“Penso che metterò qualcosa di europeo, ho pensato a del pino di montagna dall’Austria, della buccia d’arancia spagnola, della lavanda e del fiore di sambuco polacco. Sono stereotipi come il tuo equipaggiamento però sono la chiave.”
Quando Edgar Rice gli raccontò degli elefanti asiatici il tedesco decise di aggiungere una nota speziata al gin, dello zenzero e della cassia.
Il giorno che colpirono un bracconiere alla gamba l’odore della polvere da sparo rimase così tanto impresso nel naso del tedesco che questi decise di aggiungere pimento messicano alla ricetta.
Edgar Rice continuava a lavorare al suo ricovero e salvare pachidermi, al tedesco ancora mancava qualcosa.
Sfortunatamente venne il giorno in cui il biplano si ruppe, i bracconieri imperversarono, gli elefanti languirono. Edgar Rice chiuse il ricovero e tornò ad Amburgo; il tedesco sparì per molto tempo.
Anni dopo bussò alla porta dell’amico inglese, un debole sole accarezzava i due meli del suo giardino. Parlarono di Africa per tutto il pomeriggio, poi la sera, fino a tarda notte. Racconti vecchi un secolo, leggende personali e popolari; la lista dei bracconieri che avevano fatto fuggire era lunga quanto quella degli elefanti che salvarono. “Mi ero dimenticato degli elefanti.” Disse sorridendo.
Chiese a Edgar Rice delle mele del suo albero e se ne andò. Ricomparve dopo alcuni mesi con la prima bottiglia di Elephant gin dicendogli, “mancava il padre degli elefanti nella ricetta. Ora è perfetta.”
Le mele del giardino di Edgar furono il ponte che unì finalmente l’Africa alla Germania, l’ingrediente mancante, ciò che arrotonda il sapore finale del gin.
Finirono i due Elephant gin & tonic e mangiarono lo spicchio di mela rimasto in fondo al bicchiere. “Mi ricorderà sempre gli elefanti, pieni, buoni e intelligenti, come questo gin.”
(I personaggi del racconto sono fittizi. N.d.R.)
Leggi la scheda di Elephant Gin
Acquista Elephant Gin
Acquista Elephant Gin Collection