Interviste

Ish Gin e Mahon Xoriguer Gin: i due fiori all’occhiello di Zafferano Distribuzione

Vanessa Piromallo
May 7, 2015

IlGin.it incontra Manfrè e parte per un viaggio meraviglioso da Londra a Minorca . Preparatevi a conoscere due gin unici: l’Ish gin e il Xoriguer gin

ilGin.it: Perché hai scelto Ish Gin e Xoriguer Gin?

Marco Manfrè: Sono due tipologie di prodotti molto diverse.
Ish è un gin super Premium; c’è molta attenzione per la raffinatezza e la cura dei particolari.
Esistono due versioni di Ish gin: la prima è quella classica, l’Ish Red gin, che ha uno stile bilanciato, semplice, dolce, che sa di ginepro. E’ un London Dry Gin, piuttosto asciutto, con una macerazione delle botaniche che dura 24 ore. E’ ottimo abbinato a una tonica piuttosto amara, quindi con più chinino, per esempio la Bitter Tonic di J.Gasco o l’Indian Fever Tree.
La seconda versione è l’Ish Limao Brasilian Edition gin, che si ispira al forte uso che si fa in Brasile del lime. Ha una linea più morbida rispetto all’ Ish Red gin e si abbina bene ad una tonica con un chinino più blando, come la Indian di J.Gasco o la Mediterranea di Fever Tree. E’ un ottimo gin estivo.

 

Esistono due versione di Ish: Ish Red Gin, un tradizionale London Dry Gin, e Ish Limao Brasilian Edition, aromatizzato al lime

Ish Red Gin e Ish Limao Brazilian Edition

iG: Qualche curiosità su Ish gin?

MM: La particolarità di Ish gin è che la distilleria che lo produce ha sempre lavorato per terzi; la maggior parte dei gin made in London sono fatti da loro. Hanno deciso di creare una propria linea e hanno fatto una scelta vincente con un ottimo prodotto.
Il purista del gin beve l’Ish Red Gin, per chi invece si avvicina al mondo del gin l’Ish Limao gin è più abbordabile perché è più morbido e non ha un sapore di ginepro classico.

iG: Invece l’Ish Red gin ha una doppia dose di ginepro

MM: Sì, infatti quando lo andiamo ad annusare non sentiamo botaniche predominanti, ma sentiamo proprio il profumo del ginepro.

 

iG: Quali sono le diverse botaniche dell’Ish Limao rispetto al Red?

MM: Il bouquet è praticamente lo stesso, a parte il lime, e sono entrambi London Dry.

iG: Chi sono i Poshmakers Ltd?

MM: E’ il gruppo di produttori, non usano il nome della distilleria. Ne fa parte Elly Baker, la Master Distiller di Ish, assieme al marito, Fran, che è galiziano e fa avanti e indietro fra Londra e Barcellona. Entrambi seguono la commercializzazione dei prodotti.
Poshmakers vuol dire lanciatori di moda, produttori di cose ‘posh’.

iG: E tu come sei arrivato a Ish?

MM: Tramite degli amici comuni di Girona che mi hanno dato l’opportunità di importare il prodotto. L’ho assaggiato e mi è piaciuto, non posso vendere qualcosa che non mi piaccia molto. All’estero lo vendono in modo diverso, perché nella loro veste britannica lo hanno legato al genere fetish. Io ho preferito far percepire la qualità del prodotto.

 

Marco Manfrè, AD di Zafferano Distribuzione

Marco Manfrè, AD di Zafferano Distribuzione

Mahon Xoriguer

Mahon Xoriguer

iG: Avete dei progetti riguardo la promozione di Ish?

MM: Inizieremo a lavorare sull’immagine del ‘feticcio britannico’. Faremo party organizzati su quella linea. E’ ancora tutto in cantiere. (ma lo leggerete presto su ilGin.it  n.d.r.)

iG: Ora parlaci del Xoriguer

MM: Mi sono avvicinato al Xoriguer per caso, grazie a un interesse di vari amici e per curiosità, perché non è un gin nuovo, ha duecento anni di storia. Gli inglesi colonizzarono le isole Baleari, arrivarono a Minorca e sentivano la mancanza di casa, così iniziarono a produrre gin. Lo facevano con quello che avevano a disposizione: mancando il grano, che non cresce sull’isola, la base alcolica di partenza venne fatta a partire dai vigneti. Le botaniche sono tutte Mediterranee e presenti sull’isola. La raffinazione viene fatta per tre settimane in botti di rovere non nuove: l’obiettivo non è invecchiare il gin, ma smussare le note dell’alcol finale, per questo è proprio una questione di ‘raffinamento’.

iG: La ricetta è segreta?

MM: Sì e se la porteranno nella tomba tutti gli eredi, non ci diranno mai quantità, dosi, botaniche esatte. Si sa solo che sono tutte botaniche prese sull’isola. Comunque sono duecento anni che lo fanno e sopravvive anche nei momenti più bassi del gin, un motivo c’è e quindi giustamente lo tengono segreto.

 

iG: La tua nota di degustazione?

MM: Il Xoriguer dà una bella sensazione, dà proprio soddisfazione. Quando lo annusi, il profumo ha un bouquet floreale meraviglioso. Quando lo misceli  è molto secco quindi ti permette di utilizzare toniche di qualunque genere. Ha delle note di timo, mughetto.

iG: La moda del gin tonic quanto durerà?

MM: In Italia sono diffidente, è diverso per quel che riguarda i nostri cugini spagnoli, ma loro bevono gin da sempre e in quantità industriali. La Spagna è il secondo paese al mondo per consumo pro capite di gin.
Sono scettico anche se in realtà il gin ha aiutato ad aprire un po’ gli occhi sul mondo degli spirits. La gente si informa, chiede questo cosa ha dentro, come è fatto, perché. Si fida anche di più del bartender che ha davanti, della sua opinione.
Comunque, la moda durerà un anno, toccherà il picco questa estate, poi la richiesta tornerà come prima. Forse si diffonderà la tequila e, spero, il mezcal, perché sono due prodotti che la gente non conosce. Spero che arrivi anche in questo ambito la stessa curiosità che c’è ora verso il gin.

 

Marco Manfrè ci parla del Mahon Xoriguer

Marco Manfrè ci parla del Mahon Xoriguer

Gin Gin!

Gin Gin!

iG: Cosa non ti piace quando un bartender usa il tuo gin?

MM: Questo vale non solo per un mio gin, ma per il gin in generale: non mi piace quando un bartender non si informa e non sa di cosa stia parlando. A prescindere dai gusti, il gin di un bartender non può andare per associazione o per sentito dire, lo deve provare, deve sapere esattamente cosa sta vendendo.

iG: Alcuni barman sono contrari all’aromatizzazione del gin tonic e pensano che dovrebbe contenere solo gin e tonica. Cosa ne pensi?

MM: Io sono del vecchio partito, il gin deve sapere di ginepro e le aromatizzazioni assurde non vanno bene.
Per quel che riguarda il gin tonic al bar, a me piace senza niente, mi va bene così, al massimo con una fetta di limone o di lime a seconda del gin, però capisco l’utilizzo di botaniche che sono già all’interno del gin per far risaltare dei gusti. Giocare col prodotto, sì. E’ la bravura del bartender.

iG: Il tuo gin tonic preferito?

MM: Plymouth e Fever Tree.

Per altre informazioni:

  1. Zafferano Distribuzione
  2. The Poshmakers

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