Certo, per arrivare ai numeri di Fever-Tree le aziende non possono adagiarsi solamente sull’accoppiata con il gin. Il noto produttore non ha investito solamente in marketing a tutti i livelli, compresa una presenza massiccia come sponsor alla maggior parte degli eventi europei dedicati al gin, ma anche nello sviluppo di nuovi prodotti. Per esempio ora che si sta facendo strada nel mercato USA, dove la moda del gin è arrivata più tardi rispetto all’Europa ed ha quindi ancora ampi margini di crescita, Fever-Tree ha comunque lanciato anche una nuova ginger ale adatta per la miscelazione con whisky, rum e brandy, poiché i dark spirits vengono prevalentemente consumati in questo mercato.
Tim Warrillow, co-founder di Fever Tree, ha dichiarato che l’azienda si aspetta risultati simili anche nel 2019, soprattutto grazie alla posizione molto forte che si è guadagnata sul mercato inglese e ai successi ottenuti negli Stati Uniti e in molti paesi europei.
Nel 2018 i profitti lordi di Fever-Tree sono di 75.6m di Sterline, rispetto ai 56.4m di Sterline nel 2017. Una tassa sugli zuccheri nelle bevande è stata introdotta ad aprile 2018 nel Regno Unito, ma non ha toccato direttamente i profitti netti in quanto Fever-Tree ha aumentato i prezzi. I consumatori però non hanno desistito dal comprare i soft drink nonostante la maggiorazione del costo.
Insomma, tutti gli addetti al settore concordano nel pensare che anche il 2019 sarà un anno proficuo, per il gin e per i soft drink che lo accompagnano. God Save the Gin!