Recensioni

DelMago Gin, non c’è trucco e non c’è inganno!

Elisabetta Lugli
March 18, 2021

Gin delMago, Made in Piemonte, pensato per la mixology, fresco, balsamico e speziato: scopriamolo con lo chef Magorabin

È proprio un mago Marcello Trentini, meglio conosciuto come Magorabin, che è anche il nome del suo ristorante di Torino che dal 2013 vanta la stella Michelin. È un mago, e come ogni mago che si rispetti tira fuori cose sorprendenti dal suo cilindro: è il caso di DelMago Gin, figlio di Trentini e del suo progetto DelMago Drinks, nato all’inizio della pandemia e già articolato tra cocktail ready to drink e spiriti assoluti. Abbiamo parlato con lui, Magorabin, poliedrico e vulcanico personaggio che non si riesce a contenere nella definizione di “chef”. Ecco cosa ci ha raccontato.

gin delmago

Quando è nata l’idea di produrre un tuo gin?

Hai presente il film Cocktail con Tom Cruise, dove lui fa il barman acrobatico? Ecco da ragazzino lo guardavo e pensavo che quello era il mio sogno. Diciamo che ci sono arrivato trent’anni dopo, aprendo Casa Mago (il suo cocktail bar di fianco al ristorante, ndr) e iniziando a produrre DelMago Drinks!

Scherzi a parte, io sono stato uno dei primi a portare la moda del gin tonic al tavolo del ristorante 11 anni fa. Tutto è iniziato quando in compagnia di un “gruppo eroico” andammo a San Sebastian per un importante congresso di gastronomia: lì, nella piazza centrale, c’è un bar, il Dickens. Il bartender e proprietario (Joaquín Fernández, ndr) è stato per anni campione del mondo di gin tonic. Sono stato folgorato sulla via di Damasco: per me prima il gin tonic era la classica “porcata da discoteca”. Da quel momento la mia visione è cambiata, e mi sono portato a casa questa abitudine di servire il gin tonic a fine pasto. All’epoca non avevo ancora ottenuto la stella Michelin. Servivo il gin tonic come digestivo, in un periodo in cui era visto come long drink da fine serata. Adesso è un’abitudine diffusa, ma allora non lo era affatto. Quindi possiamo dire che il mio amore per il gin abbia una storia che è in corso già da anni! Quando un anno fa è arrivata la pandemia, insieme alla mia compagna Gaia ho deciso di buttarmi nell’avventura di produrre cocktail già pronti, da consumare a casa.

Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?

Mi sono subito reso conto che i prodotti di questo tipo presenti sul mercato si potevano dividere in due categorie: se ne trovavano di super artigianali, preparati dai barman dei singoli locali, buoni ma non commerciabili dal momento che erano privi di accise e contrassegni. Altrimenti si trovava roba legale ma non di buona qualità. Quindi io e Gaia ci siamo detti: perché non proviamo a fare un prodotto che conservi l’artigianalità ma trasportata con una ricetta scientifica, di modo che diventi un prodotto industriale? Da lì, il passo successivo è stato quello di creare i distillati per realizzare poi i cocktail. Tutti made in Piemonte. Abbiamo fatto una linea composta da 4 spiriti e 4 cocktail, ed è stato un grande successo. Uno di questi non poteva non essere il gin, che è uscito sul mercato a novembre. 

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Come viene prodotto DelMago Gin?

La mia corrente di pensiero è stata quella di non fare un London Dry in purezza, perché le spezie devono essere portate a 97 gradi, una temperatura che distrugge tutto ciò che è fresco. Per questo ho scelto di distillare il ginepro come un London, tagliando testa e coda, poi ho lavorato su infusioni a freddo, perché volevo un gin fresco e pulito. Tra le botaniche c’è il levistico, diffuso sulle nostre montagne; ci sono parti agrumate ma sono state usate con parsimonia, c’è la freschezza della menta. DelMago è un gin elegantissimo, ha una texture in bocca che è una trama fittissima, è pulitissimo, anche leggero come percezione palatale nonostante i suoi 40 gradi. 

Chi ti ha aiutato nella produzione?

Il mio partner tecnico è The Spiritual Machine, azienda di Torino, mentre la produzione è affidata alla storica distilleria Magnoberta di Casale Monferrato: è lì che si trova depositata la ricetta. Un gin tutto piemontese, insomma. Fulvio Piccinino, uno dei migliori palati d’Italia, è stato il mio piccolo chimico. È stato lui ad assaggiare la prova definitiva: e ha detto che DelMago Gin è uno dei migliori 5 gin mai bevuti nella sua vita!

Raccontaci dell’etichetta, che è davvero bella e particolare.

L’etichetta è stata una scelta di Gaia, che è una super esperta di marketing e comunicazione, con una storia lavorativa alle spalle incredibile. Si tratta di un’etichetta molto efficace, capace di calare subito le carte in tavola sull’intento del posizionamento di DelMago Gin, che si rivolge a un consumatore consapevole, disposto a spendere in cambio dell’eccellenza. A disegnarla è stato l’artista torinese Gianluca Cannizzo, riconosciuto come il più identificativo creatore nostrano di etichette di vini naturali. 

Come consigli di gustare DelMago Gin?

Io mi sono proibito di tenerne bottiglie a casa, altrimenti ne bevo troppo! Scherzi a parte, la direzione di palato è quella di orientarsi verso qualcosa di non troppo dolce, un gin e soda per esempio, per un intervento meno aggressivo. GinMago è perfetto servito nel balloon da vino, full of ice, e con la soda: per me è il modo migliore per degustarlo. Se si vuole fare un gin tonic, meglio optare per una tonica più neutra possibile. Nella mixology, poi, ognuno faccia quello che preferisce!

Gin Del Mago su GinShop  Gin del Mago nell’Enciclopedia del Gin

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