Recensioni

Gin Animus, un equilibrio di sapori tra sacro e profano

Elisabetta Lugli
June 5, 2022

Da Farmacopea Popolare arriva Gin Animus, il gin italiano con combava, incenso, gelsomino e... foglie di coca!

Un gin davvero sui generis, Gin Animus, che presenta tra le sue botaniche un elemento a dir poco inusuale: le foglie di coca. Ideatore di questo prodotto che senza dubbio sa farsi distinguere è Andrea, che a fine 2021 ha fondato Farmacopea Popolare, l’azienda con cui produce appunto Gin Animus a Matino, in provincia di Lecce. Abbiamo parlato con lui per farci raccontare la storia di questo prodotto che si è affacciato sul mercato soltanto pochi mesi fa.

Andrea, raccontaci la storia di Farmacopea Popolare e di Gin Animus.

Farmacopea Popolare non rappresenta il mio esordio nel mondo degli alcolici: prima avevo un birrificio, che ho avuto l’occasione di vendere nel 2019. Ho colto la palla al balzo perché il mio desiderio era quello di dedicarmi ai distillati. Così ho fondato Farmacopea Popolare, termine che deriva dal greco e significa “arte popolare di creare farmaci”. Ho scelto questo nome perché i distillati e gli amari in origine sono nati come farmaci. Il periodo della pandemia l’ho trascorso a elaborare ricette, per arrivare a febbraio di quest’anno a lanciare Gin Animus, il mio primo prodotto, al quale presto se ne aggiungeranno altri due: dopo Animus, ci saranno Corpus e Mentis. Per ora però preferisco non svelare che tipo di prodotti saranno. Ti dico soltanto che usciranno molto presto sul mercato.

Come è nata l’idea di inserire le foglie di coca tra le botaniche di Gin Animus?

L’idea arriva da lontano: già quando producevo birra ne avevo creata una con le foglie di coca. In quel periodo – era il 2015 – spopolava la canapa, in Salento come nel resto d’Italia. La canapa veniva messa in ogni tipo di prodotto, birra compresa. Così decisi di differenziarmi, mettendo sul mercato una birra alla coca. L’ispirazione mi è arrivata dal vecchio Coca Buton, liquore aromatico creato a Bologna nella seconda metà dell’Ottocento, che conteneva appunto foglie di coca. Quando ho venduto il birrificio e fondato Farmacopea Popolare è stato naturale per me traslare l’idea delle foglie di coca al gin che intendevo produrre, Gin Animus.

Immagino che non sia così facile procurarsi le foglie di coca.

No, tutt’altro! Acquisto le foglie in Sudamerica, le faccio spedire in Spagna in un apposito laboratorio dove viene eliminata la molecola della cocaina rendendole legali e finalmente possono arrivare fino in Salento, pronte per essere lavorate. Tutto questo, ovviamente, sotto lo stretto controllo delle autorità.

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Parlaci di Gin Animus: che tipo di gin è?

Gin Animus è un Compound. Tutte le botaniche che lo compongono vengono lavorate separatamente per ottenere il miglior equilibrio tra i sapori. Oltre al ginepro e alle foglie di coca, la ricetta comprende la combava, che è un agrume thailandese molto delicato. Poi ci sono il gelsomino e l’incenso, che è un olio essenziale ottenuto da una resina. Gin Animus non viene filtrato, per cui mantiene una forte presenza di oli essenziali che gli conferiscono un aspetto velato. Ho voluto utilizzare poche botaniche ma tutte molto nette: il gusto resinoso dell’incenso si calibra con il floreale del gelsomino e con l’erbaceo delle foglie di coca. La parte agrumata è molto delicata grazie alle caratteristiche particolari della combava. 

Oltre alle foglie di coca, anche l’incenso è una botanica inusuale. Come ti è venuto in mente?

Volevo creare un gin che fosse in bilico tra sacro e profano, e l’accostamento tra incenso e gelsomino – resina e fiori – ha un che di ecclesiastico. La coca bilancia dalla parte opposta!

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Parlaci della bottiglia e dell’etichetta di Gin Animus, che sono davvero belle ed evocative.

Sì, ho scelto di imbottigliare Gin Animus in un flacone medicinale. Anche l’etichetta è in stile farmaceutico, ed è stata disegnata dalla tatuatrice livornese Linfa Cremisi. Sull’etichetta c’è la scritta “contro la peste e il veleno”, che rimanda all’idea dell’origine medicinale del gin. Si tratta infatti di una frase che ho estrapolato da un antico testo sulla preparazione del gin. Ai tempi della peste, nel becco della macabra maschera che utilizzavano i medici per proteggersi dal contagio, c’era proprio una spugna intrisa di gin.

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Come consigli di gustare Gin Animus?

Ai puristi del gin consiglio di gustarlo liscio. Nella preparazione del gin tonic, invece, Gin Animus va abbinato ad una tonica secca e amara e sconsiglio di aggiungere qualsiasi guarnizione. Una scorza di limone già disturberebbe la delicatezza della combava, che ha un sentore che si avvicina al talco. Un altro drink  che suggerisco di provare è un twist del Paloma, utilizzando Gin Animus al posto della tequila.

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