Cosa è successo dopo?
Ho spedito ad Alfredo La Cava i miei mandarini: oltre che bartender, sono un produttore di agrumi. Volevo assolutamente il mandarino nel mio gin, per il tocco in più che può dare rispetto ad altri agrumi. Non li ho spediti così come sono: mi sono comprato l’essiccatoio e ho seccato i mandarini, servivano preparati così ad Alfredo, che li tritura nel mortaio al momento per poi distillarli. Lui collabora con le Distillerie Subalpine di Chieri, una realtà che risale al 1920, poi ha chiuso e riaperto quest’anno, ed è proprio lì che è stato prodotto Gargano Dry Gin.
Hai spedito alle Distillerie altre botaniche oltre ai tuoi mandarini?
Eh sì! Gargano Dry Gin, tranne pochissimi elementi, è prodotto con botaniche che crescono qui, nell’area di Vico. Ci sono il rosmarino, l’origano, l’alloro e la maggiorana, tutte botaniche della mia campagna. Poi c’è il coriandolo, e ci sono l’ireos e il ginepro che vengono dalla Toscana. Infine c’è la zedoaria che è una radice originaria dell’Asia.