Interviste

Xamorfos Gin: la forma del London Dry perfetto

Vanessa Piromallo
July 9, 2021

Lorenzo Spagnolo ci racconta come nasce la sua nuova distilleria Distill Hub a Salerno e la storia del suo London Dry Xamorfos Gin

Lorenzo Spagnolo è il fondatore della nuovissima distilleria italiana Distill Hub, da poco aperta a Salerno. Il suo primo prodotto è Xamorfos London Dry Gin e oggi ci racconta la sua storia, la sua passione per il gin e il suo studio dell’arte della distillazione. Se ci seguite sapete che lui è stato l’autore del Distill Tour pubblicato su ilGin.it e aveva concluso la quarta tappa dicendo che il prossimo passo sarebbe stato proprio aprire la sua distilleria!

Xamorfos Gin, distillato legalmente dal 2021

Ciao Lorenzo, come nasce la tua passione per il gin e la distillazione?

E’ cominciato tutto nel 2012. Un mio amico appassionato di gin mi chiese di accompagnarlo a Milano al primo Gin Day. Io avevo un pessimo ricordo del gin lemon bevuto in discoteca e quindi volevo capire come mai lui invece amasse così tanto questo distillato. E’ così che ho scoperto che il gin aveva cambiato faccia e si era avvicinato al settore dei profumi, che mi ha sempre affascinato.

xamorfos gin

Con il gin puoi fare tutto purché il ginepro sia prevalente ed ero curioso di saperne di più All’epoca vivevo a Firenze e per un paio d’anni ho investito un po’ di soldi provando diversi gin e gin cocktail in quattro o cinque bar fissi e ogni tanto qualche bar nuovo. Poi mi sono trasferito a Milano e la spesa di un Gin Tonic al giorno era insostenibile, così ho cominciato a comprare direttamente le bottiglie. Nel giro di un anno mi sono ritrovato pieno di etichette e per ogni gin andavo a ricercare la ricetta sul sito e su altri siti come ilGin.it per scoprire come viene prodotto e con quali ingredienti.

Ho così imparato quali fossero le procedure standard e ho visto che il comune denominatore dei gin che preferivo era l’alambicco. Poiché è possibile distillare in casa fino a due litri, ho comprato un piccolo alambicco per fare le mie prove. La primissima cosa che ho distillato, giusto per lavare la macchina nuova, è stato mezzo litro di vino che mi era avanzato da una cena: pessimo!

Inizialmente compravo le spezie nei negozi dei dintorni per provare a riprodurre le ricette dei gin famosi e vedere cosa ne usciva, ma volevo approfondire di più la mia conoscenza delle botaniche e quindi mi sono iscritto al corso di Chimica e Tecnologia degli Aromi del politecnico di Milano. Nel frattempo ho continuato a fare le mie prove e a creare gin per gli amici, seguendo la loro ricetta e regalando loro una bottiglia con un’etichetta personalizzata: per scherzo in queste etichette avevo l’abitudine di scrivere “Illegal Gin” ed è per questo che nell’etichetta di Xamorfos Gin ho voluto scrivere “Distillato legalmente dal 2021”.

Bottiglia prodotta con il piccolo alambicco da 2 litri

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Come hai sviluppato la ricetta di Xamorfos Gin?

Il mio fine era creare un London Dry Gin che piacesse a me e che non mi stancasse, perché con gli altri gin mi capitava sempre di stufarmi dopo una o due bottiglie e volevo provarne altri. Molti gin infatti hanno un sapore che prevale sugli altri, mentre io volevo un gin con un gusto proprio, rotondo, che non avesse un botaniche che prevalessero sulle altre.

Ho creato una base classica con ginepro, coriandolo e angelica ottenendo un buon equilibrio, poi ho provato ad aggiungere una botanica per volta per sviluppare la mia ricetta. Grazie a voi de ilGin.it ho scoperto Tutte le Spezie del Mondo dove ho trovato ingredienti fantastici come le foglie di kaffir e il pepe di Timut. Prima assaggiavo la spezia, poi facevo l’infusione e la distillazione per capire l’incidenza del suo gusto nell’equilibrio del distillato per poi eventualmente aggiustare il tiro. In questo modo imparavo la tecnica mentre sviluppavo la ricetta. Con i singoli distillati creavo il gin direttamente nel bicchiere utilizzando un contagocce per capire quanti grammi utilizzare nell’infusione

Avrei voluto utilizzare il cetriolo, ma sviluppava una nota amara spiacevole. Non sono riuscito a bilanciarla nemmeno seguendo i consigli dei distillatori che ho incontrato nel mio tour delle distillerie europee e di cui ho scritto proprio su ilGin.it. Ho quindi sostituito il cetriolo con la lemongrass, che dà citricità e si equilibra molto bene con le altre botaniche che ho selezionato: il pepe di Timut e il fiore di sambuco. Ho scelto anche le foglie di kaffir, mentre per la componente floreale ho aggiunto anche i petali di rosa. Ci è voluto un anno e mezzo per giungere alla ricetta definitiva.

Lorenzo Spagnolo

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Come nasce invece il desiderio di aprire la tua distilleria, Distill Hub?

