Due anni fa Kathy Caton ebbe un’illuminazione: stava facendo il suo jogging mattutino sulla spiaggia e si sentiva benissimo nonostante la nottata passata fuori a bere con gli amici fino a tardi quando si rese conto che gli abitanti di Brighton incarnano il motto “lavora duramente, divertiti duramente” e che il gin -noto per provocare doposbronza indimenticabili- era la bevanda che permetteva loro di mettere in pratica il detto. Brighton aveva bisogno del suo proprio gin.
Corse a casa a fare una ricerca su Google e constatò che non esisteva nessun “Brighton gin”, quindi cominciò a mandare mail agli amici sbronzoni per condividere la sua idea. Mise così assieme un guru dell’industria dei distillati che poteva aiutarla a sviluppare l’idea, un fisico che si occupasse della parte scientifica, uno scrittore dello Spectator che stilasse la ricetta perfetta e un coffee shop locale che avviasse l’impresa.