Ad accogliermi ci sono Jonathan Clark, proprietario e Master Distiller, e Luke Shackleton, Operations Manager. Jonathan mi mostra subito con entusiasmo e orgoglio i suoi due alambicchi appena messi in funzione per la produzione giornaliera di gin. All’interno si vedono le botaniche immerse nell’alcol misto ad acqua. Appena la temperatura raggiungerà i 78° l’alcol comincerà ad evaporare mentre l’acqua rimarrà lì. Jonathan mi fa vedere in quali punti presto verranno abbattuti i muri per lasciare spazio ad Elizabeth, il nuovo alambicco di 3 metri e mezzo, presto in arrivo. Per deciderne il nome era stata indetta una gara e almeno tre persone hanno proposto il nome della Regina, la quale, tra l’altro, ha appena compiuto novant’anni, e quindi è sembrato a tutti appropriato dedicarle il nuovo alambicco.
Nella stanza accanto, invece, si trova il Gin Lab, il luogo dove i visitatori della distilleria possono creare il loro gin. Jonathan mi fa vedere le schede composte da queste persone e mi dice quanto sia meraviglioso il fatto che ognuno produca sempre qualcosa di completamente diverso da tutti gli altri. “Nel tuo gin puoi mettere tutte le cose che ti piacciono di più, magari le persone sbagliano le proporzioni, ma quello che fanno è unico e speciale per loro. A me non piace il caffè e quindi non lo metterei mai in un gin, ma qui è lecito sperimentare con i propri gusti,” spiega il distiller. I sette piccoli alambicchi che i visitatori utilizzano per distillare il proprio gin, del quale possono anche creare l’etichetta personalizzata, portano i nomi dei sette nani di Biancaneve nel film Disney: Grumpy, Sleepy, Happy, Sneezey, Dopey, Bashful e Doc.