Recensioni

Doa London Dry Gin e Doa Orobic Dry Gin, due facce dello stesso territorio

Elisabetta Lugli
April 13, 2023

Oggi vi presentiamo i due London Dry di DOA, Distilleria Orobica Autonoma, e il loro legame con il territorio e l'ambiente

Ci sono storie che nascono per passione e poi si trasformano in vita vera, come nel caso di Stefano Arsuffi, che nella vita “di prima” faceva tutt’altro, e oggi distilla gin. L’ha voluto chiamare Doa, che è l’acronimo di Distilleria Orobica Autonoma. Distilleria, perché Stefano si è confrontato con l’alambicco per anni a casa prima di aprire una vera e propria distilleria tutta sua. Orobica, perché gli Orobi sono il popolo preromano che ha dato vita alla città di Bergamo, e lui è di quella zona ed è lì che produce. Autonoma perché fa tutto da solo. Ecco spiegata l’origine della storia. Il resto ce l’ha raccontato lui, Stefano. Ecco cosa ci ha detto.

DOA distilleria orobica

Stefano, raccontaci come è nato il progetto DOA.

Distillare era già la mia passione da tempo. Da sette anni ormai mi confrontavo con distillazioni casalinghe, inseguendo i miei gusti e i miei sogni. Mi sono allenato, per così dire, e poi ho seguito una serie di corsi legati alla distillazione: alcolici, profumi… volevo conoscere tutto di questo mondo. Dalle parti di Bergamo non c’era neanche una distilleria. Ho mollato tutto: dovevo aprirla io la distilleria che mancava. Così è nato Doa Gin, in tutte le sue declinazioni.

Quali sono le declinazioni di DOA Gin?

Sostanzialmente al momento sono due: Doa London Dry Gin e Doa Orobic Dry Gin. Ho creato un terzo distillato, ma soltanto in edizione limitata, in occasione di Bergamo Città della Cultura. 1000 bottiglie non più disponibili ormai! I due gin che ho prodotto e che sono in commercio oltre a questo hanno in comune la base di alcool derivato soltanto da frumento biologico. Poi si distinguono: Doa London Dry Gin è il gin che volevo secondo i miei gusti, quello che sarebbe piaciuto a me. C’è il pimento, c’è dietro un lavoro di sfumature di distillazione; ci sono i grani del paradiso con la loro punta agrumata, poi c’è la scorza di limone e quella d’arancia, bilanciate dalla melissa e dal coriandolo. Il finale amaricante è dovuto alla genziana. Tra le botaniche utilizzate, quattro sono del territorio: l’ago di abete bianco che regala una parte balsamica, i fiori di sambuco, la melissa e la radice di genziana, che sul finale si sente con la sua punta amaricante. La distillazione di Doa London Dry Gin avviene sia in caldaia che in colonna di vapore. C’è prima un’infusione di alcune botaniche che la necessitano e che dura una settimana, poi si distilla tutto in caldaia e corrente di vapore. Doa Orobic Dry Gin invece contiene soltanto botaniche del territorio, raccolte a mano da due aziende agricole. Il risultato è un gin molto balsamico ed erbaceo, grazie ad alcune botaniche come il pino mugo, gli aghi di abete bianco e i germogli di pino. C’è poi la nota erbacea data dalla melissa, dalle foglie di lampone e dall’achillea. La parte profumata non amaricante è data dal rabarbaro e dalla radice di genziana. Doa Orobic Dry Gin viene prodotto con una distillazione diversa rispetto a Doa London Dry Gin, faccio due distillazioni separate e prima c’è un tempo di infusione di 10 giorni. A distillazione completata, resta a riposare una ventina di giorni.

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Parlaci delle bottiglie dei due Doa Gin.

Innanzitutto, la mia filosofia è improntata all’ecosostenibilità: per questo sia il vetro della bottiglia che il legno del tappo sono riciclati. Le etichette dei due gin sono simili, cambia il colore – il London è nero mentre Orobic è verde – e cambiano le botaniche rappresentate sulla cornice, che sono quelle contenute nei due gin. Il logo rappresenta il rubinetto dell’alambicco dal quale esce una goccia che scende sulle montagne, che sono quelle della mia zona. Le scritte sono realizzate con una lamina d’oro che mi piace molto e che intendo utilizzare anche per i miei prossimi gin.

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Hai quindi intenzione di produrre nuovi distillati?

Sì, produrrò altri gin, tutti con un’impostazione legata al territorio. Entro la fine dell’anno uscirò con un gin fruttato e con un Navy Strength.

Come consigli di gustare Doa London Dry Gin e Doa Orobic Dry Gin?

Doa London Dry Gin ha un finale amaricante, per cui non va bene utilizzare una tonica Indian se si vuole preparare un gin tonic, meglio una tonica neutra o anche mediterranea perché è un gin lievemente erbaceo e agrumato. Anche l’acqua brillante va bene, solo che tende a perdere la bolla in fretta. Non consiglio di utilizzare alcun garnish e questo vale per entrambi i miei gin: sono distillati caratteristici, sarebbe un errore alterarne il gusto. Doa Orobic Dry Gin sta bene con una tonica indian perché è balsamico e profumato, oppure con una neutra.

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