Sono tanti che distillano a casa, ma sono pochi quelli che non si sono fermati alle dogane: distillare è un lavoro bellissimo che in molti vorrebbero fare, ma tra te e il tuo sogno ci sono le dogane di mezzo che rendono difficile aprire la propria distilleria. Per fortuna mio padre si prese a cuore il mio progetto e, mentre stava facendo ristrutturare un nostro casale del ‘700 vicino a Salerno, mi ha proposto di utilizzare una parte di quegli spazi. Ho chiamato il comune per sapere se fosse possibile creare lì una distilleria e, a risposta affermativa, ho lasciato Milano per tornare a Salerno. Era il 2019 e da allora ho lavorato alla costruzione della distilleria e poi alla mia ricetta di Xamorfos Gin. Ho installato un alambicco Frilli, consegnato in cinque pezzi e montato da me: per farlo passare abbiamo dovuto smontare un pezzo di porta!

A Salerno mi sono anche trovato bene con gli uffici doganali, mi hanno aiutato a compilare i documenti necessari e mi hanno dato consigli. Per esempio mi hanno confermato che burocraticamente è molto più semplice comprare esternamente l’alcol di base, cosa che a me andava benissimo in quanto la qualità così è sempre assicurata, cosa non sempre certa quando si distilla il proprio alcol di base a partire dalle materie prime da far fermentare.

L’idea di aprire una distilleria mi girava già per la testa, ma è diventata un desiderio fortissimo proprio dopo il Distill Tour di cui parlavo prima. In questo viaggio in Europa ho scoperto realtà bellissime, ma il desiderio si acceso soprattutto in Inghilterra dove abbiamo addirittura incontrato dei ragazzi con un alambicco mobile caricato sul furgoncino, che andavano in giro a fare il gin nei mercati!

La realizzazione di questo sogno è legata a mio padre. Lui è stato il primo ad accorgersi del mio ottimo palato: sono in gradi di distinguere tutti i sapori e al ristorante si accordava con il cuoco per farmi gli scherzi e aggiungere nel piatto un ingrediente nascosto aspettando che io, puntualmente, lo notassi. Mio papà è morto ad aprile 2021 e per il supporto che mi ha dato c’è un po’ di lui in ogni bottiglia; mi ha dato la forza per superare ogni difficoltà!

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Da cosa deriva il nome Xamorfos Gin?

Inizialmente avrei voluto chiamarlo “Gin Onirico”, ma esiste già una gamma di vini con questo nome e quindi ho cominciato a pensare a nomi diversi, anche inventati. Per esempio avevo pensato a “Meta-orto” per richiamare all’idea del coltivare l’orto metafisico della mente, alla meditazione che si fa degustando il gin. Infine abbiamo pensato ad “Amorfos” e per evitare problemi di copyright abbiamo aggiunto la “X” iniziale, che è in realtà il numero dieci romano, poiché dieci sono le botaniche del gin.

Amorfos, cioè “senza forma”, richiama l’illustrazione all’interno dell’etichetta, che cambia forma a seconda di come si muove il liquido all’interno. Inoltre richiama il fatto che io utilizzo botaniche 100% naturali e quando distillo cambio la loro struttura facendole passare dallo stato solido a quello liquido, che in fondo è un solido senza forma.

Ricorda il fatto che il mio è un London Dry pulito. Io facevo il musicista e il fonico, ho prodotto un album come artista e mi è stato fatto notare che la mia musica è come il mio gin: tranquillo, morbido, senza colpi di testa.

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Quali sono i tuoi cocktail preferiti con Xamorfos Gin?

Gin Fizz! Consigliatissimo, alla grandissima proprio!

Visto che Xamorfos Gin è molto morbido e profumato, per il Gin Tonic suggerisco di utilizzare una tonica Indian o, ancora meglio, una soda.

Poi io non sono uno molto da cocktail, preferisco il Gin Tonic o il gin liscio, ma il mio mi è piaciuto moltissimo nel Negroni: dà vita a un Negroni che piace anche a chi solitamente non piace questo drink!

La tua distilleria è aperta al pubblico?

Chi vuole può venire a trovarmi! Sul sito di Xamorfos si possono prenotare le degustazioni: io organizzo degustazioni comparate con il mio gin e altri prodotti fatti diversamente per educare i palati, per far riconoscere la qualità dei distillati e per spiegare come si fa il gin.

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Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Non vorrei fare altri gin, soprattutto perché non voglio sporcare il mio alambicco in rame con cose diverse dal mio gin. Inizialmente pensavo di lanciare due gin, uno più morbido e uno più secco, ma ho capito che posso ottenere lo stesso risultato senza cambiare ricetta facendo la versione Navy Strength a 57° di Xamorfos Gin. Questo sarà il mio prossimo prodotto!

Adesso sono impegnato a far crescere le vendite di Xamorfos, ma in futuro, se le dogane me lo permetteranno, mi piacerebbe produrre anche distillati di spezie singole: mi immagino che la distilleria diventi un po’ come una gelateria, dove uno sceglie il gusto che preferisce… zenzero, vaniglia, cedro eccetera.

 

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