Interviste

Intervista a Gasparri, Master Ambassador Diageo: Part II

Vanessa Piromallo
May 21, 2015

Tanqueray Gin: vi sveliamo tutti i segreti! La seconda parte dell’intervista a Franco Gasparri, Master Ambassador di Diageo, che ci racconta il mondo del Tanqueray gin e il futuro della moda del gin

Se vi siete persi la prima dell’intervista a Franco Gasparri,  leggetela qui.

ilGin.it: Quante bottiglie fa Tanqueray gin all’anno?

Franco Gasparri: Beh diversi milioni… è il gin più venduto in America.

iG: E qual è il gin più venduto al mondo?

FG: Gordon’s gin , ma Tanqueray gin è il gin Premium più venduto al mondo.

iG: Raccontaci le differenze fra i diversi Tanqueray gin

FG: Il Tanqueray gin classico dal 1830 è sempre uguale. E’ un gin creato per portare qualcosa di inglese nel mercato americano.

Gasparri: Tanqueray gin è il gin Premium più venduto al mondo

Franco Gasparri, Master Ambassador Diageo, ci racconta i segreti del Tanqueray... ovviamente davanti a un Tanqueray Tonic

Franco Gasparri, Master Ambassador Diageo, ci racconta i segreti del Tanqueray… ovviamente davanti a un Tanqueray Tonic

Nel 2000 è stato lanciato il Tanqueray n.10 gin ed è cambiato il modo di vedere il gin. Tanqueray decise di creare un gin per il consumatore moderno. Siamo in America e anche qui il gusto delle persone è cambiato: il consumatore del nuovo millennio ama gusti più delicati, più gentili, meno rudi, ama i profumi. Per creare un gin che si adattasse a questo gusto è stato usato un piccolo alambicco, il Tiny Ten, con l’idea di fare un gin più artigianale, e sono stati aggiunti agrumi freschi e fiori di camomilla per dare la nota floreale. Il Tanqueray n.10 gin non è un  London Dry gin perchè non prevede che il ginepro sia la parte più presente  fra le botaniche come prescrive il disciplinare. Nonostante i suoi 47,3 gradi è facile da bere, risulta più delicato e ha dato alle persone un nuovo impulso per bere il gin.
Gli esperimenti in realtà cominciarono prima, perché negli anni ‘80-’90 erano nati il Rangpur e il Malacca. Il primo a nascere fu il Tanqueray Malacca gin, il nome deriva da una regione dello Sri Lanka, vicino all’India, famosa per le spezie, infatti l’idea era quella di creare un gin che la ricordasse, più speziato.

Il Tanqueray Rangpur gin, invece, che oggi è riproposto in una versione limitata, utilizza i lime del Ranqpur, una regione del Bangladesh, che nonostante il nome come gusto assomigliano più al mandarino e d’aspetto sembrano delle arance un po’ schiacciate e bitorzolute.

iG: Cosa significano gli ananas e le asce sulla bottiglia del Tanqueray gin?

FG: E’ lo stemma della famiglia Tanqueray. L’ananas rappresenta il benessere economico, perché solo i ricchi potevano permettersela. Le asce rappresentano le famiglie nobili che hanno partecipato alle Crociate. La forma della bottiglia del Tanqueray gin classico, invece, ricorda gli estintori inglesi del 1800. C’è chi dice che sembra lo shaker continental, ma la bottiglia è stata realizzata prima della nascita dello shaker.

iG: Dove viene prodotto adesso il Tanqueray gin?

FG: Dal 2000 si produce a Cameron Bridge, in Scozia. Hanno completamente spostato lì la distilleria.

iG: Come mai non fate più il Malacca gin ?

FG: Facciamo solo dei lotti di produzione limitati. Anche dell’Old Tom sono state fatte 100.000 bottiglie e basta. Sono difficili da trovare ma verranno riproposti nel corso degli anni.

Il Tanqueray, a partire dal 2000, si produce interamente in Scozia

Gasparri mentre risponde alle nostre domande sul Tanqueray

Gasparri mentre risponde alle nostre domande sul Tanqueray

iG: Qualche novità dal mondo Tanqueray?

FG: La novità è, appunto, l’Old Tom gin : riprendere la vecchia ricetta dell’Old Tom gin che Charles Tanqueray faceva già nel 1830 e rivisitarla aggiungendo un’essenza di ananas, proprio per ricondurlo alla famiglia Tanqueray.

iG: Cosa ci dici sull’Old Tom?

FG: Il gin nasce in Olanda, dove facevano il genever, macerando in una soluzione idroalcolica le bacche di ginepro e aggiungendo zucchero;  poi venne fatto in Inghilterra più o meno allo stesso modo e venne chiamato Old Tom gin, pare per via di questo gatto nero che stava fuori dai negozi che funzionava come un distributore automatico da cui si poteva bere senza entrare nel negozio, usciva il gin dalla coda tramite un tubo che partiva da dietro il bancone.
Allora si aggiungeva al gin lo zucchero perché si usava un alcol base scadente, distillato senza togliere testa e coda.

 

iG: Secondo te la moda del gin è dovuta alla lunga storia di questo distillato e continuerà a dilagare oppure è un momento che si esaurirà?

FG: Questa è una domanda difficile. Secondo me il trend del gin nasce un po’ per curiosità, un po’ per questa riscoperta del gin, un po’ per questa nuova moda di proporre gin diversi, di personalizzare il proprio gin, quindi nasce più da parte del barman questo piacere di avere un prodotto personalizzato, di poter dire “il mio gin tonic è diverso da quello degli altri.” Non credo finirà qui, il bello deve ancora venire. Io credo che il consumatore rimarrà legato al gin, che qualcosa di positivo lo abbia portato questa nuova era del gin.

iG: Quindi secondo te sopravviveranno più di 400 gin diversi?

FG: Può essere, se ci guardi oggi esistono molto più di 400 gin diversi, nascono continuamente gin diversi, solo in Germania ce ne sono una ventina nati negli ultimi anni. E se ci pensi fra le grandi aziende chi fa innovazione a parte Diageo? Sono le piccole aziende a fare ricerca e sperimentazione.  Penso che arriveranno dei prodotti davvero innovativi che segneranno la parte più bella e positiva di questa tendenza.

E noi li stiamo aspettando n.d.r.

Due risate tra una domanda e un Tanqueray Tonic

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