredienti scelti, come la carruba, ma ha riconosciuto le potenzialità e si è dedicato al progetto con entusiasmo. Con lui abbiamo quindi trovato il giusto bilanciamento per realizzare l’idea che avevamo e dopo qualche mese di test ce l’abbiamo fatta.

La difficoltà maggiore è stata la gestione della nota floreale del gelsomino, che serve a dare al gin un profumo che richiama la Sicilia. I primi campioni avevano troppa forza nel profumo e quando è arrivato il campione perfetto io e Marco ci siamo guardati e abbiamo subito capito: “era lui il figlio prediletto”.

A gennaio 2019 abbiamo quindi aperto l’azienda e verso fine maggio eravamo pronti per la distribuzione. Lavoriamo molto con i locali e siamo riusciti a costruire un ottimo rapporto con i bartender che miscelano con Gin Insulae.

Quali sono le botaniche siciliane che avete selezionato per Gin Insulae?

Innanzitutto la base è riccamente agrumata grazie alla selezione di tre agrumi: arancia, limone e mandarino. Il bilanciamento è stato molto curato perché quest’ultimo è molto aromatico, ma dà al gin sentori magnifici.

Per la parte balsamica abbiamo scelto la frutta secca: la mandorla, che è molto usata, e due ingredienti non comuni nel gin, cioè il pistacchio di Bronte, che dà una certa dolcezza, e il sesamo, più amaro e aromatico. A questi abbiamo aggiunto la carruba, molto particolare e che consiglio a tutti di provare se non lo avete mai fatto. In distillazione abbiamo fatto una scoperta molto interessante, carruba e mandarino stanno davvero bene assieme e uniti ricordano il cardamomo come sentori.

La parte floreale data dal gelsomino è quella che ci ha complicato la vita, come dicevo prima, ma trasforma veramente il gin sia al naso sia al palato, ma anche in miscelazione. Gin Insulae permette ampio spazio in miscelazione perché si può lavorare su ognuna delle sue diverse anime.

gin insulae

Come avete scelto il nome di Gin Insulae e come avete sviluppato il brand?

La scelta del nome è stata difficile. Inizialmente avevamo pensato di chiamarlo “U Gin”, “Il Gin” in siciliano, ma mancava di universalità e troppo caricaturistico. Abbiamo pensato al Mediterraneo, poi abbiamo valutato di citare Il Gattopardo, un nome che porta con sé storia e cultura, ma non eravamo convinti. Il nome del gin doveva dare al consumatore la possibilità di costruire la propria esperienza; tutta il prodotto doveva essere immersivo per il suo pubblico. Abbiamo quindi sviluppato un percorso degustativo/sensoriale che parte dal nome del gin, continua con l’etichetta e trova il suo gran finale nella degustazione del prodotto. E “Insulae” era il nome perfetto, legato alla terra come volevamo; in lingua latina infatti insulae è genitivo e significa “dell’isola”. Richiama l’idea del racconto mitico e quindi della cultura, della storia e della ricchezza del territorio, associando il gin a un immaginario e non a qualcosa di specifico. Un’isola universale che è l’isola dell’esperienza di tutti.

Infatti anche l’etichetta rappresenta un’isola che può essere un’isola qualsiasi, poi aprendo la bottiglia emergono i profumi della Sicilia. E’ un’etichetta tridimensionale composta da tre strati colorati che rappresentano la terra, il mare e il cielo, creando una cornice esperienziale in cui il consumatore si può immergere. Racconta l’isola come fosse un quadro, con pennellate di colore con texture diverse.

Stiamo avendo soddisfazioni proprio perché il gin riesce a parlare da solo di se stesso. Un aneddoto efficace è questo: siamo stati selezionati per la bottigliera dell’Atlas Bar di Singapore, nella top 10 dei migliori bar del mondo. Ed è stato un puro caso! Ci trovavamo in un locale a bere una birra e un ragazzo si avvicina chiedendoci “Ma voi producete gin?” Io lavoro nel sud-est asiatico nella mixology e vorrei portare con me una campionatura.” Ci è sembrata una cosa strana, ma gli abbiamo lasciato alcune bottiglie. Qualche mese dopo ci ha telefonato dicendo che l’Atlas Bar voleva una fornitura! E’ stato il prodotto a parlare di sé, noi per loro eravamo completi sconosciuti.

gin insulae

Francesco Gianquinto, BA Gin Insulae

Prima di passare ai consigli di miscelazione sono curiosa di sapere dell’uso di Gin Insulae anche in cucina…

Sin dal principio abbiamo immaginato che il nostro prodotto potesse interessare ai ristoranti stellati della Sicilia. Una grande soddisfazione è stata la collaborazione con la Locanda Don Serafino, che non solo propone Gin Insulae per l’aperitivo, ma lo utilizza anche in cucina: nebulizzato sui crudi di pesce e sferificato nel dessert. Ci sono molti modi interessanti in cui si può lavorare col nostro gin.

E ora Gin Insulae nei cocktail! Quali sono i vostri consigli personali?

Io e Marco abbiamo gusti abbastanza simili, anche se lui propende più per gin e Campari, mentre io per il Martini. i nostri gusti sono cambiati col tempo e abbiamo avuto occasione di assaggiare tanti cocktail diversi, anche grazie al lavoro con i bartender.

Il nostro brand ambassador Francesco Giaquinto lavora a parigi, presso Cucina Popolare – Big Mamma Group, e ha creato diverse cocktail list per Gin Insulae. Ha inventato alcuni twist sul Negroni con prodotti siciliani, ma la sua creazione che preferisco fra tutte è un twist sul Dirty Martini; si chiama Insulae in mari nata (che significa “nata dal mare” ed è miscelato con prodotti che richiamano il mare: 1,5 cl di soluzione salina, che unita all’ acqua di cavolo viola diventa blu, dando al cocktail un colore stupendo, poi c’è il vermouth e 6cl di Gin Insulae. Lo adoro!

Un altro cocktail che mi piace molto è Passa E Lassa, molto fresco, con kombucha al melograno, St. Germain, finocchietto e crusta frizzante al limone.

Fabrizio Candino, proprietario di una scuola di cocktail IBA, ha invece creato un ottimo drink con succo di mela, lime, basilico e sciroppo semplice. Invece durante il Gay Pride di Palermo 2019 un locale ha fatto un cocktail floreale con liquori e oli essenziali che ha avuto un successo incredibile. Insomma, Gin Insulae ha davvero molte anime e quindi permette di creare tante cose diverse, lascia spazio alla fantasia, purché lo si sappia lavorare.

Ovviamente poi Gin Tonic tutta la vita! Il mio preferito è con 5cl di Gin Insulae, una tonica più zuccherina (come Antica Ricetta Siciliana di Polara, nostro partner siciliano) e una scorza di limone. Per goderselo al massimo consiglio di mangiare prima un’oliva: la sua sapidità aprirà al palato tutti i sentori del Gin Tonic!

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